PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
COOKYE POLICY
In collaborazione con:
leonardodavinci-italy.com - all right reserved 2024 - divisione cultura, Sede legale: Milano Piazza IV Novembre 4, cap 20124 -P.IVA 11463490968 – CCIAA MI 90266 REA 2604702
Non tutti sanno che Leonardo da Vinci eseguì diversi studi per una “Madonna del gatto”, opera che non fu mai realizzata, per quel che sappiamo. E anni dopo realizzò anche una serie di studi sui movimenti dei gatti, un vero campionario felino tra i fogli del genio.
Tra la vasta mole di disegni che ci ha lasciato Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 - Amboise, 1519) non ci sono soltanto studi sul corpo umano, complessi progetti ingegneristici o idee per macchine avveniristiche: una parte rilevante del corpus dei suoi disegni è infatti dedicata agli studi sugli animali, e tra questi non mancano neppure i gatti.
Sappiamo infatti che il genio toscano aveva cominciato a lavorare a una Madonna del gatto, che stando a quel sappiamo non è mai divenuta un dipinto finito: le uniche tracce di questa singolare opera si trovano nei disegni che attestano lo studio di una composizione con la Madonna, il Bambino e un gatto stretto tra le braccia di Gesù.
Il disegno probabilmente più antico è conservato in una collezione privata di New York e secondo Carmen C. Bambach, esperta di disegni di Leonardo da Vinci, sarebbe un’opera della seconda metà degli anni Settanta, in ragione dei connotati della Vergine e della posa di tre quarti, che denunciano ancora una forte dipendenza nei confronti dell’arte del Verrocchio, artista di cui Leonardo era stato allievo. Nel disegno, la Vergine tiene tra le braccia Gesù Bambino e lui, a sua volta, stringe a sé un gatto.
Sono noti altri disegni in cui Leonardo compie esperimenti sulla stessa composizione: al Musée Bonnat di Bayonne, in Francia, ne troviamo uno in cui l’artista prova uno schema diverso (tracciando tre studi), con il gatto che si erge sulle zampe posteriori e appoggia quelle anteriori sul ginocchio sinistro della Vergine. Ancora più dettagliato è un foglio disegnato su entrambi i lati, e custodito al British Museum: sul recto, ovvero sul lato anteriore, lo schema è del tutto simile a quello del foglio di New York, mentre sul verso, il lato posteriore, torna il gatto spostato sulla destra e in piedi sulle zampe posteriori, come nel foglio di Bayonne.
Esiste poi un ulteriore disegno, risalente a un periodo attorno al 1478 secondo lo studioso Pietro Marani, conservato agli Uffizi: qui, l’idea di Leonardo sembra essere già arrivata a un punto piuttosto avanzato, almeno in apparenza, dal momento che la sua attenzione si focalizza soprattutto sulla figura del Bambino. In questo disegno, ha ben spiegato lo stesso Marani, Leonardo prende le mosse dalle Madonne del Verrocchio alla quale antepone “un Bambino, di grandi proporzioni, che, tentando di trattenere un gatto, si divincola pericolosamente al punto da sbilanciare tutto il gruppo verso destra”.
Tuttavia, sottolinea Marani, “la Vergine inizialmente non sembra ben collegarsi a questo movimento e rimane statica osservatrice di quanto le sta letteralmente precipitando fuori del grembo, dato che il suo timido gesto di trattenere il Bambino, non sembra produrre nessun contrasto o reazione di forze, e nemmeno un’espressione conseguente.
Il verso del disegno di Firenze si concentra infatti sul solo Bambino, ancora più infelice risultando il timido accenno al braccio della Vergine sotto (anziché sopra, come mostrato dal disegno al recto) la gamba destra del Bambino”. È curioso rilevare che nel foglio degli Uffizi, così come accadeva in quello del British Museum come notava Bambach, Leonardo ha tracciato il Bambino ricalcando quello sull’altra faccia del foglio, semplicemente esponendolo alla luce e tracciando poi con la matita il disegno.
Ancora, il British Museum conserva un foglio, disegnato sul recto e sul verso, dove si vedono schizzi per un bambino che gioca con un gatto sul lato posteriore, mentre sull’altra faccia del foglio ancora studi per una Madonna del gatto, e poi ancora un bambino con un gatto, e un gatto da solo. Sorprende la naturalezza delle pose: secondo Carmen C. Bambach si tratta, in questo caso, di studi tracciati dal vero, e occorre dunque immaginarsi Leonardo che, con il suo taccuino e la sua penna, stava seguendo un bambino che giocava con un gatto, prodigandosi dunque in un “modo molto moderno di disegnare”, ha notato la studiosa. Una sorta di brainstorm ante litteram con il quale l’artista non faceva altro che fissare le sue idee sui fogli.
Leonardo da Vinci, Studio per una Madonna col Bambino e un gatto (1478-1481 circa;
penna e inchiostro bruno su carta, 280 x 197 mm; New York, Collezione privata)
La seconda attestazione che evidenzia il gatto nelle opere di Leonardo da Vinci è nascosta nella suo studio per la Madonna del gatto. Si tratta del disegno di un giovane Leonardo da Vinci di cui, però, non vi è la certezza che esista davvero un’opera finita. Il disegno completo rappresenta due studi della Madonna col Bambino che accarezza un gatto e tre studi del Bambino che accarezza un gattino e il profilo di un giovane.
Leonardo da Vinci, Studio per la Madonna del gatto (1478-1481 circa; penna e inchiostro bruno su carta, 232 x 175 mm; Bayonne, Musée Bonnat)
Leonardo da Vinci, Studio per la Madonna del gatto (1478-1481 circa; penna e inchiostro bruno su carta, 130 x 94 mm; Londra, British Museum, 1856-0621-1, recto)
Leonardo da Vinci, Madonna col Bambino e un gatto (1480 circa; penna e inchiostro bruno su carta, 125 x 110 mm;
Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, inv. 421 E, recto)
Leonardo da Vinci, Studio di un bambino che gioca con un gatto e un gatto
(1478-1481 circa; penna e inchiostro bruno su carta, 213 x 149 mm; Londra, British Museum, inv. 1857-1-10-1, recto)
Nel disegno, la Vergine tiene tra le braccia Gesù Bambino e lui, a sua volta, stringe a sé un gatto il quale, da bravo felino, si ribella alla presa del bimbo.
“Leonardo da Vinci: Studienblatt mit Katzen und Drachen, 1513–1515” by wolfgraebel is licensed under CC BY-NC-ND 2.0.
Questo che vedete, conservato nella Royal Library di Windsor, è un vero e proprio studio del movimento del gatto. Non solo del gatto, come potrà notare il lettore più attento a cui l’occhio è caduto sul draghetto ritratto nella parte bassa del disegno, in realtà. Tutto lascia suggerire che, per comporre a mano questa serie di pose, Leonardo abbia studiato da vicino e con continuità i gatti. I suoi, forse, ma di questo non c’è garanzia.
Per segnalazioni su questa pagina clicca qui