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A confermare l’ipotesi di un viaggio in Abruzzo del Da Vinci secondo Fabio Redi e Gianluca Ferrini, docenti dell’Università dell’Aquila, sarebbero dei bozzetti conservati nella Royal Collection di proprietà della regina Elisabetta II, presso il castello di Windsor. Il raffronto di quei paesaggi montani con gli ambienti di alta quota del massiccio del Gran Sasso avrebbe evidenziato interessanti analogie morfologiche che potrebbero realmente confermare una sua visita tra le vette abruzzesi, forse durante il viaggio con Trivulzio, con cui però non tornò a Milano, o forse nel periodo in cui fu alle dipendenze di Cesare Borgia, in qualità di consigliere militare. Infatti, tra i compiti che il Valentino gli assegnò ci fu proprio quello del rilevamento delle fortificazioni in vista del loro adeguamento rispetto alle nuove tecniche di assalto. Gli schizzi sembrerebbero raffigurare il profilo del Monte Prena, l’ampia insellatura del Vado di Ferruccio e il canyon dello Scoppaturo, nonché un aspro rilievo roccioso caratterizzato da guglie che ricorda il profilo del Corno Piccolo, in particolare il settore meridionale delle Fiamme di Pietra. Tra l’altro, non sarebbero gli unici disegni di Leonardo relativi a questi luoghi: nello schizzo D contenuto nel Codice L della biblioteca dell’Istitut de France a Parigi, potrebbe essere riconosciuto il castello di Rocca Calascio.
Osservando l’immagine, si nota l’assenza delle torri cilindriche, cosa che porrebbe un termine post quem per la costruzione della cinta rinascimentale, cioè successiva alla visita di Leonardo e che aprirebbe nuovi scenari sull’influenza del Da Vinci nel rinnovamento delle tecniche relative all’assedio di alcune fortificazioni abruzzesi e forse la sua stessa firma su uno dei simboli d’Abruzzo.
di Lucia Celenza
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