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LEONARDO DA VINCI E I TESSUTI

I tessuti usati, soprattutto in epoca medicea, si fanno sempre più preziosi; tra questi, spiccano il damasco, 

 

Taffetà, 

Il taffetà è un tessuto leggero e lucido che viene utilizzato per una varietà di abiti e accessori, tra cui abiti da sera, abiti da sposa, cravatte e tessuti per l'arredamento. È caratterizzato dalla sua superficie liscia e brillante, che è ottenuta attraverso un processo di tessitura speciale.

Il taffetà è realizzato utilizzando fili di seta, anche se oggi può essere prodotto anche con altri materiali come poliestere, acetato o nylon. La sua caratteristica principale è la trama stretta e la trama fine, che conferiscono al tessuto una lucentezza distintiva e un aspetto elegante.

Durante il Rinascimento, il taffetà era uno dei tessuti più lussuosi e ambiti. Veniva utilizzato per abiti da cerimonia, abiti da corte e tessuti di lusso per la nobiltà e l'alta società. Gli abiti realizzati in taffetà erano spesso decorati con ricami, perline e pizzi per enfatizzare ulteriormente la loro bellezza e il loro prestigio.

Nel contesto artistico, il taffetà era spesso dipinto con grande maestria dai pittori rinascimentali per mostrare la ricchezza e il lusso dei tessuti indossati dai loro soggetti nei ritratti e nelle scene di genere. La capacità di rappresentare realisticamente la lucentezza e la consistenza del taffetà era considerata una dimostrazione della bravura tecnica dell'artista.

Anche oggi, il taffetà rimane un tessuto popolare per abiti eleganti e altri articoli di moda, grazie alla sua bellezza intrinseca e alla sua versatilità stilistica.

 

Damasco

Il tessuto damasco è un tessuto decorativo caratterizzato da disegni intricati e spesso lucenti, ottenuti attraverso un processo di tessitura particolare. Questo tessuto prende il nome dalla città di Damasco, in Siria, dove è stato originariamente prodotto.

Il tessuto damasco è tradizionalmente realizzato utilizzando filati di seta, sebbene oggi possa essere prodotto anche con altri materiali come cotone, poliestere o una miscela di fibre. La caratteristica distintiva del tessuto damasco è il suo motivo decorativo, che viene creato attraverso una combinazione di trama e ordito diversi. Questo processo di tessitura produce un effetto di contrasto tra le zone lucide e opache del tessuto, che contribuisce alla sua bellezza e al suo fascino.

Il tessuto damasco è stato storicamente utilizzato per una varietà di scopi, tra cui abbigliamento di lusso, biancheria da tavola, tendaggi e arredamento. Durante il Rinascimento, il tessuto damasco era particolarmente popolare tra la nobiltà e l'alta società europea, che lo utilizzava per abiti, tende e arredi per la casa.

Nel contesto artistico, il tessuto damasco era spesso dipinto con grande maestria dai pittori rinascimentali per mostrare la ricchezza e il lusso dei tessuti indossati dai loro soggetti nei ritratti e nelle scene di genere. La capacità di rappresentare realisticamente la lucentezza e la consistenza del tessuto damasco era considerata una dimostrazione della bravura tecnica dell'artista.

 

Velluto genovese

Il velluto genovese è un tipo di velluto di alta qualità che è stato prodotto tradizionalmente a Genova, in Italia. È caratterizzato dalla sua lucentezza distintiva e dalla sua superficie morbida e lussuosa. Il velluto genovese è stato particolarmente rinomato nel XVII secolo per la sua qualità e la sua bellezza, diventando un tessuto molto ambito in tutta Europa.

La produzione del velluto genovese richiedeva un processo laborioso e artigianale. Il tessuto veniva tessuto utilizzando fili di seta, anche se oggi può essere prodotto anche con altri materiali come cotone o rayon. Dopo la tessitura, il tessuto veniva rasato per creare il caratteristico pile corto del velluto, e poi sottoposto a un processo di finitura che includeva la levigatura e la rifinitura della superficie per ottenere la sua lucentezza distintiva.

Il velluto genovese era ampiamente utilizzato per abiti di lusso, arredamento di interni, arazzi e altri articoli di alta moda e design. Durante il Rinascimento e il periodo barocco, il velluto genovese era particolarmente popolare tra la nobiltà e l'alta società, che lo indossava per dimostrare il loro status e la loro ricchezza.

Nel contesto artistico, il velluto genovese era spesso dipinto con grande maestria dai pittori rinascimentali e barocchi per mostrare la ricchezza e il lusso dei tessuti indossati dai loro soggetti nei ritratti e nelle scene di genere. La capacità di rappresentare realisticamente la lucentezza e la consistenza del velluto genovese era considerata una dimostrazione della bravura tecnica dell'artista.

Anche oggi, il velluto genovese rimane un tessuto pregiato e ambito, e la sua produzione artigianale è ancora praticata in alcune regioni d'Italia. È apprezzato per la sua bellezza, la sua morbidezza e la sua lucentezza, e viene utilizzato per una varietà di prodotti di alta moda e arredamento di lusso.

 

Ermisino

Il termine "ermisino" si riferisce a un tipo di tessuto di lusso, noto per la sua finezza e morbidezza. Questo tessuto è tradizionalmente realizzato utilizzando filati di seta o una miscela di seta e lana, sebbene possa essere prodotto anche con altri materiali.

Il tessuto ermisino ha una trama fine e compatta, che gli conferisce un aspetto elegante e delicato. È morbido al tatto e ha un bel drappeggio, rendendolo adatto per abiti formali e capi d'abbigliamento di lusso. È particolarmente popolare per abiti da sposa, abiti da sera e altri capi di alta moda.

La parola "ermisino" può anche riferirsi specificamente a un tessuto di seta di colore bianco o avorio utilizzato per abiti da sposa o per occasioni speciali.

Il tessuto ermisino ha una lunga storia e è stato ampiamente utilizzato nel corso dei secoli per la sua bellezza e la sua qualità superiore. Oggi, sebbene meno diffuso rispetto ai tempi passati, rimane un tessuto pregiato e ricercato per capi di abbigliamento di alta qualità.

 

Broccatello

Il broccatello è un tipo di tessuto decorativo e lussuoso che ha origine nel periodo rinascimentale in Italia. È caratterizzato da un motivo decorativo intricato e spesso a rilievo, che viene creato durante il processo di tessitura.

Il broccatello è tradizionalmente realizzato utilizzando fili di seta, anche se può essere prodotto anche con altri materiali come cotone, lana o filati metallici. La sua caratteristica principale è il suo disegno decorativo elaborato, che può includere motivi floreali, geometrici, animali o astratti.

Durante il processo di tessitura del broccatello, fili di trama supplementari vengono intrecciati attraverso il tessuto principale per creare il disegno desiderato. Questo processo di tessitura aggiuntivo può produrre un effetto a rilievo sul tessuto, che contribuisce alla sua bellezza e al suo fascino.

Il broccatello era particolarmente popolare nel Rinascimento, quando veniva utilizzato per abiti di lusso, arredamento di interni, tendaggi e arazzi. La sua bellezza e la sua ricchezza lo rendevano un tessuto molto ambito tra la nobiltà e l'alta società.

Nel contesto artistico, il broccatello era spesso dipinto con grande maestria dai pittori rinascimentali per mostrare la ricchezza e il lusso dei tessuti indossati dai loro soggetti nei ritratti e nelle scene di genere. La capacità di rappresentare realisticamente la lucentezza e la consistenza del broccatello era considerata una dimostrazione della bravura tecnica dell'artista.

 

Lampasso

Il lampasso è tradizionalmente realizzato utilizzando fili di seta, sebbene oggi possa essere prodotto anche con altre fibre come il cotone, il poliestere o una miscela di fibre. La sua caratteristica distintiva è il suo motivo decorativo in rilievo, che viene creato attraverso un processo di tessitura complesso che coinvolge l'uso di telai specializzati.

Durante il processo di tessitura del lampasso, un filo di trama viene tessuto attraverso il tessuto principale e poi tirato per creare un effetto di rilievo. Questo processo viene ripetuto in modo intricato per creare il disegno desiderato, che può includere motivi floreali, geometrici o astratti.

Il lampasso era particolarmente popolare nel Rinascimento e nel periodo barocco, quando veniva utilizzato per abiti di lusso, arredamento di interni e arazzi. La sua bellezza e la sua ricchezza lo rendevano un tessuto molto ambito tra la nobiltà e l'alta società.

Nel contesto artistico, il lampasso era spesso dipinto con grande maestria dai pittori rinascimentali e barocchi per mostrare la ricchezza e il lusso dei tessuti indossati dai loro soggetti nei ritratti e nelle scene di genere. La capacità di rappresentare realisticamente la lucentezza e la consistenza del lampasso era considerata una dimostrazione della bravura tecnica dell'artista.

Anche oggi, il lampasso rimane un tessuto pregiato e ricercato, utilizzato per una varietà di prodotti tessili decorativi e di lusso. La sua produzione artigianale è ancora praticata in alcune regioni, mantenendo viva una tradizione tessile antica e affascinante.

 

saia fiorentina

La "saia fiorentina" era un tessuto di lusso prodotto nel Rinascimento nella città di Firenze, Italia. Era considerato uno dei tessuti più pregiati e ambiti del tempo.

La saia fiorentina era caratterizzata dalla sua alta qualità e dalla sua lucentezza distintiva. Veniva realizzata utilizzando fili di seta pregiata, intrecciati in un tessuto morbido e leggero, ma allo stesso tempo resistente.

Questo tessuto era molto ricercato dalle classi nobili e benestanti per la confezione di abiti di lusso, mantelli e altri indumenti eleganti. Era spesso utilizzato per abiti cerimoniali e costumi teatrali, così come per la decorazione di interni di alta classe.

La saia fiorentina era decorata con ricami elaborati, perline, pizzi e altre finiture lussuose per enfatizzare ulteriormente la sua bellezza e il suo prestigio.

Nel contesto artistico, la saia fiorentina era spesso dipinta con grande dettaglio e realismo dai pittori rinascimentali, che desideravano catturare la ricchezza e la bellezza dei tessuti nei loro dipinti di ritratti e scene di genere.

 

Filaticcio

tipo di tessuto leggero e sottile, simile alla mussola o al lino, ma con una trama più aperta e irregolare. Questo tipo di tessuto potrebbe essere stato utilizzato per abiti estivi o per oggetti tessili per la casa leggeri e traspiranti.

 

Nemours

Il Nemours è un tessuto del Cinquecento intitolato al terzo figlio di Lorenzo il Magnifico, Giuliano de' Medici, duca di Nemours. Prodotto dall'Antico Setificio Fiorentino attraverso l'utilizzo dei telai semimeccanici del 1800, questo tessuto presenta, come il Le Roy, due orditi ed è caratterizzato da bande in gros e in raso contigue.
È utilizzato nell'arredo per tendaggi, cuscini, sedute ad uso leggero e come rivestimento per paret

 

Le roy

Originariamente ordinato da Maria de' Medici, il tessuto Le Roy prende nome dal re di Francia. Dal 1850 viene prodotto con i telai semimeccanici della storica fabbrica.
Si presenta come una tipologia di tessuto rigato caratterizzato da due orditi sovrapposti che consentono di avere una base in gros con delle bande di raso.
È utilizzato nell'arredo per tendaggi, cuscini, sedute ad uso leggero e come rivestimento per pareti.

 

il disegno dei tessuti e delle pieghe nel rinascimento

 

Nel Rinascimento, gli artisti hanno sviluppato varie tecniche per rappresentare le pieghe dei tessuti nei loro dipinti in modo realistico e convincente. 

 

Osservazione dal vivo 

Gli artisti rinascimentali studiavano attentamente i tessuti e le loro pieghe nella realtà, osservando come la luce si riflettesse e si attenuasse sulle superfici. Questa osservazione accurata della natura era essenziale per creare dipinti realistici.

 

Studio anatomico

Gli artisti del Rinascimento studiavano anche l'anatomia umana per comprendere come il corpo si muovesse e interagisse con i tessuti. Questo studio ha influenzato la rappresentazione delle pieghe dei tessuti, poiché i vestiti si adattavano e si piegavano in modo specifico intorno al corpo.

 

Utilizzo di modelli e manichini

Gli artisti potevano utilizzare modelli umani o manichini vestiti con tessuti per studiare le pieghe in modo più dettagliato e realistico. Questi modelli fornivano una guida visiva per la resa accurata delle pieghe nei dipinti.

 

Tecniche pittoriche 

Gli artisti utilizzavano varie tecniche pittoriche per creare l'illusione di pieghe nei tessuti. Queste tecniche includevano lo sfumato, che consisteva nel graduale passaggio di tonalità per creare un senso di profondità e volume, e il chiaroscuro, che sottolineava le pieghe attraverso contrasti di luce e ombra.

 

Dettagliatissimi ritratti 

Negli abiti dei ritratti, particolarmente comuni durante il Rinascimento, gli artisti prestavano molta attenzione ai dettagli delle pieghe, spesso evidenziandole per mostrare la qualità del tessuto e la ricchezza del vestiario del soggetto.

Complessivamente, la rappresentazione realistica delle pieghe dei tessuti nei dipinti rinascimentali richiedeva una combinazione di osservazione accurata, comprensione anatomica e competenze pittoriche avanzate. Questo approccio ha contribuito alla creazione di opere d'arte straordinariamente realistiche e coinvolgenti.

Uno dei filoni meno noti della produzione del grande Leonardo da Vinci, è il disegno su tela di lino che, seppur non praticato con la stessa frequenza di quello su carta, fu comunque talvolta sperimentato dall’artista. 

 

 

Come funzionava il disegno su tela di lino nel rinascimento?

 

Il disegno su tela di lino era una tecnica artistica utilizzata per creare opere d'arte su tela di lino, un supporto comunemente usato dai pittori durante il Rinascimento e oltre. 

 

Preparazione della tela 

Prima di iniziare il disegno o la pittura, la tela di lino doveva essere preparata. Questo coinvolgeva solitamente l'applicazione di uno strato di preparazione o gesso, chiamato anche "gessatura", sulla superficie della tela. Questo strato serviva a rendere la superficie più uniforme e liscia, oltre a fornire una base per l'adesione del colore.

 

Schizzo preliminare 

Una volta che la tela era stata preparata, l'artista poteva cominciare a fare uno schizzo preliminare del soggetto che intendeva dipingere. Questo poteva essere fatto con una matita o un carboncino direttamente sulla tela, oppure su carta separata che poi veniva trasferita sulla tela tramite una tecnica di trasferimento.

 

Disegno su tela 

Dopo lo schizzo preliminare, l'artista procedeva a disegnare il soggetto sulla tela con più dettaglio. Questo poteva essere fatto con vari strumenti, come matite, carboncini, penne o pennelli, a seconda dello stile e delle preferenze dell'artista.

 

Correzioni e perfezionamenti 

Durante il processo di disegno sulla tela, l'artista poteva apportare correzioni e perfezionamenti al disegno, aggiungendo dettagli o modificando proporzioni e composizione secondo necessità.

 

Pittura 

Una volta completato il disegno sulla tela, l'artista avrebbe potuto procedere con la pittura vera e propria, utilizzando colori a olio, acrilici o altri mezzi pittorici per dare vita al disegno e creare un'opera d'arte finita.

Il disegno su tela di lino era un passaggio importante nel processo creativo per molti pittori rinascimentali e successivi, poiché forniva una guida e una struttura per la successiva pittura dell'opera d'arte.

 

 

Lo stesso Giorgio Vasari scrive della tecnica utilizzata da Leonardo: 

“perché la professione sua  volle che fusse la pittura, studiò assai in ritrar di naturale, e qualche volta in far medaglie, di figure di terra, et adosso a quelle metteva cenci molli interrati, e poi con pazienza si metteva a ritrargli sopra a certe tele sottilissime di rensa o di pannilini adoperati, e gli lavorava di nero e bianco con la punta del pennello, che era cosa miracolosa, come ancora ne fa fede alcuni, che ne ho di sua mano, in sul nostro libro de’ disegni”.

 

La procedura utilizzata da Leonardo

E' probabile che utilizzasse modelli anatomici umani fatti in terracotta da lui stesso disegnati che avevano lo scopo di essere ricoperti all'esterno di panni inumiditi o bagnati (quelli che il Vasari descrive come  “cenci molli interrati”), a seconda delle necessità. Una volta create le basi inumidite, effettuava “il coprimento”, cioè il modello veniva ricoperto di terra fine, quasi polverizzata, e, prima della loro asciugatura operava il modellamento delle pieghe sino alla loro asciugatura creando di fatto la piega effettiva che desiderava raggiungere. 

 

Una volta definita la forma del panneggio, poggiava sopra il modello delle tele di lino oppure di rensa (che il Vasari indica “pannilini”, ) e imbeveva il pennello nell'inchiostro creando affetti di chiaro scuro che davano una forma prospettica di profondità naturale.  

 

Cosa erano le tele di Lino?

Le tele di lino erano supporti utilizzati per dipinti e opere d'arte, composti da tessuto di lino teso su un telaio. Il lino è una fibra naturale derivata dalla pianta di lino, ed è stata storicamente utilizzata per la produzione di tessuti per migliaia di anni.

Le tele di lino erano particolarmente popolari tra gli artisti durante il Rinascimento e oltre, poiché offrivano diversi vantaggi rispetto ad altri supporti.  è una fibra resistente e durevole, il che significa che le tele realizzate con questo materiale tendono ad essere più robuste e durature nel tempo rispetto alla carta che è molto meno resistente. Questa stabilità è importante per evitare che la tela si deforma o si pieghi con il tempo.

tende ad avere una superficie più liscia rispetto ad altri tessuti, il che lo rende ideale per dipinti dettagliati e finemente lavorati.

 

 

Il lino di Reims?

La rensa di cui Vasari parla è, senza ombra di dubbio, il lino di Reims. Era considerato all'epoca di Leonardo uno dei tessuti migliori prodotti di alta qualità. A Firenze era possibile reperirlo solo nelle botteghe di alto La regione intorno a Reims, nella Francia settentrionale, il lino di Reims era particolarmente apprezzato per la sua morbidezza, leggerezza e resistenza, nonché per la sua bellezza estetica.

Artisti rinascimentali come Leonardo da Vinci, Raffaello e altri hanno utilizzato tessuti di lino di alta qualità, inclusi quelli provenienti da Reims, per dipingere ritratti di personaggi influenti o per creare abiti per le loro opere d'arte.

In sintesi, il lino di Reims era un tessuto di grande valore e prestigio nel Rinascimento, contribuendo alla ricchezza culturale ed economica della regione e godendo di una reputazione di alta qualità e bellezza estetica in tutta Europa.

i drappeggi e tessuti di Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci, Studio di panneggio

 (1470 circa; Pennello e inchiostro grigio-marrone rialzato di biacca su tela di lino preparata in grigio-bruno; 283 x 192 mm; Londra British Museum). 

disegni di tessuti fatti da Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci, Studio di panneggio 

(1470 circa; Pennello e inchiostro grigio-seppia rialzati di biacca su tela di lino preparata in grigio; 240 x 193 mm; Parigi, Fondation Custodia, Collection Frits Lugt)

Il primo è uno Studio di panneggio per una donna inginocchiata, conservato al British Museum e databile al 1470 circa, ovvero a quando l’artista era ancora un apprendista nella bottega del suo maestro, il Verrocchio: all’epoca, Leonardo aveva appena diciotto anni. 

 

È stato realizzato attraverso l’utilizzo di un pennello imbevuto di inchiostro grigio-marrone, con inserti in biacca. 

 

Cos'è la biacca?

La "biacca" è un termine storico che si riferisce a una sostanza chimica nota come carbonato di piombo. È stata ampiamente utilizzata nel passato, soprattutto durante il Rinascimento e l'età barocca, come pigmento bianco nelle pitture a olio e nelle vernici .

La biacca veniva prodotta attraverso la reazione chimica tra il piombo e l'acido acetico, creando una sostanza bianca opaca che era utilizzata come pigmento per ottenere tonalità di bianco nelle opere d'arte. Tuttavia, la biacca è estremamente tossica e il suo utilizzo è stato abbandonato a causa dei suoi gravi effetti nocivi sulla salute umana.

L'esposizione alla biacca può causare avvelenamento da piombo, con gravi danni al sistema nervoso centrale, ai reni e ad altri organi. A causa dei suoi pericolosi effetti sulla salute, l'uso della biacca nelle pitture è stato vietato in molti paesi e sostituito con pigmenti bianchi meno dannosi.

Nonostante i rischi associati alla sua produzione e al suo utilizzo, la biacca è stata ampiamente utilizzata nel passato per la sua brillantezza per le lumeggiature nei disegni, ovvero per dare risalto a zone di luce su preparazioni scuree opacità nel fornire il bianco nelle opere d'arte. Tuttavia, la sua tossicità ha portato alla ricerca e allo sviluppo di alternative più sicure e meno dannose per l'uso artistico.

 

 

Lo studio del British Museum mostra un’ampia figura della quale però non vediamo le parti del corpo scoperte, che sono appena accennate (si noti la testa in alto), ma intuiamo dalle pieghe della veste, rese con mirabile senso tattile e con eccellente studio delle ombre e delle luci, che sotto i panneggi c’è un corpo. Le pieghe sono state rese con l’inchiostro grigio-marrone mentre, come detto prima, le parti colpite dalla luce sono state realizzate con l’utilizzo della biacca. L’effetto che ricaviamo è quello di una figura molto realistica, se comparata a quelle disegnate su altri materiali: il lino si presta a catturare bene i sottili trapassi di tonalità e i contrasti tra luci e ombre, e l’impressione che si ricava, soprattutto osservando il disegno dal vivo, è quella di trovarsi di fronte a un lavoro dotato di grandissima modernità.


Come si può ben vedere, disegnare su tela di lino significava ottenere un risultato molto simile alla pittura, di sicuro più vicino al risultato finale rispetto a uno stesso studio realizzato su carta: è per questo motivo che Leonardo, così come altri artisti che lavoravano nella bottega del Verrocchio, utilizzava questa tecnica.

 

 Alcuni studiosi hanno ipotizzato che queste opere non fossero studi preparatori per dipinti, ma fossero semplicemente esercitazioni che dovevano servire agli allievi per prendere confidenza con la raffigurazione dei panneggi. Ecco quindi un altro argomento che spiegherebbe il perché dell’utilizzo del lino invece di quello della carta: e poi, trattandosi di una tecnica più vicina a quella del dipinto, era più impegnativa del disegno su carta, e quindi particolarmente adatta per preparare gli allievi.

 

Come si può ben vedere, disegnare su tela di lino significava ottenere un risultato molto simile alla pittura, di sicuro più vicino al risultato finale rispetto a uno stesso studio realizzato su carta: è per questo motivo che Leonardo, così come altri artisti che lavoravano nella bottega del Verrocchio, utilizzava questa tecnica. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che queste opere non fossero studi preparatori per dipinti, ma fossero semplicemente esercitazioni che dovevano servire agli allievi per prendere confidenza con la raffigurazione dei panneggi. Ecco quindi un altro argomento che spiegherebbe il perché dell’utilizzo del lino invece di quello della carta: e poi, trattandosi di una tecnica più vicina a quella del dipinto, era più impegnativa del disegno su carta, e quindi particolarmente adatta per preparare gli allievi.

Leonardo da Vinci, Studio di panneggio
Leonardo da Vinci, Studio di panneggio (1470 circa; Pennello e inchiostro grigio-seppia rialzati di biacca su tela di lino preparata in grigio; 240 x 193 mm; Parigi, Fondation Custodia, Collection Frits Lugt)
A supporto dell’ipotesi secondo cui si tratterebbe di esercitazioni, gli storici dell’arte hanno evidenziato il fatto che quasi nessuno degli studi sopravvissuti può essere ricondotto a un’opera finita (anche se al Louvre ne è conservato uno che sembra invece lo studio preparatorio per un’opera, ovvero la Pala di San Giusto di Domenico Ghirlandaio: il pittore fu, come Leonardo, allievo del Verrocchio). Esercitazioni paiono essere anche il disegno del British Museum e per l’altro esposto alla mostra milanese, uno Studio di panneggio, sempre risalente al 1470 circa, conservato a Parigi presso la Fondation Custodia. Anche alla mostra, i disegni vengono entrambi presentati come esercizi autonomi, che dovevano aiutare gli apprendisti pittori che lavoravano nella bottega del Verrocchio a imparare a raffigurare i panneggi e a rendere con precisione le luci e le ombre delle pieghe. Il disegno parigino rappresenta il panneggio di una figura seduta: come in quello londinese, non vediamo particolari del corpo, fatta eccezione per un piede appena accennato. Ma, del resto, l’obiettivo di tali esercitazioni era proprio quello di mettere gli allievi nelle condizioni di far sembrare che sotto le pieghe di una veste ci fosse un corpo. 


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