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LEONARDO DA VINCI E ISABELLA D'ESTE

Isabell d'Este e Leonardo da Vinci

Titolo dell'opera: Isabella D'Este

Data di produzione: 1499–1500

Dimensioni: 46 x 63 cm

Conservata presso:  Museo del Louvre, Parigi

Soggetto: ritratto Isabella D'Este

Tecnica:  sanguigna e carboncino, pastello giallo su carta

Attribuzione: incerta di Leonardo da Vinci  

Isabella d'Este (Ferrara, 17 maggio 1474 – Mantova, 13 febbraio 1539) è stata una nobile, attenta conoscitrice d'arte e mecenate di grande importanza del rinascimento italiano.

 

Si narra fosse una donna di spiccate capacità intellettive, di abile memoria e gusto stilistico. Apprezzava  i tessuti elaborati e l'abbigliamento ricercato a tal punto da essere individuata tra le donne dell'epoca, quale punto di riferimento comportamentale nell'ambito delle corti e delle signorie.

 

La sua attività di mecenate, gli consentì di tessere relazioni con artisti, poeti, pittori e letterati dell'epoca dai quali apprese e si confrontò pr tutta la vita. 

Ebbe con Leonardo da Vinci un profondo legame di amicizia e stima, in quanto lo riteneva uno degli uomini più ingegnosi che avesse mai conosciuto. 

 

 

Descrizione dell'opera

 

La donna è ritratta a mezzobusto con la testa di profilo, rivolta a destra, e il busto invece in posizione frontale, con le mani appoggiate in primo piano al centro. La posa è stata spesso indicata come un'anticipazione della Gioconda. I lineamenti del volto sono delicatamente modellati con un chiaroscuro morbido, con i capelli sciolti, lunghi e fluenti, leggermente mossi.

L'elegante abito scollato, con gonfie maniche a sbuffo e un corpetto rigato, è decorato da nastrini cuciti, come quello lungo la scollatura, accentuato dal lieve tono giallo di un pastello.

La storia

 

La primogenita del duca di Ferrara Ercole I d'Este.

fu uno dei più significativi membri della famiglia d'Este e governò come duca di Ferrara dal 1471 al 1505. La sua leadership fu caratterizzata da una notevole attività politica, culturale e artistica, che contribuì allo splendore della città di Ferrara durante il Rinascimento italiano.

Ercole I fu un importante mecenate delle arti e delle lettere. Attrasse a corte numerosi artisti, poeti e intellettuali, tra cui il celebre pittore Cosmè Tura e il poeta Ludovico Ariosto, che divenne suo cortigiano. Contribuì in modo significativo alla promozione della cultura umanistica a Ferrara. La figlia Isabella, ricevette un'educazione molto approfondita sia di letteratura che nelle arti, impartita dai più grandi maestri dell'epoca. Di lei si diceva fosse abile nell'apprendimento, molto veloce a tal punto che fosse capace di memorizzare molto velocemente luoghi e circostanze. capace  e facilitata dalla sua straordinaria memoria. 

 

1479

Trovandosi Ercole a combattere in Toscana e avendo saputo che la bambina, pur avendo solo quattro anni, aveva già intrapreso gli studi, se ne rallegrò con la moglie, ma raccomandò esplicitamente che non le fossero "date bote" neppure dalla madre, se per caso non imparava.[9]

La piccola Isabella conosceva la lingua, la storia e la letteratura greca e latina, che amò moltissimo e che ebbero un grande impatto sulle sue scelte di collezionista; ma fu anche un'ottima cantante, danzatrice e musicista, soprattutto del liuto, il suo strumento preferito, e a corte ebbe occasione di discutere di arte e letteratura e di acquisire una notevole sottigliezza politica.

 

A soli sei anni fu promessa in sposa al marchese della vicina Mantova, Francesco II di Gonzaga, e nel 

 

1490

All'età di sedici anni, entrò nella città come marchesa, portando una dote di 25mila ducati. Ai festeggiamenti parteciparono ben 17mila ospiti. La giovane sposa fu presto lasciata sola dal marito, che era capitano di ventura e doveva spesso assentarsi per le frequenti guerre che laceravano l'Italia rinascimentale. A farle compagnia rimase l'amatissima cognata Elisabetta Gonzaga, moglie del duca d'Urbino Guidobaldo da Montefeltro. Per tutta la vita Isabella scambiò con lei un fitto carteggio: è anche grazie a queste lettere, conservate insieme ad altre nell'archivio di Mantova per un totale di 30mila missive, che oggi è possibile ricostruire così puntualmente le vicissitudini di questa dama e i suoi scambi con le grandi eminenze dell'epoca.


Il matrimonio con Gonzaga non fu sempre idilliaco. Oltre alle frequenti assenze del marito e alle sue numerose amanti (tra cui le malelingue dell'epoca fecero figurare anche la cognata d'Isabella, Lucrezia Borgia), a crucciare la marchesa contribuiva anche il fatto che per molti anni non riuscì a dare a Mantova un erede. 

 

1490

Quando Isabella giunse a Mantova nel 1490 come sposa di Francesco II Gonzaga, andò ad abitare in un appartamento al piano nobile del Castello di San Giorgio del quale rimangono ancora integri alcuni ambienti: lo Studiolo e la sottostante Grotta, in una delle torri rivolte verso il lago. Nella Grotta si conserva ancora la grande volta lignea costruita dai fratelli Mola nel 1506 circa nella quale si ripete la raffigurazione della cosiddetta “impresa” delle pause (o del silenzio). Le imprese erano raffigurazioni simboliche che richiamavano a esortazioni di carattere morale e definivano le virtù dei signori (o, in questo caso, delle signore) che le facevano proprie. L’impresa delle pause viene fatta propria da Isabella: possiamo intenderla come un’esortazione al silenzio contemplativo, come un atto di amore verso l’ascolto delle “voci del mondo” o più semplicemente della musica.

 

1493

La nascita della primogenita Eleonora la turbò al punto che scelse di affidarne l'educazione alla cognata Elisabetta, che non aveva figli. 

 

1500

Nacque un figlio maschio, Federico, per celebrare l'evento volle come suoi padrini niente meno che l'imperatore e il figlio del papa, Cesare Borgia. Si presume che tra il 1499 e quest'anno la stessa Isabella sia stata ritratta dallo stesso Leonardo da Vinci proprio mentre il maestro si trovava a Mantova, ospite del padre di Isabella. E' assai probabile, ma non vi sono certezze, che la stessa Isabella decise di commissionare a Leonardo un suo ritratto, dopo che proprio lei vide quello di Cecilia Gallerani, allora mante di Ludovico il moro, nel ritratto di “Dama con ermellino” realizzato un decennio prima: sembrerebbe si sia innamorata dello stile e della luce, tanto da cercare personalmente Leonardo e chiederli un ritratto per fermare nel tempo la sua bellezza.  

 

1502

Quest’ultimo avrebbe spodestato da Urbino i duchi Elisabetta e Guidobaldo, che si rifugiarono a Mantova. Fu solo grazie alle doti diplomatiche d’Isabella che le ambizioni del Borgia si arrestarono prima delle mura del marchesato.

 

2013

Il Corriere della Sera ha presentato un ritratto di Isabella in collezione privata (acconciata come santa Caterina d'Alessandria) come il dipinto avviato da Leonardo (che ne avrebbe solo dipinto il volto di profilo) e poi concluso da qualche artista successivo. L'opera è stata vagliata da ricerche documentali e tecnico-stilistiche, confermate da una datazione al carbonio-14 e un'analisi chimica dei pigmenti del viso compatibile con il tempo e l'opera di Leonardo. Se confermata, l'attribuzione si rivelerebbe come l'unico dipinto di Leonardo eseguito su tela.

 

L'esperto Carlo Pedretti, a lungo direttore del Centro di Studi Leonardeschi dell'Università di California, ha scritto in una lettera pubblicata nel articolo del Corriere della Sera del 4 ottobre 2013 che non esita «a riconoscere l’intervento di Leonardo particolarmente nella parte del volto». Ma in una intervista con Associated Press ha negato di aver autenticato il quadro come opera del maestro da Vinci. Lo studioso non ha escluso che Leonardo possa aver contribuito al ritratto ma aggiunto che, anche se questo fosse il caso, quasi certamente sarebbe stato finito da uno studente: "Leonardo era interessato alle sue ricerche personali e agli studi di meccanica e di fisica. Non aveva tempo di fermarsi su un quadro".

Questo ci fa pensare che probabilmente Leonardo ha contribuito alla “stesura” del dipinto, magari scegliendo lui stesso il supporto e i colori, ma che poi, una volta individuato lo stile pittorico che doveva rappresentare Isabella, decise di lasciarlo incompiuto o, piuttosto, farlo portare a termine, al suo ritorno a Milano, da uno deli allievi della sua bottega.

 

2015, febbraio

E' stato ritrovato nel caveau di un istituto fiduciario di Lugano (Svizzera) e sequestrato dalla Guardia di Finanza di Pesaro e dai Carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio Artistico di Ancona un dipinto attribuibile a Leonardo da Vinci, ritratto di Isabella d'Este, che stava per essere venduto.

Il dipinto è al centro di una vicenda processuale che vede la proprietaria accusata e condannata di violazione delle normative italiane in materia di esportazione delle opere d'Arte con relativa confisca. L'Autorità Giudiziaria Italiana ha chiesto assistenza giudiziaria per la restituzione all'Autorità Giudiziaria Svizzera.

 

2019, 13 maggio

il Tribunale federale svizzero a Losanna ha stabilito che non ci sono le condizioni legali per concedere l’assistenza giudiziaria all’Italia. In Svizzera l’esportazione di un dipinto di proprietà di privati, non iscritto nell‘Elenco federale, non è punibile. Di conseguenza non è adempiuta la condizione della doppia punibilità. 

Isabella d'Este di Ferrara
Isabella d'Este ritratto di Leonardo da Vinci

Ritratto di Isabella d'Este di Tiziano, 1535. 

Oggi questo dipinto è conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna

Leonardo da Vinci (?), Ritratto di Isabella d'Este, 1513-1516 circa (?), 

Collezione privata.

 Un ritratto studiato e datato da Carlo Pedretti tra il 2010 e il 2013.

Da visitare

 

Castello di San Giorgio

Nel 1459 Ludovico II Gonzaga diede incarico all'architetto Luca Fancelli, di ristrutturare il castello. Fu per anni la residenza di Isabella d'Este . Fu proprio durante la sua permanenza che il castello divenne un centro di incontro tra i maggiori artisti e umanisti dell'epoca e, oltre vedere la presenza di Leonardo da Vinci, vi passarono artisti come Pietro di Cristoforo Vannucci, Baldassarre Castiglione, Andrea Mantegna, Ludovico Ariosto. Furono davvero gli anni di maggior splendore e La città divenne, grazie alle capacità di Isabella D'este, il punto di riferimento artistico e culturale delle maggiori correnti rinascimentali dell'epoca.  

 

Sala delle Sigle,

La camera nuziale di Isabella d’Este dove è possibile rendersi conto dello stile degli ambienti e del modo di vivere della stessa Isabella. 

 

Saletta della Grotta,

facente parte dell'appartamento di Isabella d'Este in castello, la camera è collocata al piano nobile del torrione sud-orientale del Castello di S. Giorgio, all'interno dell'Appartamento di Isabella d'Este composto da ambienti di vaste dimensioni (come la camera delle Armi), ma soprattutto una serie di camerini messi in comunicazione tra di loro da un complesso sistema di rampe. Nella controtorre nord furono collocati, disposti uno sopra l'alto, lo Studiolo e la Grotta.

 

Ferrara e il passaggio di Leonardo da Vinci

Per informazioni e visite: mantovaducale.beniculturali.it

Dove si trova l'opera?

 

Attualmente si trova in Francia presso il Museo dell'Louvre di Parigi  

Museo dell'Louvre di Parigi- opere di Leonardo da Vinci

Per informazioni e visite: museedelouvre


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