PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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1506, marzo
compie studi sul volo presso Fiesole: nel "Codice sul volo degli uccelli" della Biblioteca Reale di Torino si trovano la profezia del volo umano dal Monte Ceceri.
«Piglierà il primo volo il grande uccello sopra del dosso del suo magno Cecero, empiendo l’universo di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture e gloria eterna al nido dove nacque».
Il collaudo della macchina di Leonardo
Dal Monte ceceri Leonardo collauda la sua Macchina del Volo. La Macchina consisteva in un telaio di legno leggero con struttura ad incastri e sostegni con le ampie ali in supporto ligneo e coperte da un telo leggero molto simile alla seta.
Secondo la “leggenda” Tommaso Masini si sarebbe posto sdraiato su un asse con lo sguardo dritto verso il centro del fondo valle e con una pedalata rapida che dava energia alle ali, prese il volo per circa 1000 metri ove atterrò rovinosamente nella vicina località di Camerata.
1^ ipotesi
Secondo quanto scritto da Merejkowski in un romanzo su Leonardo, Tommaso non si sarebbe rotto le gambe durante l'atterraggio e non avrebbe riportato nessuna ferita, anzi.
Chi era Merejkowski?
Dmitry Sergeyevich Merezhkovsky, noto anche come Dmitry Merejkowski, è stato uno scrittore e poeta russo del XIX e XX secolo. È famoso per i suoi romanzi storici e filosofici che esplorano temi religiosi, culturali e storici.
Uno dei suoi romanzi più noti che coinvolge Leonardo da Vinci è "Leonardo da Vinci", pubblicato nel 1901. In questo romanzo, Merezhkovsky esplora la vita e le opere di Leonardo da Vinci attraverso una lente filosofica e spirituale. Il romanzo presenta una narrazione immaginativa della vita di Leonardo, esaminando il suo genio artistico e scientifico, nonché le sue lotte interiori e le sue aspirazioni spirituali.
"Merejkowski" considera Leonardo non solo come un grande artista e scienziato, ma anche come una figura simbolica e profetica che rappresenta le tensioni tra la spiritualità e la razionalità, tra il divino e l'umano. Il romanzo offre una riflessione profonda sul significato dell'arte, della scienza e della ricerca della verità nella società e nella storia.
Il romanzo di Merezhkovsky su Leonardo da Vinci ha avuto un impatto significativo sulla percezione e sulla comprensione del genio rinascimentale e ha contribuito alla sua immortalità nella cultura letteraria.
2^ ipotesi
Il volo da Montececeri non sarebbe mai avvenuto; questo è quello che alcuni studiosi affermano. In realtà non vi è nessun documento storico attendibile che affermi che davvero vi sia stato il primo volo, volo che rimase solo un'intenzione di Leonardo.
3^ ipotesi
La conferma del volo è proprio descritta da Leonardo stesso che lo riporta nella terza di copertina del Codice sul volo degli uccelli, chiamata testualmente “ Monte del Cigno”. La domanda è: l'ha scritta davvero Leonardo o si tratta di annotazione postuma?
1506
Il duca di Ferrara da sempre legato alle arti di Leonardo, rimase colpito da un “Bacco” dipinto qualche tempo prima dal maestro e fece il possibile per ottenerlo per donarlo al cardinale di Rouen, ovvero Georges II d'Amboise. Georges II d'Amboise (1460-1510) già arcivescovo di Rouen dal 1493 fino alla sua morte nel 1510. Uomo molto influente per la sua influenza politica e religiosa in Francia durante il regno di re Luigi XII e amico del Duca Ferrarese.
1506
Durante la sua permanenza a Roma, Leonardo aveva accumulato una serie di attrezzi per il suo lavoro, vestiti e materiale di decorazione e pittura e, una volta lasciato al città per trasferirsi a Milano ( forse Firenze), riceve una serie di casse riguardanti il materiale che aveva lasciato che viene spedito presso la sua bottega.
Chi era il Duca di Ferrara?
Nel 1506, il Duca di Ferrara era Alfonso I d'Este. Alfonso I d'Este (1476-1534) fu un nobile italiano e il quarto figlio di Ercole I d'Este, Duca di Ferrara, Modena e Reggio, e di Eleonora d'Aragona. Salì al trono ducale di Ferrara nel 1505, alla morte del fratello maggiore Ercole, che non aveva figli maschi legittimi. Alfonso I d'Este è noto per essere stato un sovrano illuminato e per aver promosso l'arte e la cultura nella sua corte, diventando un importante mecenate di artisti come Titiano e Ariosto. La sua reggenza fu segnata da periodi di prosperità e sviluppo per il Ducato di Ferrara.
1506
Leonardo riceve i pagamenti per il lavoro fatto nel salone dei cinquecento relativo alla battaglia di Anghiari. Con questi soldi Leonardo pagherà i suoi collaboratori che si sono occupati di assisterlo, e cioè:
Raffaello di Antonio di Biagio, noto anche come Raffaello del Colle, è stato un pittore italiano attivo nel XV secolo, particolarmente rinomato per i suoi affreschi. Era originario di Colle di Val d'Elsa, in Toscana.
Uno dei suoi lavori più noti è l'affresco della "Madonna della Misericordia" nella Collegiata di San Pietro a Colle di Val d'Elsa, datato intorno al 1478-1480. Quest'opera mostra la Madonna che protegge i membri della confraternita sotto il suo mantello, una scena tipica della devozione mariana del periodo.
Raffaello del Colle è stato anche associato alla bottega di Filippino Lippi, uno dei principali pittori del Rinascimento fiorentino.
Ferrando, lo spagnolo, suo “attrezzista”. Chi era davvero?
1^ ipotesi
Jaume Huguet, attivo tra il 1448 e il 1492. Huguet fu uno dei principali pittori del Rinascimento catalano e contribuì allo sviluppo dell'arte rinascimentale in Spagna.
2^ ipotesi
Bartolomé Bermejo, considerato uno dei più importanti pittori del tardo Gotico spagnolo e fu noto per la sua maestria tecnica, l'uso vibrante del colore e la capacità di creare opere di grande intensità emotiva.
3^ ipotesi
Fernando Gallego, detto “ferrando”, è vissuto nel XV secolo, con le sue opere datate approssimativamente tra il 1460 e il 1507. La sua attività principale si svolse a Salamanca, in Spagna, dove realizzò molte delle sue opere più famose, inclusi affreschi e polittici per chiese locali. Fu presente anche in Italia tra Firenze e Roma, La sua influenza artistica del rinascimento spagnolo e italiano fu significativa nell'ambito dell'arte religiosa spagnola del tardo gotico e del primo rinascimento.
1506, 27 aprile
Giovanni Ambrogio de Predis è a Milano, anche per conto di Leonardo.
Chi è Giovanni Ambrogio de Predis?
Giovanni Ambrogio de Predis è stato un pittore italiano del Rinascimento, attivo principalmente a Milano nel XV secolo. È noto soprattutto per il suo lavoro come ritrattista e miniaturista.
De Predis nacque intorno al 1455 a Preda, un piccolo villaggio vicino a Como, in Italia. Divenne allievo del celebre pittore Leonardo da Vinci, lavorando con lui a Milano intorno al 1490. Lavorò anche in collaborazione con suo fratello, Evangelista de Predis, anch'egli pittore.
Giovanni Ambrogio de Predis è noto soprattutto per i suoi ritratti, che includono ritratti di membri della famiglia Sforza, la famiglia regnante di Milano, e di altre figure illustri dell'epoca. I suoi dipinti sono caratterizzati da una precisione nei dettagli e da una grazia delicata nel trattamento dei soggetti.
Inoltre, de Predis era anche un abile miniaturista, e realizzò numerose miniature per manoscritti e libri durante la sua carriera. Le sue opere sono caratterizzate da una grande attenzione ai dettagli e da una padronanza della tecnica.È documentato che Giovanni Ambrogio de Predis e suo fratello, Evangelista de Predis, lavorarono con Leonardo alla realizzazione di dipinti e progetti artistici, incluso il celebre "Cenacolo" (Ultima Cena) nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Anche se il loro contributo specifico a questo dipinto non è del tutto chiaro, è probabile che abbiano partecipato alla sua realizzazione sotto la guida di Leonardo.
L'incontro
Giovanni Ambrogio de Predis si trova a Milano per raggiunge, un accordo con la Confraternita della Concezione in merito alla seconda versione della Vergine delle rocce.
Per quale motivo cerca di giungere ad un accordo?
Il contratto stipulato il 25 aprile 1483, venne siglato a Milano innanzi al notaio Antonio di Capitani, giurista abituale della confraternita dalla fondazione della stessa .
La committente, ovvero la Confraternita milanese dell'Immacolata Concezione, incaricò gli artisti per la realizzazione di un dipinto, che sarebbe stato successivamente collocato presso cappella della chiesa di San Francesco Grande a Milano.
Firmato da Leonardo e Giovanni Ambrogio ed Evangelista de Predis, che lavorarono per Leonardo ed erano considerati come artisti validi e molto conosciuti a Milano assieme al più rinomato Leonardo da Vinci, già affermato e con titolo di "maestro", purtroppo venne rispettato in quanto l'opera non venne consegnata nei tempi prestabiliti e i committenti si rivolsero all'avvocatura innescando, di fatto, un lungo processo che vide gli artisti stessi, privati di buona parte dei loro emolumenti prefissati in precedenza.
1506, 30 aprile
avvenne la liquidazione dell’eredità, dalla quale Leonardo fu escluso. I suoi fratelli, da sempre in pessimi rapporti con Leonardo, si opposero fermamente all'eredità in quanto lo consideravano illegittimo e non degno. Furono proprio i fratelli a promuovere contro di lui la causa giudiziale di illegittimità e, in questa data, avvenne la liquidazione dell’eredità, ma solo ai suoi fratelli, lasciandolo, di fatto, escluso dalla successione.
1506, maggio
In maggio si registra una corrispondenza tra Alessandro Amadori, fratello della prima moglie di Ser Piero, e Isabella d'Este, a proposito di «quelle figure che avevamo richiesto a Leonardo».
1506, 30 maggio
Il 30 maggio, prima di partire per Milano, Leonardo deve impegnarsi per contratto a rientrare a Firenze entro tre mesi, per finire la Battaglia d'Anghiari.
1506, 18 agosto
il Maresciallo di Francia, Gian Giacomo Trivulzio, condottiero militare che servì sotto vari sovrani, incluso il re di Francia Luigi XII.
Nel 1503, Trivulzio venne nominato maresciallo di Francia, una delle più alte cariche militari nel regno francese, chiede espressamente alla Signoria di Firenze, presieduta da Piero Soderini, una proroga che consenta a Leonardo portare a termine le svariate opere che aveva in sospeso nella città di Milano.
1506, ottobre
Con un comunicato ufficiale, la Signoria esprime il proprio diniego alla richiesta francese. Questo, molto probabilmente, fu un episodio scatenante per Leonardo che era già sotto pressione per le molteplici commesse che doveva portare a termine e il diniego di Soderini, che non spalleggiava affatto per la famiglia Medici che da sempre proteggevano Leonardo, fu la goccia che fece traboccare il vaso. E' pensabile che le condizioni che si erano verificate, porteranno Leonardo ad abbandonare per sempre il suo Paese.
Milena Magnano, Leonardo, collana I Geni dell'arte, Mondadori Arte, Milano 2007, pag. 112. ISBN 978-88-370-6432-7
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