PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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1515, 9 gennaio
Nel Manoscritto G. è annotata la partenza da Roma del Magnifico Giuliano che si reca in Savoia che avrà il compito di sposare, in un matrimonio di stato, la zia del futuro re Francesco I.
Esegue, ma non se ne conosce la collocazione, una "Nostra Donna" e un "Fanciulletto" per un suo conterraneo: Baldassare Turini da Pescia.
Chi era Baldassare Turini da Pescia?
Fu un vescovo italiano del XVI secolo. È noto principalmente per essere stato il vescovo di Pistoia e Prato dal 1547 al 1550. Durante il suo episcopato, si impegnò nella promozione della riforma ecclesiastica e della disciplina tra il clero della sua diocesi.
Turini da Pescia cercò di attuare riforme volte a migliorare la moralità e l'efficienza del clero, cercando di combattere la corruzione e l'abbandono dei doveri religiosi. Tuttavia, le sue riforme furono accolte con resistenza da alcuni settori del clero e della popolazione locale.
La sua breve episcopato a Pistoia e Prato fu seguito da altri incarichi ecclesiastici. Sebbene non sia una figura così famosa o influente come alcuni dei suoi contemporanei, Turini da Pescia rappresenta comunque un esempio di vescovo impegnato nella promozione della riforma ecclesiastica nel contesto della Chiesa del Rinascimento italiano.
S'interessa di meccanica e anatomia, tanto da essere allontanato dall'Ospedale di Santo Spirito con l'accusa di negromanzia.
Va ricordato che la negromanzia, o magia nera, nel Rinascimento era una pratica magica che coinvolgeva l'uso di incantesimi, rituali e invocazioni per invocare spiriti maligni o demoni al fine di ottenere potere, conoscenza o influenzare gli eventi. Era considerata una forma di magia proibita e condannata dalla Chiesa cattolica.
Vi era un crescente interesse per l'occultismo e la magia, alimentato dalle opere di pensatori come Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola, che cercavano di conciliare la magia con la filosofia e la teologia. Tuttavia, la negromanzia era generalmente considerata una pratica eretica e pericolosa, e coloro che venivano accusati di praticarla potevano essere perseguitati e condannati come eretici.
Ci sono numerosi resoconti storici di processi per stregoneria e negromanzia durante il Rinascimento, in cui individui venivano accusati di pratiche magiche oscure e sottoposti a interrogatori, torture e condanne capitali. Anche se molte di queste accuse erano basate su superstizioni e credenze popolari, la paura della magia nera e del suo potere persisteva nella società del Rinascimento.
Alcuni artisti e scrittori del Rinascimento, come Hieronymus Bosch, affrontarono il tema della magia nera nelle loro opere d'arte, raffigurando scene di stregoneria e diabolismo che riflettevano le paure e le ossessioni della loro epoca.
1515, 12 luglio
all'incoronazione di Francesco I di Francia, che avvenne il 12 luglio 1515 nella Cattedrale di Saint-Jean a Lione, in Francia. Francesco I fu incoronato re di Francia dopo la vittoria nella battaglia di Marignano (anche conosciuta come battaglia di Melegnano) nel settembre 1515 contro le forze della Lega Santa.
L'incoronazione di Francesco I a Lione fu un evento significativo nella storia della Francia e del Rinascimento europeo. Questo evento segnò la fine del regno di Luigi XII e l'inizio del regno di Francesco I, che sarebbe stato caratterizzato da una serie di importanti eventi politici, culturali e militari, incluso il consolidamento del potere reale e il mecenatismo delle arti e delle lettere.
Rielabora il suo "leone meccanico" per il corteo dell'incoronazione di Francesco I. Il "Leone meccanico" di Leonardo è un'opera che rappresenta un leone animato, alimentato da un meccanismo interno. È stato progettato da Leonardo da Vinci durante il Rinascimento, ma non è chiaro se sia mai stato realizzato durante la sua vita.
Il progetto del "Leone meccanico" è giunto fino a noi attraverso i disegni e gli appunti di Leonardo. Il leone avrebbe dovuto camminare in avanti, muovendo la testa e la coda, durante una cerimonia regale. Tuttavia, non ci sono prove concrete che dimostrino che il leone sia stato effettivamente costruito da Leonardo stesso.
Si dedica ai ludi geometrici; disegna compassi, figure in costumi teatrali, l'allegoria del cane-lupo al timone di una barca con la bussola orientata dall'aquila reale (Windsor).
1515, 30 novembre
si reca a Firenze con Leone X e poi a Bologna. Delinea un suo itinerario attraverso l'Emilia e una pianta schematica e idealizzata di Firenze, con l'elenco delle porte di Milano aggiunto da Melzi.
1515
Leonardo da Vinci si recò a Bologna, dove dimorò a palazzo Felicini, al seguito di Giuliano de' Medici che era in città per incontrarvi il re di Francia Francesco I.1
1515
Leonardo era un'amante della coltivazione dell'uva, della progettazione dei vitigni e delle procedure che consentivano di al chicco della terra di trasformarsi in succo divino.
Era molto meticoloso e seguiva a fare il vino, possibilmente nella maniera migliore, fu sempre nei pensieri di Leonardo come evidenziato, ad esempio, in una lettera del 1515 che scrisse al fattore del suo Podere di Fiesole, andando a precisare come si doveva ottimizzare la qualità dell’uva, la concimazione della vite con sostanze basiche e la vinificazione in botti chiuse.
Il tutto conchiuso anche in una sua specifica frase :“Concio sia cosa che si voi et altri faciesti senno di tali ragioni, berremmo vino excellente”. Leonardo si lamenta pure del fatto che durante il “ bullimento, per aver condotta questa fermentazione a vasi discuoperti, tutto l’aroma se ne è fuggito con l’essenza”.
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