PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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Titolo dell'opera: Angelo annunciante
Data di produzione: 1476-1482
Dimensioni: 131 cm altezza
Conservata presso: Pieve di Collodi
Soggetto: Angelo
Tecnica: terracotta polìcroma
Attribuzione: Leonardo da Vinci
Cosa rappresenta l'Arcangelo Gabriele?
L'Arcangelo Gabriele è una figura importante nella tradizione religiosa di diverse religioni, comprese il Cristianesimo, l'Islam e l'Ebraismo. Nella tradizione cristiana, Gabriele è considerato uno degli arcangeli principali e viene menzionato in diversi passaggi della Bibbia.
Gabriele è noto soprattutto per annunciare importanti eventi divini. Nel Vangelo di Luca, viene inviato da Dio per annunciare a Maria che sarebbe diventata madre di Gesù, il Figlio di Dio. Questo annuncio, noto come l'Annunciazione, è uno dei momenti più significativi nella narrazione della nascita di Gesù.
Inoltre, Gabriele viene menzionato nel Libro di Daniele dell'Antico Testamento, dove interpreta sogni e visioni profetiche. È considerato un messaggero di Dio, incaricato di portare importanti messaggi e rivelazioni agli esseri umani.
Nella tradizione islamica, l'Arcangelo Gabriele, noto come Jibril in arabo, è anche considerato un importante messaggero di Allah e viene associato alla trasmissione delle rivelazioni divine al profeta Maometto, compreso il Corano.
In sintesi, l'Arcangelo Gabriele è una figura venerata e rispettata in molte tradizioni religiose per il suo ruolo come messaggero divino e annunciatore di eventi significativi nella storia religiosa.
Attribuzione:
Il prof.Carlo Pedretti docente all’Università di California negli U.S.A. e direttore del centro Hammer per gli studi di Leonardo, considerato il massimo esperto mondiale sull’arte e la vita del genio di Vinci, rilasciò una dichiarazione inequivocabile:
"Non sono io a dire che la scultura è di Leonardo, è la statua stessa. Il drappeggio del braccio, l'impostazione del corpo che suggerisce il movimento. Poi il particolare anatomico dei piedi. Ma soprattutto sono la capigliatura, tipica leonardesca, e il volto, quello delle sue prime immagini, dei suoi primi dipinti, che torna nelle opere più tarde di Leonardo."
Secondo il Prof. Pedretti, Leonardo potrebbe aver visitato la pieve durante i suoi studi sull'ingegneria idraulica dell'Arno.
Sempre secondo Prof. Pedretti l'opera in terracotta sarebbe riconducibile ai primi lavori di Leonardo proprio quando era a bottega dal Verrocchio intorno al 1470.
Aspetti che denotano un'impronta Leonardiana
Da osservatori esterni ogni statua è pressochè simile ad un'altra, in realtà ogni artista “firma” la sua opera con caratteristiche che possono determinarne il suo modello scultoreo e creativo personale.
Andando maggiormente in profondità in quest'opera, possiamo cogliere alcuni dettagli che Leonardo avrebbe utilizzato per rendere propria questa statua, come ad esempio:
1). Il drappeggio del braccio
il tessuto evocato sul braccio, ricorda diversi cartoni di Leonardo e gli studi sui tessuti da lui eseguiti.
2). La capigliatura
segue il flusso leonardiano sia nello stile che nella forma. I ricci dei capelli non sono elaborati come le opere su pittura successive, ma trattandosi di un lavoro fatto in adolescenza, è possibile vederne la genesi.
3). Il volto e il corpo
mai frontale, piuttosto ispirato a leggeri movimenti muscolari del capo che lo “fermano” in un istante ben preciso; cosi come il suo braccio destro che sembra sottolineare il movimento anche del corpo fino a fissarlo un un trittico comunicativo: volto, corpo e braccio.
Storia dell'opera
1773
L'Angelo annunciante venne colpito da una scala utilizzata per alcuni lavori adiacenti alla statua e cadde rovinosamente a terra frantumandosi.
1958
Fu attribuita alla scuola del Verrocchio dallo storico d’arte Ludovico Ragghianti.
1999
Carlo Pedretti (1928-2018), la identificò senza ombra di dubbio quale opera giovanile di Leonardo da Vinci.
2019
L'opera subì un intervento di restauro durato all'incirca un anno, eseguito magistralmente dal settore dei Materiali Ceramici, Plastici e Vitrei dell’Opificio delle Pietre dure e la direzione del delicato intervento venne chiamata Laura Speranza. dopo un restauro presso l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l'opera è stata esposta con un'attribuzione dubitativa a Leonardo, ma comunque riferita con relativa sicurezza alla bottega di Andrea del Verrocchio.
L’Opificio ha anche creato digitalmente una copia dell'opera in terracotta, definita come copia dell'originale recuperando addirittura i pigmenti utilizzati per la realizzazione dell'opera. Entrambe, sia l'originale che la sua copia sono visibili al primo piano del complesso.
Dove si trova l'opera?
Si trova presso la Pieve di San Gennaro a Capannoli, in provincia di Pisa .
La Pieve è un importante edificio religioso risalente almeno al 980 che ha subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli.
L'edificio presenta una struttura a tre navate e tre absidi, anche se oggi resta soltanto quella di sinistra.
La facciata della chiesa mostra numerosi elementi di rifacimento, con i capitelli cubici del portale e la loggetta dell'ordine superiore che conservano il loro carattere originale. Lungo il fianco settentrionale si possono ancora osservare archetti pensili su mensole con un repertorio decorativo variegato, ripetuto anche nelle mensole della zona absidale e nei due capitelli delle colonne in controfacciata. Le navate presentano diversi stili di capitelli, con alcune figure astratte fortemente geometrizzate.
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