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LEONARDO DA VINCI E IL BATTISTERO DI FIRENZE

897 d.C.

Dai documenti catastali risulta chiamata Basilica.

Quel che è certo è che nei documenti storici viene citato per la prima volta come basilica nel 897, mentre diventa 1128

Da quest'anno diventa battistero della città di Firenze

 

1128

Questo edificio simbolo della città, è caratterizzato da una pianta ottagonale dal diametro di 25,60 m, sovrastata da una gfrande cupola chiusa a forma di piramide. 

All’esterno presenta la decorazione caratteristica dell’architettura romanica fiorentina, con marmi bianchi di Carrara e marmi verdi di Prato.
Le colonne e i capitelli sono due elementi architettonici fondamentali che sono stati utilizzati in molte culture e stili architettonici diversi nel corso della storia.

 

Colonne

le colonne sono elementi verticali che sostengono una struttura architettonica, come un architrave, un arco o una volta. Sono costituite da un fusto cilindrico, che può essere liscio o decorato con scanalature o scolpiture, e una base e un capitello ai loro estremi. Le colonne possono essere realizzate in vari materiali, tra cui pietra, marmo, legno e metallo, e sono state utilizzate in molte culture e stili architettonici in tutto il mondo.

 

Capitelli

sono gli elementi terminali delle colonne, posti sopra il fusto e sotto l'architrave o la trabeazione. Sono progettati per distribuire uniformemente il carico della struttura sopra di essi e possono essere realizzati in una varietà di forme e stili decorativi. I capitelli possono essere classificati in diversi tipi in base al loro stile, come il capitello dorico, ionico, corinzio e composito, o possono essere decorati con sculture o rilievi che rappresentano motivi religiosi, vegetali o geometrici.

Le colonne e i capitelli sono elementi chiave dell'architettura classica e hanno avuto un'enorme influenza su molti stili architettonici successivi. La loro bellezza e funzionalità li rendono elementi centrali di molte opere architettoniche di rilievo in tutto il mondo.

 

Sia le colonne che i capitelli sono differenziati per tipologia e per colore del marmo e disposti di conseguenza. Ai lati della porta est vi sono anche delle colonne in porfido che sembrano non appartenere al progetto originale. Sono un “regalo” che i pisani fecero ai fiorentini a seguito di una breve alleanza, che aveva visto Firenze proteggere Pisa mentre questa era impegnata in una guerra contro i pirati saraceni nelle isole Baleari.

 

Nonostante ciò, le colonne divennero parte integrante dell’edificio e furono restaurate e rafforzate con delle cerchiature in ferro dopo che erano state danneggiate dall’alluvione dell’11 aprile del 1424.

1330-1336

 

1424, 11 aprile

L'alluvione fu un evento storico significativo che ha avuto luogo a Firenze, Italia. Questa alluvione venne considerata da sempre  una delle peggiori catastrofi naturali nella storia della città e ha causò gravi danni alle persone e alle proprietà.

Durante questa alluvione, il fiume Arno straripò a causa delle forti piogge, causando inondazioni e danneggiando molti quartieri di Firenze. Le acque del fiume sommersero le strade e le abitazioni, distruggendo ponti, mulini, case e opere d'arte. La città subì danni ingenti, con molte perdite di vite umane e una devastazione economica significativa.

Tra i danni più gravi causati dall'alluvione vi fu la distruzione parziale della basilica di Santa Croce, dove furono danneggiati affreschi di artisti rinomati come Giotto e Cimabue. Anche altre chiese e strutture storiche subirono danni irreparabili.

L'alluvione ebbe un impatto duraturo sulla città di Firenze e sulla sua popolazione, e molte opere di restauro e ricostruzione furono necessarie per ripristinare la città alla sua antica gloria e, anche per il Battistero, le colonne furono restaurate e rafforzate con delle cerchiature in ferro. 

 

Lo scultore Andrea Pisano viene chiamato per costruire la Porta Sud, la più antica, ove si possono trovare le incisioni della vita di Giovanni Battista e le Virtù cristiane.

La Porta Sud è una delle tre porte principali del Battistero di San Giovanni, insieme alla Porta Est (realizzata da Lorenzo Ghiberti) e alla Porta Nord (realizzata da Andrea Pisano e successivamente rifinita da Ghiberti). Questa porta è decorata con rilievi scolpiti che rappresentano episodi della vita di San Giovanni Battista, oltre a scene della vita di Cristo e dei santi.

 

Lorenzo Ghiberti (1378-1455) venne chiamato per lavorare sulla porta orientale del Battistero di San Giovanni a Firenze, comunemente conosciuta come "Le Porte del Paradiso".

Le Porte del Paradiso sono un capolavoro dell'arte rinascimentale e sono considerate una delle più grandi realizzazioni dell'arte italiana. Ghiberti iniziò a lavorare su queste porte nel 1403 e completò il progetto nel 1424, ma continuò a lavorarci fino al 1452 per i ritocchi finali.

Le porte sono costituite da 28 pannelli bronzei, ciascuno ricco di dettagli e intagli finemente elaborati. Ghiberti utilizzò la tecnica della fusione a cera persa per creare le figure e i rilievi sulle porte, e le scene rappresentate includono episodi del Vecchio Testamento e del Nuovo Testamento, insieme a ritratti di profeti, santi e patriarchi.

Le Porte del Paradiso furono considerate un trionfo dell'arte e della tecnica del loro tempo e fecero di Ghiberti uno degli artisti più celebrati della sua epoca.

BATTISTERO DI fIRENZE

Il sollevamento del Battistero di Leonardo

Tra le mille idee di Leonardo, quella di innalzare il battistero di Firenze fu davvero curiosa.

In effetti pensò bene di iniziare a lavorare ad un progetto per il sollevamento totale della basilica, intervenendo con macchinari che gli avrebbero consentito di rialzare tutta la struttura architettonica ponendo alla sua base una serie di gradinate per sopraelevare di alcuni metri e rendere la struttura più alta rispetto alla piazza che la ospitava. basamento elevato su quattro gradini e che per far ciò avesse pensato al sollevamento in blocco dell’edificio attraverso l’uso di funi e argani, per poi adagiarlo sulla nuova base a lavoro completato!

 

Strumenti che a loro volta erano figli del genio architettonico di Brunelleschi, il quale li aveva concepiti per il cantiere in quota della sua immensa cupola in muratura: queste macchine di sollevamento e rotazione sono un filo rosso che affratella tre dei massimi geni della storia dell’arte, ossia Brunelleschi, Verrocchio e Leonardo. Di mano di Leonardo si conservano alcuni splendidi studi grafici del famoso argano girevole di Filippo.

 

“Et ogni giorno faceva modegli e disegni da potere scaricare con facilità monti e forargli per passare da un piano a un altro, e per via di lieve e di argani e di vite mostrava potersi alzare, e tirare pesi grandi, […] ché quel cervello mai restava di ghiribizzare, de’ quali pensieri e fatiche se ne vede sparsi per l’arte nostra molti disegni, et io n’ho visti assai. E fra questi modegli e disegni ve n’era uno, col quale più volte a molti cittadini ingegnosi, che allora governavano Fiorenza, mostrava volere alzare il tempio di San Giovanni di Fiorenza, e sottomettervi le scale, senza ruinarlo, e con sì forti ragioni lo persuadeva, che pareva possibile, quantunque ciascuno, poi che è si era partito, conoscesse per se medesimo l’impossibilità di cotanta impresa.”

 

 

L'argano a tre velocità di Brunelleschi, disegnato da Leonardo (Biblioteca Ambrosiana).

 

Modello funzionante da Leonardo da Vinci, Codice Atlantico (BAM), c. 1083v

Inventato da Brunelleschi (c. 1420) questo argano e formato da una robusta struttura saldamente ancorata a terra. Mediante due ruote orizzontali solidali, che operano in alternativa, ognuna dotata di ingranaggi cilindrici ruotanti (per ridurre gli effetti degli attriti), un albero verticale aziona un albero orizzontale cilindrico che presenta due diversi spessori e trascina, mediante un sistema rocchetto-ruota dentata, un altro albero cilindrico orizzontale di spessore ancora diverso. Gli alberi cilindrici orizzontali, attorno ai quali sono avvolti i canapi di sollevamento (che passano attraverso una taglia in quota), girano con tre diverse velocita (corrispondenti a tre diverse potenze), che vengono selezionate in relazione al carico da sollevare.

La macchina, che e fornita di un dispositivo di sicurezza per impedire l'inversione della rotazione degli alberi, e azionata da una coppia di buoi.

Alla base dell'albero motore si osserva un dispositivo a vite senza fine che consente di alzarlo o di abbassarlo con la conseguenza di ingranare l'una o l'altra delle ruote orizzontali con i pioli del tamburo. Questa operazione consente di invertire il senso di rotazione degli alberi cilindrici orizzontali (e, di conseguenza, di passare dalla salita alla discesa del carico) senza bisogno di staccare gli animali dal giogo e riattaccarli in senso contrario.

studi di Leonardo da Vinci

disegno di Leonardo da Vinci, Codice Atlantico (BAM), c. 1083v, ideato da Brunelleschi

Ma Leonardo s’interessò al Battistero anche in qualità di ingegnere e architetto con un progetto stupefacente che non fu mai realizzato. Anticamente il “bel San Giovanni” era sopraelevato su una scalinata, progressivamente inghiottita dall’innalzarsi del livello del suolo; Vasari ci tramanda che Leonardo progettò di reintrodurre un 

Del progetto rimane testimonianza in un disegno del Granacci (Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi), e in due ricostruzioni del San Giovanni pubblicate nei Discorsi di Vincenzo Borghini. Quest’idea, apparentemente “folle” e visionaria anche per l’ingegneria contemporanea, gli fu forse ispirata dalla notizia che nel XV secolo il bolognese Aristotele Fioravanti fosse riuscito a spostare una torre di Bologna conservandola integra. 

MODELLINO DEL BATTISTERO

Ma su questo punto troviamo un’altra correlazione importante tra la storia dell’Opera di S. Maria del Fiore e il genio di Leonardo: derivò certamente molte conoscenze di ingegneria meccanica, per le quali è celebre, dalle macchine inventate da Brunelleschi per innalzare la cupola: gru, leve, viti, ingranaggi, pesi e contrappesi; e un suo studio dell’argano a tre velocità del Brunelleschi, ora all’Ambrosiana, lo comprova. L’occasione per lui di entrare a contatto e studiare le innovazioni del cantiere brunelleschiano si ebbe negli anni di apprendistato col Verrocchio, durante i quali il maestro e la sua bottega ultimarono e posero in opera la grande Palla dorata della Cupola del Duomo (1472), come Leonardo stesso ricorda in due fogli del Codice Atlantico, dove ricopiò la gru girevole usata per il collocamento dell’enorme globo.

Infine, il nome di Leonardo compare in uno dei più importanti documenti conservati nell’Archivio storico dell’Opera: il 25 gennaio 

 

1504,  25 gennaio 

una commissione composta dai maggiori artisti dell’epoca (tra gli altri, Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Filippino Lippi, il Perugino) decise che la scultura dovesse essere posta all’ingresso di Palazzo Vecchio, come emblema della forza e indipendenza dei fiorentini.

L’8 settembre 1504 la statua fu rivelata alla città, suscitando l’ammirazione di tutti. In origine alcune parti erano dorate: una ghirlanda sul capo, il tronco (o broncone) dietro la gamba destra e la fionda. La scultura, con la base scolpita, è alta 517 centimetri e pesa 5560 chili.
L’imponente marmo, lavorato dal Buonarroti, infatti, era stato commissionato dall’Opera per destinarlo a uno degli speroni esterni della Cattedrale, ma data l’eccezionale bellezza dell’opera, si pensò subito a una sede ancor più importante. 

Alcuni di loro proposero di porre il gigante in piazza davanti alla Cattedrale, altri dove poi sarà di fatto collocato, in piazza Signoria, di fianco alla porta del Palazzo; un terzo “partito”, guidato da Sangallo, considerando la fragilità del marmo della statua, aveva invece suggerito di collocarlo nella Loggia dei Lanzi.

 

Cos'è La Loggia dei Lanzi?

E' una costruzione rinascimentale situata in Piazza della Signoria a Firenze, Italia. Essa funge da spazio pubblico coperto e aperto su tre lati, caratterizzato dalla presenza di numerose sculture antiche e rinascimentali. 

 

Storia 

La Loggia dei Lanzi fu costruita tra il 1376 e il 1382 su progetto di Benci di Cione e Simone di Francesco Talenti. Originariamente era chiamata "Loggia della Signoria" o "Loggia dell'Orcagna." Fu successivamente rinominata "Loggia dei Lanzi" dopo che Cosimo I de' Medici vi posizionò una guardia mercenaria di lancieri svizzeri, noti come i "lanzi."

 

Architettura 

la Loggia dei Lanzi presenta un'elegante architettura rinascimentale con archi gotici e colonne corinzie. È aperta su tre lati, con la facciata principale rivolta verso Palazzo Vecchio.

 

Sculture 

e' nota soprattutto per la sua collezione di sculture all'aperto. Tra le opere più famose si trovano "Il Ratto delle Sabine" di Giambologna, "Perseo con la testa di Medusa" di Benvenuto Cellini e diverse opere antiche come le sculture dei Medici e altre provenienti da antichi edifici romani.

 

Collocazione:

E' situata all'angolo sud-est di Piazza della Signoria, di fronte a Palazzo Vecchio e accanto agli Uffizi. È aperta al pubblico e ospita numerose persone che si fermano per ammirare le sculture e godere dell'atmosfera della piazza.

studi e analisi dell'opera
studio di Leonardo da Vinci

La proposta di Leonardo

Leonardo suggerì di collocarlo sul lato breve della Loggia dentro una nicchia, giustificando l’idea con la necessità di non disturbare le cerimonie pubbliche. Era questa una soluzione che avrebbe alterato la percezione dei valori formali del capolavoro relegandolo inoltre in una posizione defilata. Da ciò si può intuire il clima di rivalità che correva tra i due artisti, derivante dalla loro diversa estetica. Sappiamo che Leonardo non apprezzò il David, per via della sua anatomia eccessivamente possente, e un disegno dello stesso Leonardo, raffigurante la scultura, testimonia ancor oggi l’interesse e insieme la distanza tra l’ideale estetico del maestro di Vinci e quello del più giovane Buonarroti.

Lo studio di Leonardo per una chiesa a pianta centrale (dal Codice Atlantico).

Il richiamo all’impresa dovette poi giungergli dalla notizia che un altro architetto italiano era già riuscito in una simile opera: il bolognese Aristotele Fioravanti. Questi, che come Leonardo era architetto e ingegnere geniale, nel 1455 era incredibilmente riuscito a spostare di oltre 13 metri una torre alta 24, (quella di Santa Maria maggiore a Bologna, oggi scomparsa), alzandola e riposizionandola integra col solo uso di ingranaggi cilindrici, tiranti e argani. Le cronache ricordano lo stupore e la paura dei presenti alla traslazione, che portò la fama di Aristotele a dilagare fin oltre i confini d’Italia (andrà al servizio dello Zar, a Mosca) come campione della statica e di ingegneria “edile”, tanto da esser chiamato al restauro di torri e campanili in tutta Italia (tra cui la movimentazione del famoso obelisco di piazza San Pietro); certamente la notizia giunse anche a Leonardo che deve averla appresa nel senso di una sfida e, al tempo stesso, di una possibilità.

 

Non abbiamo che alcune scarse notizie di questo progetto rimasto sulla carta, e neppure di questi molti disegni ricordati da Vasari ne è giunto alcuno a noi. Ma la memoria di quest’idea di ripristinare la gradinata del Battistero riecheggiava nelle ricerche architettoniche di artisti a lui contemporanei. 

Dove si trova il Battistero? 

battistero di Firenze

https://duomo.firenze.it/it/opera-magazine/post/4781/scoprendo-leonardo-le-tracce-di-da-vinci-nell-opera-di-santa-maria-del-fiore

cupola con la palla d'oro del Verrocchio

Dove cadde la palla d'oro del Verrocchio?

Forse non tutti sanno che il 17 Gennaio del 1601, durante un violento temporale, un fulmine colpì la palla in rame dorato che adesso potete ammirare in cima alla cupola del Duomo. Dopo essere stata colpita dal fulmine questa palla dorata cascò a terra. Considerate che non era proprio leggerina, dato che pesava 18 quintali e fece un salto di 110 metri.

Molti fiorentini diedero la colpa a Satana, dato che sulla palla si trovava una croce, simbolo della religiosità fiorentina. Proprio per questa credenza popolare l’anno dopo il Cardinale Alessandro di Ottaviano dei Medici, d’accordo con il Granduca Ferdinando I, chiese di inserire nei bracci della Croce alcune reliquie, chiedendo così la protezione di Dio. Con la scritta latina ad repellendum fulminum impetus la sfera dorata fu di nuovo posta in cima alla cupola. Nonostante sia stata ancora colpita dai fulmini la palla non cascò più, forse fu merito della protezione divina, in ogni caso, nel 1859 Benjamin Franklin inventò il parafulmine. Ed ora possiamo stare ancora più tranquilli che l’enorme palla non si staccherà mai più (o almeno lo speriamo).

 

n effetti, la lastra bianca circolare, rappresenterebbe, secondo la tradizione, il punto in cui venne cadere, a seguito di un fulmine che la colpì nella notte fra il 26 ed il 27 gennaio 1600, la grande palla di rame dorato che, sormontata dalla croce, adorna la sommità del “Cupolone” del Duomo di Firenze. 

 

Dopo la caduta, la sfera fu sostituita con una copia nel 1601, mentre l'originale fu successivamente collocato nel Museo dell'Opera del Duomo per preservarne lo stato. Attualmente, la Palla d'Oro originale di Verrocchio è esposta nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze, insieme ad altre opere d'arte e manufatti legati alla cattedrale di Santa Maria del Fiore e ai suoi edifici circostanti.

ingresso del Battistero di Firenze

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