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PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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LEONARDO DA VINCI E LA BELLA PRICIPESSA
Titolo dell'opera: Bella principessa
Data di produzione: 1495 circa
Dimensioni: 33×23,9 cm
Conservata presso: Collezione privata (Canada)
Soggetto: Bianca Giovanna Sforza
Tecnica: gesso e inchiostro su pergamena
Attribuzione: Incerta a Leonardo da Vinci
Chi è ritratta nell'opera?
Bianca Giovanna Sforza (1482 – Milano, 23 novembre 1496), o semplicemente Bianca, fu Signora di Bobbio, Voghera e Castel San Giovanni. Era figlia illegittima, poi legittimata, del duca Ludovico il Moro e della sua amante Bernardina de Corradis, moglie di Galeazzo Sanseverino, capitano generale delle armate di Ludovico il Moro, nonché favorita della duchessa Beatrice d'Este. La Bella Principessa attribuita a Leonardo da Vinci. Secondo alcuni critici un possibile ritratto di Bianca Giovanna.
Bianca Sforza fu allevata alla corte ducale di Milano e ricevette un'educazione raffinata e completa, come era consuetudine per le figlie della nobiltà dell'epoca. Nonostante la sua nascita illegittima, Ludovico Sforza si preoccupò di garantire che sua figlia avesse un'educazione di alta qualità e le fornì molte opportunità per sviluppare le sue abilità e interessi.
Nel 1494, all'età di ventidue anni, Bianca Sforza sposò Galeazzo Sanseverino, un nobile italiano, stabilendo così legami tra la famiglia Sforza e altre famiglie nobili italiane. Tuttavia, il matrimonio fu di breve durata, poiché Galeazzo morì nel 1496 senza lasciare figli.
Dopo la morte di Galeazzo, Bianca Sforza tornò alla corte di Milano, dove visse sotto la protezione del padre Ludovico. Nel 1499, tuttavia, la famiglia Sforza cadde in disgrazia quando le truppe francesi invasero Milano e Ludovico fu catturato. Bianca Sforza e sua madre Beatrice d'Este fuggirono a Venezia, dove vissero in esilio per il resto della loro vita.
Bianca Sforza morì nel 1510 all'età di trentotto anni, probabilmente a causa di complicazioni legate alla gravidanza o al parto. Nonostante la sua breve vita, Bianca Sforza rimane una figura affascinante nella storia italiana del Rinascimento, simbolo delle complessità delle relazioni politiche e familiari durante quel periodo tumultuoso.
1516
Secondo atti documentali, il ritratto de “La bella principessa” sarebbe già presente nelle collezioni reali francesi di Francesco I di Francia a Sigismondo I di Polonia in occasione delle sue nozze con Bona Sforza, nel 1518.
1518
Francesco I di Francia lo dona come regalo di nozze a Sigismondo I di Polonia in occasione delle sue nozze con Bona Sforza,
1998
Sentiamo parlare per la prima volta di questo raffinato disegno a gesso, inchiostro, matite rossa e nera e biacca su pergamena, che qualcuno ha incollato su una tavola di 33 per 23.9 centimetri. Nella sede newyorkese di Christie’s A metterlo sul mercato è Jeanne Marchig, studiosa d’arte svizzera nonché vedova del pittore e collezionista fiorentino Giannino Marchig, che è intervenuto sull’opera con qualche ritocco. L’acquirente è il collezionista canadese Peter Silverman.
La prima pubblicazione risale al 1998, Jeanne Marchig, studiosa d’arte svizzera nonché vedova del pittore e collezionista Giannino Marchig decise di metterlo in vendita. L'opera fu messa in asta da Christie's a New York, con l'attribuzione a un artista del XIX secolo, con una stima tra i 12.000 e i 16.000 dollari è battuto all’asta finale per 21.850 dollari ed è indicato come stile tedesco del primo XIX secolo..
Sembrerebbe che lo stesso Giannino Marchig abbia operato personalmente sull'opera, intervenendo con ritocchi molti piccoli e non centrali.
Esame per l'attribuzione
Venne eseguito un esame multispettrale. Di cosa si tratta?
L'esame multispettrale è una tecnica avanzata utilizzata nel campo dell'analisi artistica e archeologica per studiare opere d'arte, manoscritti antichi e altri manufatti. Questa tecnica impiega l'uso di vari strumenti e metodi per raccogliere dati su diverse proprietà delle opere, come colore, composizione chimica, struttura superficiale e altro ancora, attraverso una serie di lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico.
Spettroscopia UV-Visibile
Questa tecnica utilizza radiazione ultravioletta (UV) e luce visibile per studiare l'assorbimento e la riflessione della luce da parte di un oggetto. Può rivelare informazioni sulla composizione chimica, l'invecchiamento e i restauri di un'opera.
Imaging multibanda
Utilizza telecamere che possono rilevare diverse lunghezze d'onda della luce, consentendo la creazione di immagini multispettrali. Questo può rivelare dettagli nascosti o sottostanti non visibili nella luce visibile.
Spettrometria a dispersione di energia (EDS)
Questa tecnica analizza gli elementi chimici presenti in un campione tramite la radiazione X emessa dopo l'irraggiamento con un fascio di elettroni ad alta energia.
Riflettografia in infrarosso (IRR):
Utilizza luce infrarossa per rivelare dettagli nascosti sotto lo strato superficiale di un'opera d'arte, come sotto dipingere, pentimenti e firme nascoste.
Queste tecniche multispettrali possono essere utilizzate individualmente o in combinazione per ottenere una visione più completa e dettagliata di un'opera d'arte o di un manufatto antico, fornendo informazioni preziose agli studiosi per la conservazione, l'autenticazione e lo studio storico delle opere.
Si tratta di una delle più recenti attribuzioni che riguarda Leonardo, scaturita in seguito a una serie di indagini scientifiche del 2009 che avrebbero ritrovato un'impronta digitale sull'opera altamente compatibile con altre conosciute dell'artista, in particolare sul San Girolamo della Pinacoteca Vaticana.
In alto a sinistra è stata infatti scovata, tramite una fotocamera multispettrale della Lumiere Technology Company, un'impronta digitale, identificata come un'impronta di dito indice o medio che è stata poi confrontata con altre conosciute di Leonardo: l'artista infatti notoriamente sfumava le sue opere con i polpastrelli, per raggiungere quel tipico effetto di luce soffusa e colori morbidamente amalgamati in cui era impossibile scovare qualsiasi traccia della pennellata. Lo studio a riguardato la sostanza dell'opera che mostra la mano sinistra di Leonardo da Vinci e la scansione effettuata ha dato come risultanza che l'opera de" La bella principessa" sia effettivamente nata dalle mani di Leonardo. Di seguito sono arrivare le conferme di alcuni studiosi, tra i quali: , Nicholas Turner, Carlo Pedretti , Alessandro Vezzosi , Mina Gregori , Cristina Geddo e Martin Kemp.
Esame radiocarbonio
Questo esame ha evidenziato che la pergamena sulla quale è stata disegnata l'opera è senza alcun dubbio riconducibile tra gli anni l 1440 e il 1650.
Ma cos'è il radiocarbonio?
L'esame al radiocarbonio, noto anche come datazione al radiocarbonio o datazione al carbonio-14, è una tecnica utilizzata dagli archeologi e dagli storici dell'arte per determinare l'età di oggetti organici antichi, inclusi dipinti, sculture e manufatti.
La datazione al radiocarbonio si basa sul fatto che tutti gli organismi viventi contengono carbonio, tra cui una piccola quantità di isotopo radioattivo chiamato carbonio-14. Quando un organismo muore, il processo di decadimento del carbonio-14 inizia, e la quantità di carbonio-14 nel suo corpo diminuisce lentamente nel corso del tempo.
Utilizzando un acceleratore di particelle o altri strumenti avanzati, gli scienziati possono misurare la quantità residua di carbonio-14 in un campione organico e confrontarla con la quantità presente in materiali di riferimento conosciuti per determinarne l'età approssimativa.
Nel contesto dell'arte, la datazione al radiocarbonio può essere utilizzata per determinare l'età di supporti organici, come il legno utilizzato per le cornici dei quadri o per le tavole su cui sono dipinti i dipinti stessi. Questa informazione può essere utile per stabilire l'autenticità di un'opera d'arte o per comprendere meglio il contesto storico in cui è stata creata.
2007
L'attuale proprietario del dipinto (la cui identità rimane avvolta nel mistero) lo ha acquistato nel 2007 per circa £ 12.000. Raffigura una ragazza dai lineamenti raffinati in abito milanese della fine del XV secolo. La sua identità era precedentemente sconosciuta ma, dopo ricerche approfondite, il professor Kemp non solo ha identificato Leonardo come l'artista, ma ha nominato il suo soggetto come Bianca, la figlia illegittima del duca Ludovico Sforza di Milano, mecenate di Leonardo negli anni Novanta del Quattrocento. Si dice che l’opera valga più di 100 milioni di sterline.
2008
il disegno sarebbe stato vergato dalla mano di Leonardo e la gentildonna raffigurata nientemeno che Bianca Sforza, figlia naturale di Ludovico il Moro e Bernardina de Corradis. Il ritratto sarebbe stato realizzato durante il primo soggiorno milanese del genio di Vinci, in occasione delle nozze della ragazza con il capitano delle armate ducali Gian Galeazzo Sanseverino.
2009
Le indagini approfondiscono portano alla luce alcune certezze; non solo la pergamena risulta risalente a un'epoca compresa tra il 1440 e il 1650, ma sulla sua superficie viene ritrovata l'impronta di una mano compatibile con quelle presenti sul San Girolamo di Leonardo della Pinacoteca Vaticana.
2010
Nel 2010 il disegno vale 107 milioni di euro e suscita la curiosità dei visitatori nelle mostre allestite in giro per l’Europa.
2010, 15 agosto
L'opera è stata esposta per la prima volta, dal 20 marzo al 15 agosto 2010, nell'Eriksbergshallen di Göteborg, in Svezia; nel frattempo, stando alle fonti giornalistiche, il disegno avrebbe cambiato proprietario, ma non è stato divulgato dove sia conservato.
2015
un noto falsario britannico, Shaun Greenhalgh, ha assicurato di essere l'autore del disegno. Noto per la sua abilità nel creare falsi di opere d'arte e manufatti storici. Nato nel 1961, Greenhalgh è cresciuto a Bolton, Lancashire, in Inghilterra, e ha sviluppato le sue abilità artistiche fin da giovane.
Greenhalgh è diventato famoso nel 2007 quando è stato arrestato insieme ai suoi genitori, George e Olive Greenhalgh, per aver prodotto e venduto falsi di opere d'arte e manufatti antichi. La loro attività criminale è stata scoperta dopo che avevano venduto una statuetta egizia finta, chiamata "Amarna Princess", al British Museum.
Dopo il suo arresto, Shaun Greenhalgh confessò di aver prodotto molti falsi nel corso degli anni, incluso un'ampia gamma di oggetti che spaziavano dalla ceramica antica alle sculture, dai dipinti ai manufatti archeologici. Le sue abilità nel copiare lo stile e la tecnica di vari periodi artistici lo hanno reso un falsario particolarmente abile.
Nel 2007, Shaun Greenhalgh fu condannato a quattro anni e otto mesi di prigione per frode, riciclaggio di denaro e violazione della legge sugli oggetti rubati. La sua storia è diventata oggetto di interesse pubblico e ha suscitato un dibattito sull'autenticità delle opere d'arte e sulla vulnerabilità del mercato dell'arte di fronte alla frode artistica.
Lo studioso di Leonardo, Pietro C. Marani, stima di poco valore il fatto che il disegno sia stato tracciato da un mancino, poiché molti imitatori del maestro hanno simulato questa caratteristica in passato. Marani non è convinto nemmeno dell'utilizzo della pergamena, un dettaglio "di poco conto", dell'uso di pigmenti in certe aree, della poca sicurezza del tocco e della mancanza di craquelure. Un direttore di museo che desidera conservare l'anonimato crede che il disegno "gridi a voce alta la sua qualità di falso del XIX secolo", e considera sospetti sia i danni che i loro restauri. L'opera non venne inclusa nella mostra del 2011–2012 alla National Gallery di Londra, dedicata al periodo milanese della carriera di Leonardo; Nicholas Penny, direttore della National Gallery, disse semplicemente «Non ne abbiamo richiesto il prestito».
Attribuzione errata a Leonardo
Una forte somiglianza stilistica è poi stata notata fra la Bella Principessa e la Young Fiancée, un'opera grafica di Julius Schnorr von Carolsfeld che si ritiene abbia utilizzato la stessa modella.
1). Klaus Albrecht Schröder, direttore dell'Albertina di Vienna, disse «Nessuno è convinto che sia un Leonardo», e
2). David Ekserdjian, studioso del disegno italiano del XVI secolo, scrisse che sospetta che l'opera sia una "contraffazione".
3). Carmen Bambach del Metropolitan Museum of Art, conferma sia Leonardo, cosi come;
4). Everett Fahy, suo collega al Metropolitan, accetta l'attribuzione al maestro toscano.
Esami dattiloscopici forensi
Molti esperti di tribunale nel settore delle impronte digitali hanno rifiutato le conclusioni sulle impronte digitali di Biro, considerando l'impronta parziale trovata sul disegno troppo generica e di insufficiente dettaglio per condurre ad una prova certa. Le affermazioni di Biro sono state rifiutate come troppo basate sulla sua personale convinzione di essere una autorità in materia. In un'altra occasione, di fronte alla domanda se poteva essersi sbagliato, Biro rispose di sì, che poteva essere.
Stefano Bucci, L'impronta digitale sulla principessa «È di Leonardo», in Corriere della Sera, 14 ottobre 2009, p. 27.
Cristina Geddo, Il ‘pastello’ ritrovato: un nuovo ritratto di Leonardo?, in Artes, n. 14, 2008-2009, pp. 63-87.
(FR) Cristina Geddo, Leonardo da Vinci: la découverte extraordinaire du dernier portrait. Les pourquoi d'une authentification. Conférence, Paris-Genève, Lumière-Technology, 2012.
(EN) Cristina Geddo, Leonardo da Vinci: the extraordinary discovery of the lost portrait. The rationale for authentication, Paris-Genève, 2013.
Martin Kemp, La bella principessa di Leonardo da Vinci. Ritratto di Bianca Sforza, Imola, 2012.
Tom O'Neill, La nuova Monna Lisa è lei?, in National Geographic Magazine, vol. 29, n. 2, febbraio 2012, pp. 98-105.
Francesca Pini, Profilo da Principessa, il Leonardo ritrovato, in Corriere della Sera, 28 settembre 2011, p. 43.
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