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LEONARDO DA VINCI E IL CASTELLO SFORZESCO

Castello sforzesco di Milano - LEONARDO DA VINCI

Il Castello Sforzesco è un grande complesso fortificato situato a Milano poco fuori dal centro storico della città.

Fu eretto nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione medievale del XIV secolo nota come Castello di Porta Giovia (o Zobia). 

 

Il medievale Castello di Porta Giovia 

 

Il Castello di Porta Giovia, noto anche come Castello di Porta Giova o Rocchetta di Porta Giovia, è un'antica fortificazione situata nelle vicinanze di Milano, in Italia. Il castello è spesso associato a Ludovico il Moro, duca di Milano nel Rinascimento, che fu un patrono di artisti e scienziati, inclusi Leonardo da Vinci.

Ecco alcune informazioni sul Castello di Porta Giovia:

 

Posizione

Il Castello di Porta Giovia si trova a nord-ovest di Milano, nelle vicinanze dell'odierno quartiere di Sempione.
 

Storia

La costruzione del castello risale al periodo medievale, ma è stata oggetto di varie modifiche nel corso dei secoli. Fu una delle numerose fortificazioni nei dintorni di Milano.
 

Legame con Ludovico il Moro

Ludovico il Moro, duca di Milano, sembra aver prestato attenzione a questo castello e potrebbe avervi apportato alcune modifiche durante il suo governo nel tardo XV secolo. Ludovico fu un mecenate delle arti e delle scienze, e il suo patrocinio attirò artisti come Leonardo da Vinci nella regione.
 

Leonardo da Vinci a Porta Giovia

Alcuni storici suggeriscono che Leonardo da Vinci avrebbe lavorato alle fortificazioni del Castello di Porta Giovia, apportando miglioramenti e idee innovative. Tuttavia, la documentazione storica su questo aspetto potrebbe non essere esaustiva.
 

Stato Attuale

Oggi, le strutture originali del Castello di Porta Giovia potrebbero essere in parte modificate o integrate con edifici successivi. La zona ha subito numerosi cambiamenti urbanistici nel corso dei secoli.
 

Accessibilità

La zona circostante il Castello di Porta Giovia potrebbe essere accessibile al pubblico, ma è consigliabile verificare la situazione attuale, poiché la gestione e l'accessibilità possono variare nel tempo.
Il Castello di Porta Giovia rappresenta un esempio di architettura fortificata medievale nella regione di Milano, con un legame storico potenziale con Ludovico il Moro e la presenza di artisti come Leonardo da Vinci nella zona.

 

1395

Gian Galeazzo Visconti, che divenne  il primo duca di Milano, Giovanni Maria e Filippo Maria, che per primo trasferì stabilmente nel castello la corte dal palazzo ducale che sorgeva presso il Duomo (l'odierno Palazzo Reale). 

Il risultato è stato un castello a pianta quadrata, con i lati lunghi 200 metri, e quattro torri agli angoli, di cui le due rivolte verso la città particolarmente imponenti, con muri perimetrali spessi 7 metri.

 

1447

La costruzione divenne così dimora permanente della dinastia viscontea, per essere poi distrutta  dalla Aurea Repubblica Ambrosiana, costituita dai nobili milanesi dopo l'estinzione della dinastia viscontea alla morte senza eredi legittimi del duca Filippo Maria.

 

1450

Fu il capitano di ventura Francesco Sforza, marito di Bianca Maria Visconti, ad avviarne la ricostruzione per farne la sua residenza dopo aver abbattuto la Repubblica ed essersi così impadronito di Milano. Senza un proprio blasone, Sforza mantenne come stemma del proprio casato la vipera viscontea.

 

1450, primavera

Francesco Sforza nominò Giovanni da Milano quale commissario per i lavori del nuovo Castello e Marcaleone da Nogarolo quale commissario per le provvisioni.

L'inizio dei lavori, secondo alcuni storici, ebbe luogo il 1 luglio. 

 

1450, dicembre

Furono completati i due tratti di mura della Ghirlanda verso Porta Comasina e Porta Vercellina e ci si accinse ad innalzare il lato verso il giardino e i due torrioni a base circolare del Carmine e di Santo Spirito, così chiamati in quanto rivolti verso la chiesa di Santa Maria del Carmine e di Santo Spirito (non più esistente).

 

1451, febbraio

Si realizzarono i battiponti e si spianarono le due piazze su cui in seguito sarebbero sorti i rivellini rivolti l'uno verso la città e verso il giardino. Per far fronte alla mancanza di liquidità causata dalla sottostima nel costo dei lavori, venne imposta a tutte le città del Ducato una tassa sul carreggio che poteva essere versata in natura o trasformata in denaro; il versamento, tuttavia, non veniva effettuato, veniva eseguito solo parzialmente o subiva spesso ritardi costrigendo il duca a continue sollecitazioni. Vi fu anche qualche problema nel trasporto dei materiali da costruzione dal momento che il legname proveniva dai boschi di Cusago mentre la calce fin da Mergozzo per poi essere trasportata sul Toce, il Lago Maggiore, il Ticino e quindi attraverso il Naviglio Grande giungendo a Milano dopo aver percorso più di 110 km.

 

1451, estate

I lavori furono funestati da un'epidemia di peste.

 

1451, ottobre

 Venne completata la Torre Castellana, ovvero quella della Rocchetta, e si insediò il nuovo castellano Foschino Attendolo.

 

1452

Filarete e Jacopo da Cortona vennero ingaggiati dal duca per la costruzione e la decorazione della torre mediana, che tuttora viene chiamata Torre del Filarete. Tra il primo e gli ingegneri milanesi nacquero ben presto screzi dovuti all'altezzosità del primo (che sviliva gli ingegneri ducali chiamandoli muratori) e alla sua ostinazione nel voler decorare la torre con terrecotte e beccatelli in marmo, rallentando l'andamento dei lavori.

 

Lo stesso anno vennero realizzati i fossati. Più tardi ai due successe l'architetto militare Bartolomeo Gadio. Alla morte di Francesco Sforza, gli successe il figlio Galeazzo Maria che fece continuare i lavori dall'architetto Benedetto Ferrini. 

In questi anni fu avviata una grande campagna di affreschi delle sale della corte ducale, affidata ai pittori del ducato, di cui l'esempio più pregevole è la cappella ducale cui lavorò Bonifacio Bembo. 

 

1467

Non si hanno notizie precise sulla costruzione architettonica, ma dalla lettura del paramento murario esterno è possibile individuare una preesistenza trecentesca e il successivo innalzamento della superficie nel Quattrocento, indicando quindi come periodo per l'erezione della volta quello tra la costruzione della torre, voluta da Francesco I, e l'insediamento di Galeazzo Maria.

Il duca chiese all'architetto Bartolomeo Gadio che la sala venisse decorata, coerentemente con le attigue, con gli emblemi delle secchie e del cimiero nel fuoco, separati dalle razze (il tipico sole raggiato visconteo), su uno sfondo rosso,

 

1469, giugno

Ancora si discuteva del pagamento da tributare al pittore Costantino da Vaprio, non lasciandoci quindi indicazioni circa la completezza dell'opera.

 

1473

E' la decisione di foderare l'ambiente con assi di legno: in aprile Bartolomeo Gadio comunica l'esigenza ad Antonio Anguissola e in agosto è confermata al duca la conclusione dei lavori.

Da uno scambio di lettere dello stesso anno si evince inoltre che il duca avesse richiesto espressamente di ricoprire con le assi anche le lunette e il soffitto, denotando quindi che rivestire gli ambienti col legno fosse una prassi diffusa, vista la capacità di contenimento della temperatura e umidità.

 

1476

Sotto la reggenza di Bona di Savoia, fu costruita la torre omonima.

 

1489, 5 febbraio

La testimonianza successiva riguardante la sala è il matrimonio tra Gian Galeazzo Maria e Isabella d'Aragona,, quando la giovane sposa fu accolta in castello da Bona e accompagnata proprio in questo ambiente, per l'occasione adibito a camera nuziale tappezzata di raso cremisi ricamato in oro.

 

1497-1499

L'attività di Leonardo da Vinci al Castello Sforzesco per conto di Ludovico il Moro è documentata , quando il duca è interessato al collegamento della decorazione tra i tre camerini che affiancavano la sala delle Asse, detti "Salette Nere", e la sala stessa.

 

1498, 21 aprile

In una lettera  il cancelliere Gualtiero da Bascapè comunica al duca che entro il settembre di quell'anno "Magistro Leonardo promete finirla per tuto Septembre, et che per questo si potra etiam goldere perché li ponti ch'el fara lasarano vacuo de soto per tuto". Non si hanno informazioni più precise su cosa accadde dopo:

 

1494

Salì al potere Ludovico il Moro e il castello divenne sede di una delle corti più ricche e fastose d'Europa.

Alla decorazione degli ambienti furono chiamati artisti come Leonardo da Vinci (che affrescò diverse sale dell'appartamento ducale, insieme a Bernardino Zenale e Bernardino Butinone) e Bramante (forse per una ponticella per collegare il castello alla cosiddetta strada coperta), mentre molti pittori affrescarono la Sala della Balla illustrando le gesta di Francesco Sforza.[15] Di Leonardo resta in particolare la pittura di Intrecci vegetali con frutti e monocromi di radici e rocce nella Sala delle Asse, del 1498, mentre nulla rimane del colossale monumento equestre a Francesco Sforza, distrutto dai soldati Francesi prima di essere completato.

Negli anni a seguire il castello fu infatti danneggiato dai continui attacchi che francesi, milanesi e truppe germaniche si scambiarono; fu aggiunto un baluardo allungato chiamato "tenaglia" che dà il nome alla porta vicina e progettato forse da Cesare Cesariano, ma nel 1521 la Torre del Filarete crollò perché un soldato francese fece per errore esplodere una bomba dopo che la torre era stata adibita ad armeria. Ritornato al potere e al castello, Francesco II Sforza ristrutturò e ampliò la fortezza, adibendone una parte a sontuosa dimora della moglie Cristina di Danimarca.

 

1499

l'esercito francese minaccia Milano e Leonardo è presente in città nei giorni della fuga di Ludovico, per poi allontanarsi in direzione Venezia passando per Mantova nel mese di dicembre. È a questo periodo che si rimanda la celebre frase dell'artista "il Duca perso lo stato e la roba e la libertà e nessuna opera si finì per lui", inserita nei suoi appunti, che si riferisce evidentemente alla decorazione incompiuta della sala delle Asse. Non è comunque possibile escludere un intervento dei collaboratori o addirittura dell'artista stesso durante il suo secondo soggiorno milanese.

 

Approfondisci la lettura della raccolta vinciana del Prof. C. Marani

La Sala delle Asse è una sala che si trova al piano terra del torrione nord-orientale, detto anche del Falconiere, del Castello Sforzesco di Milano. Prende il nome dalle assi di legno che si ritiene un tempo rivestissero le pareti.

 

La Sala ospita una decorazione con Intrecci vegetali e gelsi, che con un effetto Trompe-l'œil creano un pergolato lungo tutta la volta, le vele e le lunette, le cui fronde partono da alberi dipinti lungo le pareti, come a riprendere le colonne ad tronchonos. Sulla parete est della Sala è presente un Monocromo nella parte inferiore, rappresentante le radici degli alberi soprastanti che penetrano in stratificazioni rocciose. Il complesso è una pittura a tempera su intonaco di Leonardo da Vinci, databile al 1498 ma ripassata in epoca moderna.

Una fonte per rintracciare gli studi dell'artista sulla decorazione con motivi vegetali è la sezione Degli alberi e delle verdure nel Trattato della pittura, a cui si affianca una rilettura dei testi di Vitruvio in chiave naturalistica.

Sala della Asse, castello sforzesco - Leonardo da Vinci
sala delle Asse - opera di Leonardo da Vinci

 

Alcuni punti chiave sulla Sala delle Asse includono:

 

Decorazioni Murali

Leonardo da Vinci dipinse la sala con affreschi e decorazioni murali. La sua opera più significativa in questa sala è rappresentata da alberi, arbusti e rami intrecciati.


Tematiche Naturalistiche

La decorazione della Sala delle Asse riflette il profondo interesse di Leonardo per il mondo naturale. Gli affreschi mostrano alberi che sembrano crescere dalle pareti, creando un effetto di bosco.


Scopo delle Decorazioni

Si ritiene che l'intento di Leonardo fosse quello di creare un ambiente suggestivo e naturale, trasformando la sala in una sorta di "bosco" all'interno del castello.


Restauri e Riscoperta

La Sala delle Asse ha subito diversi restauri nel corso dei secoli. Una parte delle pitture murarie venne coperta da intonaco nel XVII secolo. Nel corso di un restauro nel XIX secolo, le decorazioni originali furono riscoperte.


Stato Attuale

Attualmente, la Sala delle Asse è parte integrante delle visite al Castello Sforzesco. Tuttavia, a causa del degrado e del danneggiamento subiti nel corso dei secoli, gran parte delle decorazioni originali di Leonardo sono andate perse o sono visibili solo in frammenti.


La Sala delle Asse testimonia l'approccio di Leonardo al connubio tra arte e natura, creando un ambiente unico e suggestivo che riflette la sua genialità artistica e il suo profondo legame con la natura.

 

sala delle asse castello sforzesco - dipinto di Leonardo d Vinci
Leonardo da Vinci, sala delle asse

BIBLOGRAFIA

Luca Beltrami, Le costruzioni spagnuole intorno al castello di Milano dal 1548, alla fine del secolo XVII, in Del Mayno, Luchino (a cura di), Vicende militari del Castello di Milano dal 1706 al 1848, Milano, Ulrico Hoepli, 1894.
Carlo Perogalli, Enzo Pifferi e Angelo Contino, Castelli in Lombardia, Como, Editrice E.P.I., 1982.
G. Lopez, A. Scotti Tosini, L. Mattioli Rossi, Il Castello Sforzesco di Milano, Electa, Milano, 1986
Marco Albertario, Documenti per la decorazione del Castello di Milano nell'età di Galeazzo Maria Sforza (1466-1476), in «Solchi», VII, 1-2, 2003, 19-61.
Alessandro Colombo, I trentasei stendardi di Milano comunale (PDF), Milano, Famiglia Meneghina, 1935, ISBN non esistente.
Maria Teresa Fiorio, Il Castello Sforzesco di Milano, Skira editore, Milano, 2005
Michela Palazzo e Francesca Tasso (a cura di), La sala delle Asse del Castello Sforzesco. Leonardo da Vinci. La diagnostica e il restauro del Monocromo, Cinisello Balsamo, Silvana editoriale, 2017. ISBN 978-88-366-3677-8


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