PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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I elementi
C. A. 79v a
Esemblo delli elementi. Che cosa sia elemento. – Nè la difinizione di nessuna quiddità delli elementi non è in podestà dell' uomo; ma gran parte de' loro effetti son noti...
H. 90 (42)r
Ricordati, quando commenti l'acque, d'allegar prima la esperienza e poi la ragione.
K. 2r
L’acqua è 'l vetturale della natura...
C. A. 185v c
L'acqua disfa li monti e riempie le valle e vorrebbe ridurre la terra in perfetta, spericità s'ella potessi.
C. 15r
Nessuna parte dello acquatico elemento si leverà o si farà più distante dal comun centro, se non per violenzia. Nessuna violenzia è durabile.
C. A. 20r a
Se una gocciola d'acqua cade sopra del mare quando è quieto, e' bisogna ed è necessario che tutta la superfizie del mare acquisti insensibile altezza.
C. A. 160v a
Grandissimi fiumi corran sotto terra.
Lei. 27r
Che l'acqua abbia tenacità e colleganzia insieme, assai chiaramente si manifesta nelle piccole quantità d'acqua, dove la gocciola di quella, nella separazione che essa fa dal suo rimanente, prima che caggia si dilunga quanto può, insino che '1 peso della gocciola assottiglia in modo la tenacità che la sospende, che essa tenacità, vinta dal superchio peso, subito cede e si spezza e separa dalla predetta gocciola, e, con tra al natural corso della sua gravezza, ritorna in su...
A. 56v
Prova come la superfizie del mare è equidistante al centro della terra e della più bassa superfizie del mondo. – Le più basse parti de' monti si è dove si congiungano alle loro valli, e la infima bassezza delle valli sono i loro fiumi, cagione d'essi valli, i quali fiumi fanno loro ultima bassezza ine' loro concorso a il real fiume, dove perdendo la forma, perdano il nome; e la ultima bassezza de' reali fiumi è il mare, dove si riposano i pelegrinanti fiumi coi loro seguaci
C. A. 106v b
Mare, universale bassezza e unico riposo delle peregrinanti acque de' fiumi.
An. A 4r (W. 19003)
Contrario è l'origine del mare all'origine del sangue, perchè il mare riceve in sé tutti li fiumi, li quali son sol causati dalli vapori acquei levati infra l'aria, ma il mare del sangue è causa di tutte le vene.
C. 26v
Che cosa è acqua. – Acqua è infra i quattro elementi il secondo men grieve e di seconda volubilità. Questa non ha mai requie insino che si congiugne al suo marittimo elemento, dove, non essendo molestata dai venti, si stabilisce e riposa con la sua superfizie equidistante al centro del mondo. Questa è l'aumento e omore di tutti i vitali corpi; nessuna cosa sanza lei ritiene di sé la prima forma; lei collega e aumenta i corpi ad accrescimento.
Nessuna cosa più lieve di lei la può sanza violenza penetrare; volentieri si leva per lo caldo in sottile vapore per l'aria; il freddo la congela, stabilità la corrompe, cioè il caldo la move, il freddo la congela, fermezza la corrompe.
Piglia ogni odore, colore e sapore e da sé non ha niente. Penetra tutti i porosi corpi; al suo furore non vale alcuno umano riparo; e se vale, non fia permanente. inel suo veloce corso si fa sostenitrice delle cose più di lei grievi. Possi con moto o balzo elevarsi in alto quanto essa cala.
Sommerge con seco nel suo ruire le cose più di lei lievi...
Ar. 57r
Questa l'alte cime de' monti consuma. Questa i gran sassi discalza e remove. Questa scaccia il mare de li antichi liti, perché col portato terreno l'inalza il fondo. Questa l'alte ripe conquassa e ruina; nessuna fermezza in lei giamai se vede, che subito non corrompa sua natura. Questa co' sua fiumi cierca delle valli ogni pendice, e dove leva e dove pone novo terreno: onde molti fiumi dirèno essere quegli, donde tutto lo elemento sia passato e molte volte il mare al mare abbin renduto; e nessuna parte di terra sia sì alta, che già il mare non fussi già ai sua fondamenti; e nessuna profondità di mare esser sì bassa, dove già non fussin fondate altissime montagne. ... E come lo specchio si trasmuta nel colore del suo obbietto, così questa si transmuta nella natura del loco donde passa...
C. A. 361v a
Infra le dannose cagione delli umani beni, a me pare i fiumi, co' le superchie e impetuose inondazione, tenere il principato.
E se alcuno volessi antiporre il foco al furore dei rovinosi fiumi, a me parrebbe questi tali avere carestia di bono giudizio; imperò che il foco rimane terminato e morto dove li manca il nutrimento; ma alle inriparabile inondazione de’ gonfiati e superbi fiumi non vale alcuno umano riparo d’umano consiglio, anzi a compagnia colle turbolente e temultevo[li onde] rodendo e ruinando l’alte ripe, e intorbidandosi delle cultivate possessioni, ruinandovi case, disvellendo l’alte piante, quelle porta per preda al mare, suo riposo, portando con seco omini, piante, bestie, ville e possessioni, ruinando ogni argine e altri ripari.
Porta con seco le cose leggere, e le gravi ruina e guasta, facendo di piccole fessure gran diripamenti, riempiendo le basse valle di diluvi, e di noiose e rigide acque precipitando.
Triv. 6v
Quando la forza genera più veloce moto che la fuga della inresistenta aria [viensi] essa aria viene a condensarsi, a similitudine delle piume premute e calcate dal peso del sonnolente; e quella cosa che cacciava l'aria, trovando in essa resistenzia, risalta a similitudine della balla percossa nel muro.
Lei. 4r
Dico l’azzurro in che si mostra l’aria non esser suo proprio colore, ma è causato da umidità calda vaporata in minutissimi e insensibili atimi, la quale piglia dopo sé la percussion de’ razzi solari e fassi luminosa sotto la oscurità delle immense tenebre della regione del fuoco, che di sopra le fa coperchio.
E questo vedrà come vid'io, chi andrà sopra Monboso...
E vidi l'aria sopra di me tenebrosa; e 'l sole, che percotea la montagnia, essere più luminoso quivi assai che nelle basse pianure...
F. 49v
Guarda il lume e considera la sua bellezza. Batti l'occhio e riguardalo: ciò che di lui tu vedi prima non era, e ciò che di lui era più non è.
Chi è quel che lo rifà, se ’l fattore al continuo more?
C. A. 270r a
Dove l'aria non è proporzionata a ricevere la fiamma, nessuna fiamma vi può vivere, nè nessuno animale terrestre o aereo...
Dove non vive la fiamma, non vive animal che aliti.
Il superchio vento uccide la fiamma, e 'l temperato la nutrica.
Quella fiamma fa maggiore sònito coll'aria che la penetra, nella qual l'aria entra con maggior furore.
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