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L’Aquila – Gianluca Ferrini, docente dell’Università dell’Aquila, afferma che Leonardo da Vinci potrebbe aver trascorso parte del suo tempo in esplorazione delle montagne abruzzesi. Una tesi semplice, dall’aspetto banale, ma un possibile punto di partenza per la riscoperta di un patrimonio storico e culturale da valorizzare. Cerchiamo di capirne qualcosa in più insieme al sostenitore di questa ipotesi.
Da cosa nasce questa tesi?
Da lungo tempo una credenza locale affermava che Leonardo, nel corso dei suoi viaggi, aveva visitato la città dell’Aquila, ma fino ad oggi non esistevano riscontri fondati su questa affermazione. La comparazione di due disegni, raffiguranti paesaggi montani, facenti parte de The Royal Collection di proprietà di Sua Maestà la Regina Elisabetta II e conservati presso il castello di Windsor con gli ambienti di alta quota del massiccio del Gran Sasso ha evidenziato interessanti analogie morfologiche che potrebbero realmente confermare una sua visita nella zona, probabilmente durante il periodo nel quale fu alle dipendenze di Cesare Borgia, in qualità di suo consigliere militare.
Per quali ragioni ha visitato tali aree?
Nella zona si trovano tre borghi di impianto medievale di antica fondazione la cui evoluzione è strettamente connessa con lo sfruttamento delle risorse di Campo Imperatore. Questi centri avevano, nel ‘500, stretti rapporti con Firenze, che ne assorbiva la produzione di lana sia come materia prima che come prodotti lavorati. Tali paesi nel 1576 verranno acquistati dai Medici, divenendo ufficialmente territorio della Signoria. È quindi assai probabile che Leonardo li visitasse in quanto terre fiorentine a tutti gli effetti.
Leonardo sarebbe stato in alta quota nel parco del Gran Sasso? È possibile, dai materiali e dai luoghi osservati, identificare delle montagne o dei luoghi sotto o su cui sarebbe stato?
La zona dove si ipotizza siano stati realizzati i due disegni si localizza alle pendici del Gran Sasso ed in particolare nella vasta piana di Campo Imperatore. Lo studio dei disegni di Windsor permette di riconoscere interessanti corrispondenze morfologiche. In particolare si riconosce il profilo del Monte Prena e lo spettacolare canyon dello Scoppaturo, noto per essere stato utilizzato come location per molti “spaghetti western”.
L’analisi di un particolare del secondo disegno mette in evidenza una corrispondenza tra un aspro rilievo roccioso caratterizzato da guglie addossate l’una all’altra che ricorda il profilo del Corno Piccolo, ed in particolare il settore meridionale delle Fiamme di Pietra. Se questa corrispondenza fosse vera darebbe adito a considerazioni importanti riguardo alla prima scalata del Corno Grande che tutti considerano compiuta il 19 agosto 1573 dal bolognese Francesco De Marchi. La prospettiva di ripresa dello schizzo presuppone una posizione piuttosto elevata del pittore sul versante nord-occidentale, dove adesso passa il normale itinerario di salita.
Implicazioni di questa scoperta?
L’ipotesi della presenza in zona di Leonardo potrebbe essere motore di ulteriori ricerche nel campo della storia dell’arte e dell’architettura militare. In particolare, in uno schizzo del secondo disegno è ben rappresentata la mole del mastio del famoso castello di Rocca Calascio prima della ristrutturazione che gli ha dato l’assetto attuale e che quindi potrebbe essere stata progettata da Leonardo stesso.
di Gian Luca Gasca, montagna.tv
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