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Titolo dell'opera: Madonna Litta
Data di produzione: 1490
Dimensioni: 42 x 33 cm
Conservata presso: Museo dell'Ermitage a San Pietroburgo
Soggetto: Madonna, Maria, Bambino Gesù, Madonna col Bambino
Tecnica: pittura a tempera
Attribuzione: Leonardo da Vinci, Giovanni Antonio Boltraffio
Descrizione dell'opera
Il periodo di realizzazione della Madonna Litta, relativamente alla biografia di Leonardo da Vinci, corrisponderebbe al suo primo soggiorno in Lombardia, alla corte degli Sforza.
si vedono le prime tracce del cosiddetto leonardismo, cioè di una vera e propria scuola lombarda di pittura diretta dallo stesso da Vinci e caratterizzata da un modo di rappresentare le figure molto nitide e con colori vivaci rispetto al passato. Della Madonna Litta esistono due bozzetti a mano di Leonardo oggi esposti al museo del Louvre ed al Städel Museum di Francoforte.
La madonna
Maria stringe al petto il figlio, che succhia e accarezza il seno della madre, in quel rapporto così naturale tra la genitrice e la sua creatura, eppure unico e speciale, che si esprime innanzitutto nel contatto fisico, nel bisogno epidermico dell’uno verso l’altra, carne della sua carne. Ma che poi continua nello sguardo, quello sguardo d’amore senza limiti che ogni mamma ha per il frutto del proprio ventre, ma che qui, per la Vergine piena di grazia, diventa anche contemplazione del Mistero che in lei si è compiuto, il Dio che si è fatto uomo.
Il bambino
Mentre, con straordinaria invenzione, l’infante Gesù, senza smettere di poppare, rivolge i suoi occhi verso di noi, facendoci così quasi sobbalzare d’emozione, sentendoci oggetto di quello sguardo, umano e divino ad un tempo, partecipi anche noi, finalmente e per sempre, della storia della salvezza.
Sfondo
Ancora una volta Leonardo “firma” il suo fondale con un cielo terso ( spesso simile per le sue madonne) e nuvole in sospensione. Tra la madonna e le finestre alle spalle, non fa emergere la distanza e quasi sembra illustrata a pochi centimetri dl muro e dalle finestre, questa volta non bifore ma semplici ad arcata. All'interno delle finestre, sulla destra della madonna, montagne distanti forse innevate ma, volutamente, ha lasciato all'immaginazione dell'osservatore che, a differenza di quelle di sinistra, le cime delle montagne sono più frastagliate, molto simili ai suoi calanchi spesso dipinti. In aggiunta, in primo piano esterno alle finestre, un lembo di terra verde, molto più vicina, non definita alla quale ha dato profondità con viraggi di verde scuro, accentuandone la luce.
La storia
1780
Secondo alcuni scritti ritrovati e non ancora confermati, sembrerebbe che l'opera sia stata conservata presso conservata presso il Santuario della Madonna di Campagna di Piacenza.
1784
Alberico XII Barbiano di Belgioioso d’Este, consigliere privato dell'imperatore a Milano, iniziato alla Massoneria in una loggia di Vienna, acquista la tavola di Leonardo .
1814
Alberto Litta Visconti Arese riceve l'opera da Alberico XII Barbiano di Belgioioso d’Este come pagamento per il suo ruolo di esecutore testamentario dello stesso Alberico XII. Da questo momento l'opera entra di dirito nella prestigiosa collezione privata Litta
1865
Antonio II Litta Visconti Arese lo vendette allo Alessandro II Romanov di Russia, che, proprio in quegli anni, represse con la forza i moti nazionalisti in Polonia e in alcune province nord-occidentali della Russia. Da documentazione parzialmente attendibile, oggi si può affermare che Alessandro II Romanov pagò una cifra molto alta per l'epoca che ad oggi, si potrebbe paragonare a circa 2,3 milioni di Euro.
Inizialmente l'opera fu posta a Mosca, per poi passare all'Ermitage, museo d'arte di San Pietroburgo situato sul lungoneva del Palazzo che ospita una delle più importanti collezioni d'arte del mondo, che decise di esporla solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
D. A. Brown, Madonna Litta, XXIX Lettura Vinciana, Firenze 1990
M. T. Fiorio, Giovanni Antonio Boltraffio: un pittore milanese nel lume di Leonardo, Milano 2000
M. T. Fiorio, Giovanni Antonio Boltraffio, in I leonardeschi. L'eredità di Leonardo in Lombardia, Skira, Milano 1998.
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