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LEONARDO DA VINCI A VAPRIO D'ADDA

1499

Leonardo fu certamente a Vaprio intorno al dicembre 1499 quando ,insieme con Luca Pacioli, lasciò Milano occupata dai Francesi di Luigi XII, diretto a Roma. Fu soprattutto durante il secondo soggiorno milanese che Leonardo poté trascorrere brevi periodi a Vaprio d’Adda, ospite nella villa del duca palatino Gerolamo Melzi. Qui Leonardo divenne il precettore del giovane Francesco Melzi, figlio di Gerolamo, che diventerà il suo miglior allievo.

 

Qui Leonardo divenne il precettore del giovane Francesco Melzi, figlio di Gerolamo, che diventerà il suo miglior allievo. 

Da quel momento in poi, Leonardo da Vinci non si separerà più dal suo seguace e amico Francesco, il quale accompagnerà il Maestro in tutti i suoi spostamenti fino alla morte ad Amboise nel 1519, diventandone l’erede materiale e spirituale.

 

Al giovane Melzi, infatti, Leonardo lasciò tutti i manoscritti che Francesco custodirà gelosamente nella villa di Vaprio. Alla morte del Melzi inizia la dispersione dei manoscritti vinciani. Oggi, dopo complesse vicende, vendite, furti, donazioni e sparizioni, rimangono 28 codici leonardeschi distribuiti fra le biblioteche di ltalia, Francia, Inghilterra e Spagna. Gli studiosi ritengono siano solo un quinto di quelli che erano in origine.

 

A Vaprio d’Adda Leonardo da Vinci si dedicò soprattutto agli studi sul moto delle acque e sulla natura. Sono numerosi, infatti, i disegni e le note dell’Artista sul corso del fiume Adda e del naviglio Martesana, sulle loro correnti e il territorio circostante. Uno di questi disegni, oggi conservato alla Royal Library di Windsor, ritrae il traghetto nel porto fluviale tra Canonica e Vaprio visto, molto probabilmente, dalla villa Melzi d’Eril. Altri due celebri disegni – custoditi anch’essi alla Royal Library di Windsor – ritraggono la costa del naviglio Martesana nel tratto compreso tra Vaprio e Trezzo sull’Adda. Leonardo inoltre si dedicò ai problemi di navigazione dei corsi d’acqua, progettando, ad esempio, alcune migliorie per il sistema delle chiuse del naviglio.

 

Durante il periodo vapriese, Leonardo da Vinci ebbe modo di visitare tutto il territorio circostante e trarre spunti per le sue opere artistiche, sempre accompagnato dal fidato allievo Francesco Melzi. Fu così che Leonardo si trovò a ritrarre la località dei Tre Corni: gli scenografici scogli posti nel fiume Adda all’altezza di Paderno d’Adda poi divenuti lo sfondo della Vergine delle Rocce, una delle opere più conosciute dell’Artista.

Leonardo da Vinci lasciò un’ulteriore traccia del suo passaggio in villa Melzi d’Eril: qui è ancora conservato l’affresco della Vergine con Bambino. Di chiara influenza leonardesca, l’opera fu molto probabilmente il frutto di una collaborazione tra Leonardo e un suo allievo.

Oggi a ricordare il tempo trascorso a Vaprio d’Adda da Leonardo da Vinci c’è la passerella elicoidale “Il vortice” posta sulla via Alzaia sud – il cui progetto ricalca alcuni disegni e studi del Genio – e la Galleria Interattiva “Leonardo in Adda” – presso la Casa del Custode delle Acque – che ripercorre gli interessi, gli studi e le attività che occuparono Leonardo da Vinci durante il suo passaggio in questi luoghi.

Soggiornò a Vaprio a più riprese nella villa della famiglia Melzi, e mantenne la casa come punto di riferimento durante il corso dei suoi studi sull’Adda, essendogli stato dato l’incarico da Lodovico il Moro di”……SOPRAINTENDERE AI FIUMI, AI NAVIGLI, ALLE MUZZE, AI FOSSI, ALLE BOCCHE PUBBLICHE E PRIVATE….”.

 


Leonardo ritornò a Milano nel 1507 e vi rimase fino al 1513, (tranne alcuni viaggi tra il 1507 e il 1508 ) ,alternando le attività di studio con la tranquillità di alcuni soggiorni a Vaprio in Villa Melzi. , invitato da Gerolamo Melzi quando questi era comandante delle milizie di Luigi XII.


A Vaprio d’Adda conobbe Francesco Melzi che diventerà il suo allievo prediletto e gli rimarrà accanto per tutta la vita. 

A lui Leonardo lascò tutte le sue opere e i suoi scritti che Francesco conservò gelosamente e cercò di riordinare. Purtroppo dopo la morte dell’allievo questo patrimonio andò disperso.


A Vaprio d’Adda Leonardo trascorse, in assoluta serenità d’animo, immerso in una natura incontaminata e ideale, un periodo nel quale sviluppò e approfondì i suoi molteplici studi sulla matematica, la meccanica, la termologia, la cosmologia e soprattutto l’idraulica. 

Qui realizzò il suo trattato sul moto e sulla misura delle acque, avendo modo di sperimentare direttamente sulle acque dell’Adda alcune sue teorie.
Di ciò troviamo conferma nel suo trattato ”FLUSSO E RIFLUSSO PROVATO AL MOLINO DI VAVRIO”

La sua permanenza a Vaprio d’Adda è legata anche all’incarico avuto da Lodovico il Moro, di studiare un sistema per permettere la navigazione dal lago di Como fino a Milano.
A quel tempo esisteva già a Milano un sistema di canali : il Naviglio Grande (costruito intorno al 1179), il Naviglio della Martesana (costruito da Bertola di Novate nel 1457 per volere di Francesco Sforza) e la conca di Viarenna 1497, che metteva in collegamento le acque del Ticino a quelle dell’Adda.
Il problema maggiore per le imbarcazioni era superare il tratto Calusco-Paderno dove il fiume Adda, impetuoso e burrascoso, scorreva in una profonda forra e con un dislivello di 30 metri; Leonardo riuscì ad intravvedere una soluzione al problema. Egli voleva sbarrare l’Adda costruendo una diga alta 30 m. e far proseguire le barche in un canale scavato nella roccia.
Di questa eccezionale idea rimangono tracce in alcuni documenti del ”CODICE ATLANTICO” che riportano schizzi e descrizioni dettagliate dei luoghi, simboli, operazioni aritmetiche,calcoli…
ERA L’IDEA DEL NAVIGLIO DI PADERNO !
Gli studi di Leonardo servirono da base agli ingegneri che progettarono il Naviglio.
I primi lavori iniziarono nel 1520 ma furono subito interrotti. Di nuovo nel 1574 il progetto dell’Ing. Meda ridestò l’attenzione degli Spagnoli che governavano in quel periodo Milano ma, tra invidie e pestilenze, i lavori furono sospesi.
Si dovette arrivare all’11 ottobre 1777 per l’inaugurazione, quando l’Arciduca d’Austria e il conte Firmian, con altre autorità, si imbarcarono a Brivio e percorsero il tratto di Naviglio fino a Vaprio.

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Del periodo trascorso da Leonardo a Vaprio rimangono numerose tracce nei suoi disegni,schizzi e osservazioni :

il progetto di sistemazione della villa Melzi,con l’aggiunta di una una torretta ( codice Atlantico ). Accanto al disegno si legge l’annotazione “CAMERA DELLA TORRE DE VAVERI “


il Naviglio della Martesana e il fiume Adda nella zona di Vaprio (cod. Windsor)


particolare di un’ansa del Naviglio della Martesana scavato nella roccia di ceppo dell’Adda . Si vede un barcaiolo intento a dirigere la barca evitando che la corrente la spinga contro la roccia ( cod. Windsor )


c’è persino un disegno del 1513 (cod Windsor ) che riproduce un traghetto somigliante a quello di Imbersago: una fune sospesa tra le due rive ( si riconoscono quella di Vaprio e di Canonica “il pradel ” ),due barconi accostati e coperti da una chiatta, la guardiola e il bove trasportato….


il Naviglio della Martesana e il fiume Adda alla rocca di Concesa ( cod.Windsor )


particolare dell’opera di presa della roggia Vailata (Canonica d’Adda) con il ponticello a due archi (Cod.Windsor ) particolari evidenti ancora oggi…..


anche la serie di schizzi sull’origine alluvionale della pianura padana ( che si sarebbero trasformati nelle visioni del Diluvio) hanno origine dalla sua osservazione attenta e affascinata delle correnti dell’Adda “….GUARDANDO GIÙ VERSO LE VORTICOSE CORRENTI DEL FIUME…..” (cod Windsor )


8. a Trezzo disegnò una precisa pianta del castello visconteo

Leonardo nei periodi trascorsi a Vaprio in villa Melzi ha la possibilità di conoscere e studiare le bellezze dei paesaggi circostanti.

“L’ACQUA CHE TOCCHI DEI FIUMI E’ L’ULTIMA DI QUELLA CHE ANDO’ E LA PRIMA DI QUELLA CHE VIENE. COSI’ IL TEMPO PRESENTE .”

“QUESTA È LA VALLE DOVE PASSA ADDA,LA QUALE PRIMA CORRE PIÙ CHE 40 MIGLIA PER LAMAGNA. QUESTO FIUME FA IL PESCIO TÈMERE ,IL QUALE VIVE D’ARGENTO ,DEL QUALE SE NE TROVA ASSAI PER LA SUA
RENA ”

Da Vaprio ci spostiamo verso Calusco e Paderno.
Le acque del fiume Adda, che prima scorrono calme e lente, nei pressi del ponte di S.Michele si infrangono a cascata tra massi e rocce, creando vortici spumeggianti.
Le rive coperte da rigogliosa vegetazione, a volte sono dirupate e scoscese.
Uno scenario incantevole che rimane impresso nella memoria di quelli che passano da quelle parti.
Anche Leonardo ne rimase sicuramente affascinato tanto che alcuni di questi suggestivi paesaggi si trovano come sfondi nei suoi quadri.

Per esempio ne “LA VERGINE DELLE ROCCE” la scena è dominata da un gruppo di tre massi che sembrano l’esatta trasposizione pittorica dei “TRE CORNI” di Paderno d’Adda.


E’ interessante ricordare che esistono ben tre versioni del quadro della Vergine delle Rocce (una si trova a Parigi al Louvre, l’altra a Londra alla National Gallery e la meno conosciuta in una collezione privata svizzera ) .
Furono eseguite la prima tra il 1482 e il 1486 e nel 1513 la seconda; entrambe quindi durante gli anni trascorsi in Lombardia.

Anche il più famoso “affresco” di Leonardo “IL CENACOLO” parla della sua conoscenza approfondita dei luoghi lombardi.
Un aspetto fino ad oggi trascurato è emerso dopo l’ultimo restauro eseguito dalla dott. Pinin Brambilla
Il paesaggio che si trova alle spalle di Cristo, secondo recenti studi, apparterrebbe ad una zona ben precisa dell’alto Lario: il campanile che si intravvede è quello dell’abbazia cluniacense di PIONA (Colico ).

 

E ancora il ritratto di GINEVRA BENCI (alla National Gallery di Washington )

Il GIOVANNI BATTISTA (al Louvre ) e i disegni preparatori della battaglia di Anghiari, poi andata perduta.

Le prove dei viaggi di Leonardo in Lombardia sono racchiuse in schizzi (codice Windsor) che costituiscono il più antico documento cartografico di alcune zone del bergamasco. Egli abbozzò il bacino dell’Oglio e del Brembo, il corso del fiume Serio. la Valtellina, la val Seriana, le formazioni geologiche in val Chiavenna e Valsassina, Bergamo, Nembro…….

Infine l’opera che attesta la permanenza di Leonardo a Vaprio in villa Melzi è il cosiddetto “MADONNONE ” , affresco che si trovava su una parete esterna della villa all’altezza del primo piano, oggi spostato all’interno.
Un grande affresco tondo di 5 metri di diametro iscritto in un quadrato, che rappresenta una Madonna a mezzo busto con il Bambino in braccio .
Chiaro è il riferimento alla scuola leonardesca, alcuni vedono la mano del maestro soprattutto nelle tracce del disegno preparatorio.

Nell’autunno del 1513 leonardo lasciò Milano per Roma, chiamato dal fratello del papa Leone X, Giuliano de’ Medici “……..PARTII DA MILANO PER ROMA ADDI’ 24 SETTEMBRE 1513 CON GIOVAN FRANCESCO DE’ MELSI ,SALAI, LORENZO E IL FANFOIA……..”

M.Rosa Concari 

Casa del Custode delle Acque
Le prime fonti che si hanno di questa casa risalgono al 1542 nell’archivio di stato di Milano. La casa sorge sull’argine del fiume Adda dove il naviglio Martesana piega a gomito in una posizione anomala e strategica.
La struttura è di una semplicità funzionale: una serie di stanze organizzate su due piani, un portico affacciato sul giardino e le acque di Adda e Naviglio che la circondano.

Vaprio d'Adda e Leonardo da Vinci

La casa del custode delle acque - Per informazioni e visite: proloco vaprio https://www.prolocovaprio.it/wp/

1571 

viene nominata “Casa Regia” cioè luogo deputato ai pagamenti dei dazi. Il gestore, detto camparo cioè custode, doveva riscuotere le tasse e mantenere funzionante il sistema delle acque tra naviglio e fiume. La casa era inoltre punto di attracco del traghetto che congiungeva la sponda di Vaprio a quella di Canonica; un locale seminterrato fungeva da sala di attesa per chi aspettava il traghetto e da bivacco per i barcaioli.
La casa ha ospitato numerosi personaggi illustri tra cui la principessa di Savoia e il pittore olandese Gaspar Van Wittel nel 1719 che visitando il nord Italia si era fermato a Vaprio e proprio da questa casa fece un disegno preparatorio dal quale produrrà sette splendide “vedute di Vaprio”. Anche Leonardo Da Vinci, prima dell’edificazione di questa casa, aveva scelto quel punto per dipingere alcune vedute del fiume e studiare l’andamento che un eventuale canale (l’attuale Naviglio), avrebbe dovuto percorrere. Nel 1740-’44 un altro importante artista veneto Bernardo Bellotto vi soggiornò; sono di questo periodo le quattro “Vedute di Vaprio e Canonica”, commissionategli dal conte Simonetta; una di queste è conservata al Metropolitan Museum di New York.

 


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