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RINASCIMENTO: LA RELIGIONE

Il rinascimento non è ateo: è meno superstizioso rispetto a gran parte del medioevo, che rappresenta più bassamente l'uomo, con ovvie eccezioni ai precursori del rinascimento stesso, quali S. Francesco e Petrarca. 

L'Uomo di riconosce valido in quanto ha in sé l'impronta divina e dio stesso si è incarnato in un uomo. Nel corso dei secoli era diventato sempre più chiaro che la Chiesa dovesse essere riformata. contro la mondanità ed il potere ecclesiastico, la rilassatezza dei costumi, la confusione tra sacro e profano, l'eccessivo superstizioso ricorso ai santi.

 

1420

Il papato tornò a Roma sotto papa Martino V. I Papi rinascimentali che lo seguirono diedero generalmente priorità agli interessi temporali dello Stato Pontificio nelle dinamiche politiche italiane. Oltre ad essere il capo di Santa Romana Chiesa, il papa divenne uno dei più potenti sovrani temporali d'Italia, prendendo parte ad alleanze e guerre. Tuttavia, gran parte del territorio dello Stato Pontificio era controllato solo nominalmente dal papa, ed era in realtà governato da nobili minori. 

Il controllo di diverse aree rimase a lungo contestato, e fu necessario attendere fino al XVI secolo perché il papa potesse esercitare un effettivo potere su tutti i suoi territori.

Numerosi papi di questo periodo usarono le finanze e gli eserciti pontifici per recuperare e accrescere i territori e le proprietà a lungo rivendicati dall'istituzione papale (come fecero ad esempio papa Giulio II con la Lega di Cambrai e Papa Clemente VII con la guerra della Lega di Cognac).

 

Prima dello scisma d'Occidente il papato ricavava gran parte delle sue entrate dal "vigoroso esercizio del suo ufficio spirituale"; invece, durante il Rinascimento, le casse pontificie divennero per lo più dipendenti dalle entrate finanziarie dello stesso Stato Pontificio. Per le sue numerose campagne militari mirate ad espandere il territorio dello Stato Pontificio, Giulio II divenne noto come "il papa guerriero". Sotto di lui proseguì il consolidamento del potere nello Stato Pontificio così come il processo di vera e propria ricostruzione di Roma. Il suo progetto architettonico più importante fu il rifacimento della Basilica di San Pietro.

 

Alcuni papi rinascimentali sfruttarono invece le finanze e gli eserciti pontifici per arricchire se stessi e le proprie famiglie; per esempio, papa Alessandro VI fece uso del patrocinio papale per finanziare le campagne di suo figlio Cesare in giro per l'Italia. Allo stesso modo, papa Leone X implicò le truppe papali nella lunga e costosa guerra di Urbino, col solo scopo di assicurare al proprio nipote, Lorenzo II de' Medici, un effimero dominio su quella città. Le enormi spese dovute alle guerra di Urbino svuotarono le casse pontificie, portando il papato ad un profondissimo indebitamento.

 

A causa dei loro ambiziosi progetti temporali, che fossero di natura militare o artistica, i papi rinascimentali dovettero ampliare la portata delle loro fonti di reddito. Nel più noto di questi esempi, Papa Leone X espanse la vendita di indulgenze e di cariche burocratiche ed ecclesiastiche per finanziare la ricostruzione della Basilica di San Pietro

 

1517

La controversia su queste pratiche raggiunse il suo apice nel 1517, quando Martin Lutero diede inizio alla riforma protestante, frantumando definitivamente la cristianità occidentale in molteplici denominazioni.

 

I papi di questo periodo governavano come monarchi assoluti ma, a differenza degli altri sovrani europei, la loro carica non era ereditaria, cosa che spinse molti di loro a promuovere gli interessi della propria famiglia tramite il nepotismo. Secondo Duffy, "l'inevitabile esito di tutto ciò fu la creazione di una ricca classe cardinalizia, con forti legami dinastici". Ad esempio, nel 1517, papa Leone X nominò il proprio cardinal nipote, Giulio de' Medici, vicecancelliere di Santa Romana Chiesa (secondo carica dello stato), e fu quest'ultimo, dopo la morte di Leone nel 1521, a succedergli come papa Clemente VII.

 

Sempre secondo Eamon Duffy, “il papato rinascimentale richiama uno spettacolo hollywoodiano, tutto decadenza e trascinamento. I contemporanei vedevano la Roma rinascimentale come noi oggi vediamo la Washington di Nixon, una città di puttane a libro paga e di corruzione politica, dove tutto e tutti avevano un prezzo, dove non ci si poteva fidare di niente e di nessuno. I papi stessi sembravano aprire la strada a tutto ciò.” Esempio emblematico di quel periodo, si dice che papa Leone X abbia notoriamente affermato: "Poiché Dio ci ha dato il papato, godiamocelo". 

Molti dei papi del Rinascimento ebbero amanti e figli, furono coinvolti in intrighi e persino omicidi.

Ad esempio, Alessandro VI ebbe quattro figli riconosciuti, incluso il famigerato omicida Cesare Borgia. Tuttavia, non tutti i commentatori storici hanno una visione così cupa del papato rinascimentale, osservando che “i misfatti (in gran parte esagerati) di alcuni dei pontefici di quest'epoca hanno indotto molte persone a liquidare tutti i 'papi del Rinascimento' come corrotti e mondani quando, infatti, i loro ranghi includevano uomini che erano personalmente retti, modesti e virtuosi.” 

L'autore continua citando Clemente VII come "un uomo molto retto, devoto e per nulla licenzioso, prodigo o crudele a differenza di come molti dei suoi colleghi "papi rinascimentali" sono spesso considerati;" allo stesso modo, elogia la "santità e l'integrità morale" di Adriano VI.

Il papato rinascimentale iniziò il suo declino quando la riforma protestante divise il cristianesimo occidentale in numerose denominazioni, mentre gli stati-nazione (come Francia e Inghilterra) iniziarono ad esercitare vari gradi di controllo sulla Chiesa nei loro territori. Contribuirono anche altri fattori: per esempio, all'inizio degli anni 1520, dopo decenni di spese smodate, la Chiesa romana era sull'orlo della bancarotta; nel 1527, gli eserciti dell'imperatore Carlo V saccheggiarono Roma, causando un crollo demografico nella città, la cui popolazione passò da 55.000 a 10.000 in un solo anno; nel 1533, Enrico VIII d'Inghilterra si separò dalla Chiesa cattolica per poter sposare Anna Bolena, dando inizio alla scisma anglicano. La concomitanza di questi eventi cambiò il volto della Chiesa, allontanandola dai valori umanistici, esemplificati da papi come Leone X e Clemente VII, in favore di quell'ortodossia religiosa che sarebbe diventata sinonimo di controriforma e Santa Inquisizione . 

 

1545

Dopo il concilio di Trento del 1545, l'umanesimo un tempo incoraggiato dal papato rinascimentale venne considerato contrario agli insegnamenti della Chiesa.

Che rapporto ha il Rinascimento con la Chiesa?
In questa fase, oltre ad avere cambiamenti politici ed economici, La Chiesa cattolica ha subito una grande crisi nel XVI secolo chiamata "la Riforma". Questo processo divise la chiesa in cattolici e protestanti a causa degli aspetti politici ed economici che la chiesa aveva sotto il potere.

 

Cosa rinasce nel Rinascimento?
Il Rinascimento, movimento culturale sorto in Europa durante il XV e il XVI secolo, segnò la "rinascita" dei valori e degli ideali classici dopo il Medioevo. Durante il Medioevo la società era divisa in feudi: i nobili imponevano il loro potere sui contadini, che dipendevano dalla loro protezione.
 

Che influenza ha avuto il Rinascimento sull'arte?
Il Rinascimento suppone un nuovo modo di intendere l'arte che significa una rottura con l'unità stilistica: l'artista prende coscienza di un individuo con un proprio valore e una propria personalità. … Il Rinascimento rompe con la tradizione artistica del Medioevo.

 

Qual è il ruolo di Dio nel Rinascimento?
L'uomo medievale credeva in Dio ed era soprattutto un uomo religioso. D'altra parte, l'uomo rinascimentale, senza cessare di credere in Dio, acquisirà coscienza di sé come creatura particolarissima all'interno della Natura, dotata anch'essa di enormi potenzialità.

 

Cosa è successo nel Rinascimento?
Rinascimento è il nome dato nel XIX secolo a un vasto movimento culturale che si è verificato nell'Europa occidentale durante il XV e il XVI secolo. … Il Rinascimento fu il risultato della diffusione delle idee dell'umanesimo, che determinò una nuova concezione dell'uomo e del mondo.

 

La visione dei nuovi uomini del Rinascimento

Questo nuovo modello di pensiero si sgancia dal pasato e soprattutto dal pensiero del periodo medioevale. 
È in questo periodo che nasce la considerazione del Medioevo come di un'età oscurantista a cui i rinascimentali oppongono la loro età moderna. L'uomo del Medioevo sta con i piedi sulla terra ma guarda al cielo, c'è una dimensione verticale dell'uomo, nell'Umanesimo la dimensione diventa orizzontale.

C'è in loro un senso della concretezza, dell'azione decisa, che del resto era presente anche in uomini del passato ma non era mai stata teorizzata come lo sarà adesso.

La visione realistica della storia per esempio era già presente come attestano le cronache del Villani che rappresenta realisticamente le condizioni negative di Firenze, ma il tutto era inserito in una prospettiva teologica: per lo storico medioevale i mali di Firenze sono da riportare ai peccati dei Fiorentini; ora invece la considerazione della storia è per alcuni tutta umana, la prospettiva teologica non ci sarebbe più: per Machiavelli, storico moderno, infatti le cause delle sciagure di Firenze non sono più religiose ma esclusivamente politiche.

La religione rimase un elemento centrale della vita quotidiana e della cultura europea, ma ci furono significative trasformazioni nel modo in cui la religione veniva vissuta, praticata e interpretata. 

Malgrado le trasformazioni culturali e intellettuali del Rinascimento, la religione cristiana continuò a essere un pilastro della vita europea. La Chiesa cattolica mantenne una posizione predominante e influente, esercitando un forte controllo morale, sociale e politico sulle comunità e sulle istituzioni.

I governanti e le élite del Rinascimento continuarono a sostenere le istituzioni religiose e a finanziare la costruzione di chiese, monasteri e opere d'arte religiose. Il mecenatismo religioso fu un importante mezzo di promozione della fede e di affermazione del potere politico.

Nonostante il crescente interesse per la cultura classica e umanistica, la letteratura religiosa e la teologia continuarono a essere importanti nel Rinascimento. Gli studiosi rinascimentali scrissero commentari sui testi sacri, opere di apologetica e trattati teologici che riflettevano sia la tradizione medievale che le nuove prospettive intellettuali.

 

Il Rinascimento vide un crescente interesse per la spiritualità individuale e per la devozione personale, in contrasto con l'accento posto dalla Chiesa sull'autorità e sulla ritualità. Alcuni individui cercarono esperienze spirituali più personali attraverso la preghiera, la meditazione e la lettura delle Scritture.

Vide anche emergere voci critiche nei confronti della Chiesa cattolica e delle sue pratiche. Alcuni intellettuali, come Erasmo da Rotterdam, criticarono apertamente la corruzione e l'abuso di potere all'interno della Chiesa, anticipando le richieste di riforma che caratterizzeranno il XVI secolo.

In sintesi, la religione nel Rinascimento mantenne una posizione di rilievo nella vita e nella cultura europea, ma fu soggetta a cambiamenti e trasformazioni che riflettevano le sfide e le opportunità dell'epoca. Questi cambiamenti contribuirono alla nascita di nuove prospettive religiose e all'inizio di importanti movimenti di riforma che avrebbero segnato il futuro dell'Europa occidentale.

 

Leonardo e la fede  

In pubblico Leonardo professava la fede cattolica (sembra che avesse frequentato persino sessioni di preghiere col Bramante suo grande amico ed estimatore) ma lo studio della natura lo lasciava perplesso e dubbioso annotandolo spesso sui taccuini che portava sempre con se. 

Erano troppe le variazioni prodotte nei millenni sulla Terra per non farsi delle domande. Affidava troppa importanza alla Ragione, alle sue esperienze, ai suoi studi, ai suoi esperimenti per credere alle cose solo per la Fede imposta dalla Chiesa. La ricerca delle cause che producevano gli effetti, il fatto che per lui la Natura fosse la maestra di tutto, debba esserci di guida e che essa non sembra essere assolutamente stabile e fissa, ma mutevole, non concordavano con l‟assunto biblico che tutto era stato fatto in un fiat da Dio e pertanto fosse immutabile. E fosse dissacrante ed eretico pensarla diversamente. Nelle sue ricerche metteva in dubbio persino gli assunti dei grandi come Aristotile cercandone i punti deboli.   


Leonardo da Vinci, nel suo continuo cercare di superare gli altri e di raggiungere la fama rischiava di inimicarsi le autorità religiose e persino il Santo Padre. Venuto a Roma, durante i suoi studi di anatomia, era spiato dagli assistenti tedeschi Giorgio e Giovanni degli Specchi che il Papa gli aveva assegnato come aiutanti, e rischiò persino accuse infamanti. (4) Si annotava sui suoi famosi taccuini, quelle leggi della natura che non sempre coincidevano con quelle sostenute dalla Chiesa. Pur essendo un cattolico praticante si riteneva libero di cercare il perché delle cose della natura. Ad esplorarle prima ancora di studiarle. Di sperimentare tutto per risalire alla causa del loro funzionare ed essere. 

Della loro inevitabile trasformazione nel tempo. E questo contrastava con il fatto che la Chiesa basava il suo potere, anche temporale, sulla invariabilità della natura creata da Dio. Sulla immutabilità della Bibbia. Come dimostra l‟abiura di Galileo pochi anni dopo.    

 
Leonardo da Vinci aveva studiato anche gli specchi ustori di Archimede nel 212 a.c. per bruciare le navi Romane nel porto di Siracusa assediata. Aveva fatto convergere la luce solare su una cisterna piena d‟acqua per produrre vapore, perché sembra lo volesse utilizzare per produrre energia. Durante questi esperimenti era ostacolato e spiato dai collaboratori che gli erano stati affidati per aiutarlo, fin quasi ad essere accusato di stregoneria.  
Sentendosi non gradito a Roma, lasciò la città e si trasferì in Francia dove Francesco I° gli aveva affidato un incarico prestigioso, con un ingaggio adeguato, una casa e quella tranquillità alla quale aspirava in cuor suo. Anche in considerazione dei problemi che si erano ultimamente manifestati sulla sua salute e lo accompagnarono per gli ultimi pochi anni della sua vita terrena. 

 

LA CONVERSIONE – La religione non fu tra gli interessi di Leonardo. Anzi, i suoi studi sulla natura, sul cielo e sul movimento degli astri, lo allontanarono da quella.

 

Scrive Vasari nelle Vite:

‘Tanti furono i suoi capricci, che filosofando de le cose naturali, attese a intendere la proprietà delle erbe, continuando et osservando il moto del cielo, il corso della luna e gli andamenti del sole. Per il che fece ne l’animo un concetto sì eretico, che e’ non si accostava a qualsivoglia religione, stimando per avventura assai più lo esser filosofo che cristiano’.

 

Solo in prossimità della morte l’artista sembrò pentirsi della sua condotta di vita e abbracciò la fede cristiana.

 

’Divenuto vecchio’, prosegue Vasari, ‘stette molti mesi ammalato; e vedendosi vicino alla morte, disputando de le cose cattoliche, ritornando nella via buona, si ridusse a la fede cristiana con molti pianti. Laonde confesso e contrito, se bene e’ non poteva reggersi in piedi, volse devotamente pigliare il Santissimo Sacramento fuor de ‘l letto’. Sempre il Vasari riferisce che la conversione portò poi Leonardo anche ad un ripensamento critico della sua opera di artista: il genio toscano si pentì di non aver dedicato più tempo e creatività al tema del sacro.   

 

fonte: Marco Biffani
 


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