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LEONARDO DA VINCI E LA MADONNA DEL GATTO

Ma Leonardo… ha fatto schizzi o disegni preparatori?

Spesso ci si confonde e si pensa che, in linea di massima siano la stessa cosa. Per meglio capire, ci sembra corretto dare delle lucidazioni:

Titolo dell'opera: Madonna del gatto

Data di produzione: 1478-1481

Dimensioni: 13 x 9,4 cm

Conservata presso: British Museum, London

Soggetto: studio grafico

Tecnica: inchiostro e bistro su carta

Atribuzione: Leonardo da Vinci 

Ma Leonardo… ha fatto schizzi o disegni preparatori?

Spesso ci si confonde e si pensa che, in linea di massima siano la stessa cosa. Per meglio capire, ci sembra corretto dare delle lucidazioni:

 

Cos'è uno schizzo o una bozza di un disegno?

Uno schizzo è un disegno o un'illustrazione realizzata in modo rapido e informale. Si tratta di un'opera preliminare, spesso eseguita con tratti leggeri e veloci, che serve a catturare rapidamente un'idea o un concetto visivo. Gli schizzi possono essere utilizzati in vari contesti, come nell'arte, nel design, nell'architettura e in altre discipline creative.

Gli schizzi possono assumere diverse forme e stili a seconda del contesto e dell'intento dell'artista o del progettista. Possono essere disegni a matita su carta, schizzi digitali su tablet o computer, bozzetti su tela o persino schizzi tracciati velocemente su superfici temporanee come carta velina o lavagne.

Nel processo creativo, gli schizzi sono spesso il primo passo nel delineare un'idea o un progetto. Possono essere utilizzati per esplorare varie opzioni e per sviluppare ulteriormente un concetto prima di passare a una fase più dettagliata di lavoro. Gli schizzi possono anche essere utilizzati come strumento di comunicazione per condividere idee con colleghi o clienti in modo rapido ed efficace.

 

Cos'è un cartone preparatorio? 

Un cartone preparatorio, nel contesto artistico e nel campo della pittura in particolare, è un disegno o un dipinto preparatorio utilizzato come guida o modello per la realizzazione di un'opera più grande e complessa. Questo cartone serve come base per trasferire il disegno o il progetto su una superficie diversa, come una tela o un muro, dove verrà poi eseguita l'opera finale.

Il cartone preparatorio può essere realizzato con varie tecniche, come matita, carboncino, gesso, pastelli, acquerelli o olio. Può essere un semplice schizzo a matita o un disegno più dettagliato e rifinito, a seconda delle esigenze dell'artista e della complessità dell'opera che si intende realizzare.

Questo processo di creazione di un cartone preparatorio consente all'artista di sperimentare con composizione, prospettiva, colori e altri elementi visivi prima di impegnarsi nell'opera finale. È un passaggio importante nel processo creativo che aiuta a pianificare e visualizzare l'opera finale prima di iniziare il lavoro effettivo.

 

Le tecniche utilizzate per creare un cartone preparatorio dipendono dalle preferenze dell'artista, dalla natura del lavoro che si sta preparando e dai materiali disponibili. Tuttavia, ci sono alcune tecniche comuni che vengono spesso impiegate:

 

Matita o Carboncino

Sono tecniche molto utilizzate per creare schizzi preliminari, in quanto consentono una grande flessibilità e facilità di correzione. Possono essere usati per disegnare contorni, forme e dettagli.

 

Pastelli o Gessetti

Queste tecniche possono essere utilizzate per aggiungere colore al cartone preparatorio. Possono essere usati per creare bozzetti colorati o per delineare le aree di colore principali.

 

Acquerelli o Tempera

Sono spesso utilizzati per aggiungere colore in modo più sottile e trasparente al cartone preparatorio. Possono essere utilizzati per creare sfumature o tonalità di colore più complesse.

 

Olio su carta o tela

Alcuni artisti preferiscono creare cartoni preparatori utilizzando tecniche ad olio, soprattutto se intendono realizzare un'opera finale ad olio. Questo consente loro di sperimentare con la manipolazione del colore e delle sfumature in modo simile a quello che faranno sull'opera finale.

 

Collage

In alcuni casi, gli artisti possono utilizzare tecniche di collage per creare il cartone preparatorio. Possono ritagliare e sovrapporre materiali come carta colorata, tessuti o immagini stampate per creare composizioni più complesse.

Indipendentemente dalla tecnica utilizzata, l'obiettivo del cartone preparatorio è quello di fornire una guida o un modello per la realizzazione dell'opera finale.

La rappresentazione del gatto

Normalmente nel periodo rinascimentale si tendeva a rappresentare la madonna con bambino, quale simbolismo cristiano. In aggiunta spesso veniva disegnato l'agnello.

 

Cosa rappresentava la madonna il bambino e l'agnello?

Nel Rinascimento, la rappresentazione della Madonna, del Bambino e dell'Agnello era un tema iconografico molto diffuso nelle opere d'arte religiosa. Questa composizione, nota come "Madonna col Bambino", ha profonde radici teologiche e simboliche nella tradizione cristiana e rappresenta la Vergine Maria che tiene in braccio Gesù bambino, spesso affiancati da un agnello.

Ecco alcuni dei significati simbolici associati a questa rappresentazione:

 

Maria Maddalena

Una figura biblica associata alla resurrezione di Gesù Cristo, ha avuto una presenza significativa nell'arte rinascimentale. Ecco alcuni punti salienti riguardanti la rappresentazione di Maria Maddalena durante il Rinascimento:

Maria Maddalena è spesso raffigurata come una donna penitente e devota, solitamente vestita di rosso o con abiti semplici. La sua figura è associata al pentimento e alla redenzione, in quanto è comunemente rappresentata mentre si lamenta o piange ai piedi della croce di Gesù o mentre unge i suoi piedi con olio profumato.

 

Penitenza e redenzione

Nel Rinascimento, l'immagine di Maria Maddalena è stata spesso utilizzata per trasmettere messaggi di penitenza, redenzione e speranza nella misericordia divina. La sua storia di conversione e il suo amore per Gesù Cristo sono stati interpretati come esempi di come anche i peccatori più grandi possano trovare perdono e salvezza attraverso la fede.

 

Sensibilità umana

Le rappresentazioni di Maria Maddalena nel Rinascimento spesso sottolineavano la sua umanità e la sua connessione emotiva con Gesù. Era spesso dipinta con espressioni intense di dolore, devozione o gioia, che riflettevano il suo coinvolgimento personale nella storia della salvezza.

 

Sculture e dipinti

Maria Maddalena è stata rappresentata in una vasta gamma di opere d'arte durante il Rinascimento, tra cui dipinti, sculture, affreschi e altari. Artisti rinomati come Donatello, Tiziano, Caravaggio e molti altri hanno creato interpretazioni iconiche di questa figura biblica, catturando la sua spiritualità e la sua umanità con grande maestria artistica.

Complessivamente, la figura di Maria Maddalena nel Rinascimento è stata una fonte di ispirazione per artisti e spettatori, trasmettendo messaggi di fede, speranza e redenzione attraverso la sua storia e la sua rappresentazione artistica.

Nel Rinascimento, Gesù Bambino è stato una figura centrale e iconica nelle opere d'arte religiosa. Ecco alcuni aspetti salienti riguardanti la rappresentazione del Gesù Bambino durante questo periodo:

 

Simbolismo divino e umano

Nelle opere d'arte rinascimentali, Gesù Bambino è rappresentato sia come il Figlio di Dio incarnato che come un bambino umano. Questa dualità riflette la teologia cristiana, che insegna che Gesù era pienamente divino e pienamente umano. Le rappresentazioni del Gesù Bambino tendono a mostrare un equilibrio tra la sua natura divina e la sua umanità, spesso con caratteristiche angeliche e maestose, ma anche con tratti infantili e vulnerabili.

 

Madre e Bambino

Le opere d'arte rinascimentali spesso raffigurano la Madonna con il Bambino Gesù, mostrando Maria mentre tiene il suo bambino nei suoi braschi. Questa composizione, conosciuta come la "Madonna col Bambino", è uno dei temi più popolari dell'arte rinascimentale e riflette il legame speciale tra madre e figlio, nonché il ruolo centrale di Maria nella vita di Gesù.

 

Devozione e umanità

Le rappresentazioni del Gesù Bambino nel Rinascimento trasmettono un senso di devozione e umanità. Molti dipinti ritraggono Gesù come un bambino dolce e innocente, invitando gli osservatori a riflettere sulla sua nascita umile e sulla sua missione divina di portare la salvezza al mondo.

 

Insegnamento e saggezza

Nonostante la sua giovane età, il Gesù Bambino nel Rinascimento è spesso raffigurato con un'espressione seria e saggia, simboleggiando la sua missione divina di portare la verità e la luce nel mondo. Anche da giovane, Gesù è considerato il Maestro e il Salvatore, e le sue rappresentazioni artistiche riflettono questo ruolo importante.

Complessivamente, le rappresentazioni del Gesù Bambino nel Rinascimento offrono una visione complessa e ricca della figura centrale del cristianesimo, invitando gli spettatori a meditare sulla sua umanità, divinità e significato spirituale.

 

L'agnello

Nel contesto del Rinascimento, l'agnello è un simbolo ricorrente che rappresenta principalmente Gesù Cristo come "l'Agnello di Dio". Ecco alcuni dei significati associati all'agnello nelle opere d'arte rinascimentali:

 

Simbolo di sacrificio

L'agnello è spesso associato al concetto di sacrificio, in particolare al sacrificio di Gesù Cristo sulla croce per il perdono dei peccati umani. Nelle opere d'arte rinascimentali, l'agnello viene raffigurato con riferimento al sacrificio di Cristo, simboleggiando la sua morte redentrice e la sua capacità di portare la salvezza al mondo.

 

Simbolo di innocenza e purezza

 L'agnello è anche visto come un simbolo di innocenza e purezza. La sua bianchezza e la sua natura innocua lo rendono un simbolo potente di purezza morale e spirituale. Nelle rappresentazioni rinascimentali, l'agnello viene spesso raffigurato con un'espressione tranquilla e serena, che riflette la sua natura pacifica e innocente.

 

Simbolo di Cristo come pastore

Nelle opere d'arte rinascimentali, l'agnello è talvolta rappresentato insieme a Cristo come un pastore che guida il suo gregge. Questo richiama l'immagine di Cristo come il "Buon Pastore" che protegge e guida i suoi seguaci con amore e compassione.

 

Simbolo di vittoria e trionfo

In alcune rappresentazioni rinascimentali, l'agnello è raffigurato con una bandiera o un vessillo, simboleggiando la sua vittoria sulla morte e sul peccato. Questo riflette la convinzione cristiana nella risurrezione di Cristo e nella sua vittoria finale sul male e sulla morte. Complessivamente, l'agnello nel Rinascimento è un simbolo ricco di significati teologici e spirituali, rappresentando la natura sacrificale, pura e redentrice di Gesù Cristo e la sua vittoria finale sul male e sulla morte.

I GATTI DI LEONARDO DA VINCI

Leonardo e l'ammirazione per il gatto

Questa famosa citazione, "Il più piccolo dei felini è un capolavoro", è attribuita a Leonardo da Vinci. 

Rappresenta in effetti la sua smisurata ammirazione e rispetto per la bellezza e la perfezione della natura che riusciva ad essere rappresentata in questo felino. 

Leonardo da Vinci era noto per la sua profonda connessione con la natura e il suo desiderio di osservarla e comprenderla in modo completo. Come sappiamo era attratto dal dettaglio, dal particolare he ad una prima occhiata nemmeno si notava, mentre lui aveva la sensibilità di coglierne le emozioni, magari restando per ore ad osservarli mentre si lavavano, dormivano o cacciavano. 

Questo era probabilmente un retaggio della sua infanzia ad Anchiano e a Vinci, il ricordo delle grandi passeggiate nei boschi del montalbano dove avrà avuto modo di incontrare quella piccola fauna che amava osservare, come le rane, le lumache, gatti cani e piccoli uccellini. Non a caso il fascino per la natura era alla base di ogni studio che, negli anni a venire, Leonardo affronterà con quella singolare capacità di rappresentarla che determinerà la differenza tra rappresentazione e emozione. 

 

Il gatto quindi è stato probabilmente l'animale più comune e diffuso con il quale abbia fatto amicizia, colui con il quale abbia trascorso molto tempo, incuriosito da quell'aspetto armonico, affascianto da quegli scati improvvisi, dalla sua velocità nella corsa bilanciata dalla coda per cambiare repentinamente direzione e sorprendere la preda, del suo prendersi cura come mamma della prole e delle tecniche di caccia che comprendevano gli agguati. 

 

Cosa rappresentavano i gatti?

Il gatto è stato un simbolo presente in varie culture e periodi storici, assumendo significati diversi a seconda del contesto culturale e delle credenze dominanti dell'epoca. 

Nel mondo antico egizio, il gatto era associato alla dea Bastet, la divinità della casa, della fertilità e della protezione. 

I gatti erano considerati sacri e venerati come protettori domestici. L'immagine di Bastet con testa di gatto era ampiamente rappresentata nell'arte e nell'iconografia egizia.

Durante il Medioevo in Europa, il gatto divenne associato alla magia nera e alle streghe. Veniva spesso raffigurato come un compagno di streghe e considerato un animale demoniaco. Questa percezione portò a una forte demonizzazione dei gatti e all'uccisione di molti di essi durante il periodo delle persecuzioni delle streghe.

 

Nelle culture celtiche, il gatto era associato alla divinità femminile e alla magia. Veniva spesso rappresentato nei miti come un animale misterioso e potente, capace di attraversare i confini tra il mondo fisico e quello spirituale.

Nel cristianesimo, il gatto ha avuto un'interpretazione contrastante. In alcuni casi, è stato associato alla stregoneria e al diavolo, mantenendo l'associazione negativa del Medioevo. Tuttavia, in altre interpretazioni, il gatto è stato visto come un simbolo di astuzia e vigilanza, adattandosi alla percezione di questi attributi come virtù cristiane.

Questi sono solo alcuni esempi delle molteplici interpretazioni simboliche del gatto nella storia. La sua figura è stata influenzata dalle credenze, dalle tradizioni e dalle rappresentazioni culturali delle varie società nel corso dei secoli.

 

Durante il Rinascimento, il gatto era presente nella vita quotidiana e nella cultura dell'epoca, anche se il suo ruolo e la sua rappresentazione variavano a seconda del contesto e della regione. 

I gatti erano occasionalmente ritratti nelle opere d'arte rinascimentali. Ad esempio, alcuni dipinti potevano includere gatti come parte del paesaggio domestico o come compagni di personaggi umani. 

Tuttavia, la loro presenza non era così comune come quella di altri animali, come cani, cavalli o uccelli. I gatti erano spesso presenti negli ambienti domestici durante il Rinascimento. Erano utilizzati per controllare i roditori nelle case, nei granai e nelle botteghe, e talvolta erano considerati compagni domestici.

Bisogna ricordare che il gatto non aveva un significato simbolico particolarmente prominente durante il Rinascimento. Tuttavia, poiché il Rinascimento era un periodo caratterizzato da un rinnovato interesse per la natura e per l'osservazione scientifica del mondo, alcuni artisti e studiosi potrebbero aver fatto riferimento ai gatti come parte delle loro rappresentazioni naturalistiche.

Come in altre epoche, nel Rinascimento persistevano alcune credenze popolari e superstizioni riguardanti i gatti, che potevano essere visti come portatori di buona o cattiva fortuna a seconda delle credenze locali.

 

Complessivamente, mentre i gatti non avevano un ruolo predominante o un significato simbolico particolarmente forte durante il Rinascimento, erano comunque presenti nella vita quotidiana e nell'immaginario dell'epoca, come parte integrante dell'ambiente domestico e della cultura popolare.

 

Perchè Leonardo scelse un gatto per accostarlo alla Maddalena?

Il vero motivo va ricercato appunto nel suo amore verso questo animale che lo riteneva molto di più che “figlio di natura”, forse rappresentava per lui qualcosa di profondo.

La rappresentazione della Madonna del gatto, potrebbe essere dunque una scelta libera e non un tema religioso commissionato da un mecenate. Forse Leonardo voleva creare qualcosa di intimo nella rappresentazione della purezza, inserendo nelle bozze oltre che il bambino Gesù, anche il gatto che gli ricordava molto la sua infanzia: voleva rappresentare se stesso?

Descrizione dell'opera

Il disegno rappresenta un momento gioco tra la madre , il bambino e il gatto. In tutte le bozze Leonardo sembra ricercare la giusta collocazione delle tre figure da rappresentare, spostando continuamente i soggetti da una parte all'atra del foglio, come se ricercasse la migliore sintesi che armonizzasse il futuro dipinto che aveva in mente; è un continuo abbozzare, prima cercando di definirne i contorni soffermandosi maggiormente su alcuni aspetti del gatto e del bambino, poi lanciandosi in nuovi percorsi creativi ridefinendo ex novo i soggetti con schizzi veloci e approssimativi, quasi a capire che da li a poco, li avrebbe abbandonati. E' comunque un intenso lavoro di ricerca che Leonardo svolge e lo fa in moneti diversi, forse in taluni schizzi maggiormente ispirato e in altri meno.

Madonna del gatto di Leonardo d Vinci
studio sul gatto di Leonardo da Vinci


penna e inchiostro bruno, su una linea preparatoria allo stile , con lavaggio bruno sul dorso - 1856.0621.1 - British Museum, London

Parte anteriore del foglio al British Museum.

bozza su carta della madonna del gatto di Leonardo da Vinci
madonna del gatto schizzi di Leonardo da Vinci

Madonna col bambino che accarezza un gattino . 

Disegno sul fronte del foglio conservato alla Galleria degli Uffizi.

Madonna col bambino che accarezza un gattino . 

Disegno sul retro del foglio conservato alla Galleria degli Uffizi.

Leonardo da vinci e i gatti
studio della madonna del gatto di Leonardo da Vinci

Disegni che compaiono sul fronte del foglio conservato al British Museum con il numero di inventario 1860,0616.98.

Disegno di una giovane donna con un unicorno che appare sul retro di un foglio conservato al British Museum con il numero di inventario 1860,0616.98.

il bambino e ilo gatto di Leonardo da Vinci
disegni del gatto di LEONARDO DA VINCI

Disegni che compaiono sul fronte del foglio conservato al British Museum con il numero di inventario 1857,0110.1.
 

Disegni che compaiono sul retro del foglio conservato al British Museum con il numero di inventario 1857,0110.1.
 

studi preparatori della madonna del gatto di Leonardo da Vinci
bozze della madonna del gatto di Leonardo da Vinci

Madonna con bambino e gatto 

(collezione privata di Arthur Hungerford Pollen, Londra).

Disegno della Madonna col Bambino che gioca con un gatto, conservato al museo Bonnat-Helleu

Storia dell'opera

 

1939

Accadde qualcosa di curioso: durante una presentazione presso la Triennale di Milano  venne esposta una tavola identificata come la “Madonan del gatto”, riscuotendo molto interesse e certamente grande fascino. Si fece esplicitamente credere che si trattasse dell'opera di leonardo da Vinci, ma..c'era un piccolissimo dettaglio che non quadrava.

 

Malgrado la tavola risultava “coeva”, ovvero compatibile con una tavola del 1450, alcuni aspetti non convinsero del tutto gli organizzatori che decisero, in tempi brevi, di rimuoverla dall'esposizione evitando possibili clamori. 

Ovviamente la stampa che iorni prima aveva annunciato l'opera di leonardo in pompa magna, si ritrovava con un “effetto sorpresa” non indifferente: per quale motivo al madonna di Leonardo era sparita dall'esposizione milanese? 

 

Giorgio Nicodemi, direttore della mostra, aveva dichiarato la “Madonna del gatto” quale opera autentica di Leonardo, ma tutto sembrava mettere in discussione questa certezza.

 

Chi era Giorgio Nicodemi?

Giorgio Nicodemi è stato un eminente museologo, numismatico e storico dell'arte italiano, nato a Trieste il 29 maggio 1891 e deceduto a Milano il 9 giugno 1967. 

Nicodemi ha contribuito in modo significativo allo studio e alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano attraverso il suo lavoro nell'ambito della museologia e della storia dell'arte.

Nicodemi è noto per la sua competenza nella numismatica, la disciplina che studia le monete, e ha svolto importanti ricerche e pubblicazioni nel campo. 

Ha anche lavorato come direttore di importanti istituzioni culturali italiane, contribuendo alla gestione e alla conservazione del patrimonio artistico e storico del paese.

La sua vasta conoscenza e la sua passione per l'arte e la cultura lo hanno reso una figura autorevole nel campo della museologia, e il suo lavoro ha avuto un impatto duraturo sullo studio e sulla valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

 

La "madonna del gatto" attribuita a Leonardo era un falso?

Purtroppo si!

Viene tirato in ballo un pittore genovese Cesare Tubino.

 

Chi era Cesare Tubino?

E' stato un pittore genovese del XIX secolo, noto principalmente per le sue vedute marine e paesaggi. Era considerato uno dei più importanti pittori paesaggisti della sua epoca nella scuola genovese. La sua produzione artistica comprendeva principalmente dipinti di paesaggi costieri, porti e scene marittime caratterizzate da una resa dettagliata e accurata della luce e dell'atmosfera.

Tubino era abile nel catturare l'energia e la vitalità del mare e delle sue coste, creando opere che trasmettono un senso di movimento e di vita. Le sue composizioni spesso includono dettagli realistici delle imbarcazioni, delle attività portuali e della vita marina, offrendo uno spaccato vivido della vita e del lavoro lungo le coste liguri.

Sebbene Tubino non sia forse così conosciuto a livello internazionale come alcuni altri pittori del suo tempo, la sua opera ha avuto un impatto significativo sulla scena artistica genovese del XIX secolo, contribuendo a definire lo stile e il tema della pittura paesaggistica nella regione. Le sue opere sono ancora apprezzate e collezionate oggi per la loro bellezza e il loro realismo.

Il 3 ottobre 1990, Tubino muore. 

All'apertura del testamento olografo ecco la clamorosa scoperta: la madonna del gatto esposta a Milano cinquant'anni prima, era da sempre rimasta appesa sopra il letto di camera sua! Non solo, nel testamento emerge la sua confessione: quella madonna esposta in realtà era stata fatta da lui stesso! 

 

Ad oggi, passati oramai molti anni dalla sua morte, non possiamo affermare che Cesare Tubino avesse voluto creare ad arte un falso per trarne profitto, cosa piuttosto discutibile, o la scelta di riprodurre la madonna del gatto fosse solo un desiderio suo personale di cimentarsi nella riproduzione dell'opera di Leonardo, per certo però, subì il fascino leonardesco cosi forte a tal punto da doverlo confessare in punto di morte, forse per evitare inutili giudizi e valutazioni che solo lui avrebbe compreso. 


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