PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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Napoleone Bonaparte sconfisse le forze austriache nella battaglia di Lodi il 10 maggio 1796. Questa vittoria fu decisiva per la sua campagna d'Italia e aprì la strada per l'occupazione di Milano.
Dopo la battaglia di Lodi, l'esercito francese avanzò rapidamente verso Milano, entrando in città il 15 maggio 1796.
Napoleone Bonaparte guidò un esercito composto da circa 38.000 soldati quando iniziò le operazioni militari in Italia. Tuttavia, non tutti questi soldati erano presenti contemporaneamente a Milano, ma si stima che fosse sufficiente per garantire il controllo della città e la sicurezza delle operazioni di saccheggio e trasporto delle opere d'arte verso la Francia.
Durante questa occupazione, le truppe francesi saccheggiarono numerose opere d'arte e manoscritti preziosi, portandoli in Francia. Questo saccheggio faceva parte di una più ampia politica di appropriazione culturale che Napoleone attuò nei territori conquistati.
I manoscritti di Leonardo da Vinci conservati presso l'Institut de France a Parigi sono dodici codici, noti come i "Codici di Francia". Questi codici, sottratti dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano durante l'occupazione, comprendono una vasta gamma di scritti e disegni di Leonardo, che spaziano tra molteplici campi del sapere, dalla scienza all'arte.
Nonostante la sconfitta di Napoleone e la restaurazione del 1815, questi preziosi manoscritti non furono restituiti all'Italia e rimasero in Francia, dove sono tuttora conservati e studiati. questo evento si inserisce nel più ampio contesto del saccheggio napoleonico di opere d'arte e beni culturali, molti dei quali rimasero in Francia anche dopo la caduta dell'Impero napoleonico. La mancata restituzione dei manoscritti di Leonardo rappresenta una perdita significativa per il patrimonio culturale italiano.
Il 24 maggio, il commissario di guerra Peignon si presentò all'Ambrosiana insieme all'incaricato Pierre-Jacques Tinet (1753-1803) con l'elenco degli oggetti di cui doveva impossessarsi. Tra questi oggetti figuravano "le carton des ouvrages de Leonardo d'Avinci", che si riferiscono probabilmente ai disegni e ai manoscritti di Leonardo da Vinci conservati nella Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Venne dato l'ordine ai Marescialli francesi di coordinare le operazioni di sequestro ed imballaggio delle opere pittoriche ma anche decine di casse di legno adatte a trasportare ori, documenti e libri ( tra queste casse, la N° 19, quella che riguardava i manoscritti).
I beni sequestrati vennero spediti da Milano pressochè subito ma arrivarono a Parigi solo il 25 novembre. Questo ritardo di quasi sei mesi può essere attribuito a vari fattori, tra cui le difficoltà logistiche dell'epoca, le condizioni delle strade e i rischi associati al trasporto di beni preziosi durante un periodo di conflitti.
Questo episodio fa parte della più ampia storia del saccheggio artistico compiuto dalle truppe napoleoniche in tutta Europa, che ha visto il trasferimento forzato di innumerevoli opere d'arte nei musei francesi, principalmente al Louvre.
Il 14 agosto venne stabilito che la cassa n. 19, contenente il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, sarebbe stata portata alla Biblioteca nazionale di Francia.
All'Institut de France era invece destinata un'altra cassa contenente gli altri dodici manoscritti leonardeschi. Questa decisione riflette l'importanza attribuita ai manoscritti di Leonardo, considerati di grande valore culturale e scientifico. Il Codice Atlantico, in particolare, è una delle raccolte più complete di disegni e scritti di Leonardo, coprendo una vasta gamma di argomenti dalla matematica alla botanica, dall'ingegneria all'arte. Il trasferimento di questi manoscritti a Parigi durante l'occupazione napoleonica rappresenta uno degli episodi chiave del saccheggio di opere d'arte e documenti storici compiuto dalle truppe francesi in Italia.
Delle cosiddette “segnature di classificazione", cioè l'attribuzione ai fogli con le lettre A,B,C,D,E,F,G,H,K,L,M, si occupò personalmente Giovanni Battista Venturi che ebbe modo di studiarli e trascriverne alcune parti. Ecco cosa scrisse relativamente alla classificazione:
"Essendo l'anno 1796 andato a Parigi in qualità di Segretario di Legazione di S.A. Ser.ma Ercole III duca di Modena, ottenni che mi fossero comunicati i manoscritti di Leonardo e ne ricopiai tutto ciò che mi parve più interessante. Fui io che scrissi sulla copertina di ciascun volume una lettera maiuscola, A, B, C etc. affine di poterli citare con distinzione.»
Chi era Giovanni Battista Venturi (1746-1822)
E' stato un fisico e scienziato italiano, noto per i suoi contributi nel campo della fluidodinamica e dell'elettromagnetismo. Nato a Bibbiena, in Toscana, Venturi studiò presso l'Università di Pisa, dove divenne professore di fisica nel 1777.
Uno dei suoi contributi più importanti è stato il principio di Venturi, che descrive il flusso di un fluido attraverso una tubazione con una sezione trasversale variabile. Secondo questo principio, quando il fluido passa attraverso una sezione più stretta, la sua velocità aumenta e la pressione diminuisce, e viceversa. Questo principio è ampiamente utilizzato in ingegneria per la progettazione di sistemi di flusso, come ad esempio nei carburatori delle automobili.
Venturi ha anche contribuito alla comprensione dell'elettromagnetismo e ha studiato i fenomeni di elettrostatica e magnetismo. È ricordato come uno dei più importanti scienziati italiani del XVIII secolo, la cui ricerca ha avuto un impatto duraturo sulla fisica e sull'ingegneria.
Il manoscritto A di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci, Classificazione Istituto di Francia 2172 e 2185
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 22 x 15 cm
Fogli contenuti all'interno: 97
Il manoscritto B di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2173 e 2184
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 23 x 16 cm
Fogli contenuti all'interno: 95
Il manoscritto C di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2174
Fu donato nel 1637 da Federico borromeo e Giovanni Antonio Mazenta
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 31,5 x 22 cm
Fogli contenuti all'interno: 32
Il manoscritto D di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2175
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 22,5 x 16 cm
Fogli contenuti all'interno: 10
Il manoscritto E di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2176
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 14,5 x 10 cm
Fogli contenuti all'interno: 80
Il manoscritto F di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2177
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 14,5 x 10,5 cm
Fogli contenuti all'interno: 96
Il manoscritto G di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2178
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 14 x 10 cm
Fogli contenuti all'interno: 93
Il manoscritto H di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci - SOLO FRONTE
Classificazione Istituto di Francia 2179
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 10,5 x 8 cm
Fogli contenuti all'interno: 142
Il manoscritto I di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2180
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 10 x 7,5 cm
Fogli contenuti all'interno: 139
Il manoscritto K di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2181
Fu donato da Orazio Archinto
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 9,6 x 6,5 cm
Fogli contenuti all'interno: 128
Il manoscritto L di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2182
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 10 x 7 cm
Fogli contenuti all'interno: 94
Il manoscritto M di Francia è uno codice di Leonardo da Vinci
Classificazione Istituto di Francia 2183
Fu donato nel 1637 da Galeazzo Arconati
alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Supporto utilizzato: carta
Dimensione dei fogli: 10 x 7 cm
Fogli contenuti all'interno: 96
I donatori dei manoscritti alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Tutti i manoscritti oggi in possesso dell'Istituto di Francia, sono il frutto di un furto o “bottino di guerra" commesso su ordine di Napoleone Bonaparte a Milano e, successivamente, trasferito in territorio francese.
I manoscritti vennero rubati dall'esercito francese proprio alla Biblioteca Ambrosiana di Milano dove erano conservati. La stessa Ambrosiana li ricevette in donazione da appassionati e collezionisti milanesi che, di seguito, desideriamo ricordare:
Orazio Archinto (1583-1654)
Orazio Archinto nacque in una famiglia nobile milanese nel 1583. Le famiglie nobili come gli Archinto erano spesso mecenati delle arti, e Orazio non fece eccezione. La sua educazione e posizione sociale gli permisero di sviluppare una profonda passione per la cultura, che manifestò attraverso il collezionismo e il supporto ad artisti e intellettuali.
Archinto fu un appassionato collezionista di opere d'arte e manoscritti. Il suo interesse per la cultura lo portò a raccogliere numerosi oggetti d'arte e documenti preziosi, contribuendo a preservare il patrimonio culturale dell'epoca.
Come molti nobili del suo tempo, Archinto sostenne artisti e intellettuali, fornendo loro risorse e opportunità per creare e diffondere le loro opere. Il mecenatismo era un aspetto fondamentale della vita culturale del Rinascimento e del Barocco, e Archinto svolse un ruolo significativo in questo ambito.
Federico Borromeo (1564-1631),
Federico Borromeo nacque il 18 agosto 1564 a Milano. Apparteneva alla nobile famiglia Borromeo e fu cugino di San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e figura influente della Controriforma cattolica. Federico ricevette un'educazione eccellente, studiando a Milano, Bologna e Roma. Fu nominato cardinale a soli 23 anni da Papa Sisto V nel 1587.
Nel 1595, Federico Borromeo divenne arcivescovo di Milano, succedendo a Gaspare Visconti. Come arcivescovo, si dedicò alla riforma della diocesi in linea con i decreti del Concilio di Trento, promuovendo una vita religiosa rigorosa e una forte educazione religiosa. Fondò seminari per la formazione del clero e sostenne la diffusione della dottrina cattolica.
Federico Borromeo è forse più conosciuto per aver fondato la Biblioteca Ambrosiana nel 1609. La biblioteca, intitolata a Sant'Ambrogio, patrono di Milano, fu concepita come un centro di cultura e sapere. La sua creazione fu ispirata dalla volontà di rendere accessibili al pubblico importanti manoscritti, libri e opere d'arte.
Giovanni Ambrogio Mazenta (1565-1635)
Mazenta nacque a Milano nel 1565 e, attratto dalla vita religiosa e dallo studio, entrò nell'Ordine dei Barnabiti. La sua formazione ecclesiastica e intellettuale gli permise di sviluppare competenze sia nel campo religioso sia in quello scientifico e artistico. Oltre alla sua vita monastica, Mazenta era un architetto e ingegnere di talento, coinvolto in vari progetti di costruzione e restauro.
Mazenta è particolarmente ricordato per il suo ruolo cruciale nel trasferimento dei manoscritti di Leonardo da Vinci alla Biblioteca Ambrosiana. La sua azione fu fondamentale per garantire che questi preziosi documenti fossero preservati e resi accessibili al pubblico.
Essendo un intellettuale e studioso, Mazenta fu motivato dal desiderio di conservare il sapere e di promuovere la cultura. La sua azione contribuì a garantire che i manoscritti di Leonardo fossero conservati in un'istituzione pubblica accessibile agli studiosi e agli appassionati.
La Biblioteca Ambrosiana di Milano
La donazione dei manoscritti di Leonardo da Vinci alla Biblioteca Ambrosiana fu un evento significativo nella storia culturale di Milano e dell'Europa. Grazie agli sforzi combinati di Orazio Archinto, Giovanni Ambrogio Mazenta e Galeazzo Arconati, questi preziosi documenti furono trasferiti alla biblioteca fondata da Federico Borromeo.
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