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LEONARDO DA VINCI E RITRATTI DEI DUCHI DI MILANO

ritratti dei duchi di Milano di Leonardo da Vinci

Titolo dell'opera: 1497
Data di produzione: dipinto
Dimensioni: 90 cm base
Conservata presso:

Soggetto: Duchi di Milano

Tecnica: intonaco su parete e tempera e olio

Attribuzione: probabile Leonardo da Vinci

I Ritratti dei duchi di Milano con i figli sono una serie di dipinti a olio e tempera su intonaco di Leonardo da Vinci,  conservati ai lati della Crocifissione di Donato Montorfano nell'ex-refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie. 

Il Convento di Santa Maria delle Grazie è un importante complesso religioso situato a Milano, fu fondato nel 1463 da Giovanni Antonio Amadeo, un architetto e scultore italiano, su ordine di Francesco Sforza, il Duca di Milano dell'epoca. Fu costruito per ospitare l'ordine dei frati domenicani.

La parte più famosa del convento è il refettorio, dove si trova il celebre dipinto "L'Ultima Cena" di Leonardo da Vinci. Questo capolavoro è uno dei dipinti più noti al mondo ed è considerato uno dei vertici dell'arte rinascimentale.

Il convento è caratterizzato da un'architettura rinascimentale lombarda, con una facciata sobria e lineare. L'interno del refettorio è stato decorato con affreschi rinascimentali, tra cui il dipinto di Leonardo.

Negli anni Il convento e il refettorio subirono gravi danni durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ma il dipinto dell'Ultima Cena fu miracolosamente preservato, cosa non accaduta per i “ritratti dei duchi”. 

 

Vasari ricordò la pittura a secco del duca di Milano e dei suoi familiari da parte di Leonardo, sulla parete della Crocifissione:

«Nel medesimo refettorio, mentre che lavorava il Cenacolo, nella testa dove è una Passione di maniera vecchia, ritrasse il detto Lodovico, con Massimiliano suo primogenito, e dall’altra parte la duchessa Beatrice, con Francesco altro suo figliuolo, che poi furono amendue duchi di Milano, che sono ritratti divinamente.»

(Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568), Vita di Lionado da Vinci, pittore e scultore fiorentino.)

 

La Crocifissione del Montorfano

Vasari ricordò la pittura a secco del duca di Milano e dei suoi familiari da parte di Leonardo, sulla parete della Crocifissione:

«Nel medesimo refettorio, mentre che lavorava il Cenacolo, nella testa dove è una Passione di maniera vecchia, ritrasse il detto Lodovico, con Massimiliano suo primogenito, e dall’altra parte la duchessa Beatrice, con Francesco altro suo figliuolo, che poi furono amendue duchi di Milano, che sono ritratti divinamente.»

(Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568), Vita di Lionado da Vinci, pittore e scultore fiorentino.)


Il dipinto, sulla destra, a seguito del bombardamento del 1943.
Anche il Lomazzo, padre Gattico e una lettera di Ludovico il Moro a Marchesino Stanga citano l'opera. La lettera in particolare, datata 29 giugno 1497, invita a sollecitare Leonardo che finisca il Cenacolo "per attendere poi ad altra fazada d'esso refitorio".

PITTURA DEL RINASCIMENTO AL TEMPO DI LEONARDO DA VINCI

descrizione

Dell'intervento originario restano oggi pochi frammenti, anche a causa del bombardamento dell'agosto 1943, in cui la volta crollò lasciando esposti gli affreschi alle intemperie (solo sul Cenacolo erano stati posti sacchi di sabbia a protezione). In ogni caso la tecnica a secco aveva già notevolmente compromesso l'opera. Gian Giacomo Gattico scrisse a proposito: «Queste [figure] sono infarcite per essere dipinte a olio, ed egli [Leonardo] contro il suo volere lo fece perché così onninamente volse il duca Ludovico».

La critica, a causa dell'esiguità dei frammenti, ha spesso sottovalutato lo studio della loro autenticità, ma studi recenti, basati su esami scientifici, ribadiscono la piena autografia leonardesca confermando le fonti.

ritratti dei duchi di Milano di Leonardo da Vinci

Beatrice d'Este (Ferrara, 29 giugno 1475 – Milano, 2 gennaio 1497) soprannominata Sternit, cioè Abbatte, in riferimento alla capacità di conquistarsi il trono abbattendo ogni ostacolo, fu duchessa di Milano e di Bari, principatus socia del marito, secondo l'espressione dell'imperatore Massimiliano I. Fu una delle personalità più importanti del suo tempo e, nonostante la breve vita, trasse le fila della politica italiana. Abile cacciatrice e cavallerizza esperta,fu pratica dell'uso di diverse armi, «vera intrepida amazzone e animosa seguace di Diana», ma fu anche donna di cultura, importante mecenate e capofila della moda: al fianco dell'illustre consorte, rese Milano una delle massime capitali del Rinascimento. Con la propria determinazione e l'indole bellicosa, fu l'anima della resistenza milanese contro il nemico francese durante la prima delle Guerre d'Italia, quando il suo intervento valse a respingere le minacce del duca d'Orléans, che era sul punto di conquistare Milano.

«Ella mostrava il coraggio di un uomo, e quello di un uomo intrepido, di fronte al pericolo. [...] Era davvero una virago, nell'onorevole senso medievale della parola. Una donna, come la definisce Gregorovius, elevata per coraggio e comprensione al di sopra del suo sesso».

«Principessa di somma perspicacia, benché giovane, versata nelle cose di stato, più che non soglion le donne, [...] dominava il marito irresistibilmente, eragli consigliera ed eccitatrice, e fu veduta più tardi sul campo di Novara rialzarne l'abbattuto coraggio». (Samuele Romanin). Si ritiene che la sua personalità dominante possa aver determinato l'avanzamento della Regina degli scacchi a pezzo più potente della scacchiera.

La duchessa Beatrice col secondogenito Francesco.

ritratti dei duchi di Milano di Leonardo da Vinci

Beatrice d'este nella crocifissione del Montorfano 

Ercole Massimiliano Sforza (Milano, 25 gennaio 1493 – Parigi, 4 giugno 1530) è stato Duca di Milano dal 1512 al 1515 tra l'occupazione di Luigi XII di Francia (1498-1512) e quella di Francesco I di Francia del 1515.

E' stato un membro della potente famiglia Sforza e Duca di Milano per un breve periodo nel XVI secolo. Ecco un riassunto della sua vita durante il suo regno come Duca di Milano:

Divenne Duca di Milano nel 1512, dopo che le forze francesi di Luigi XII di Francia furono costrette a ritirarsi dalla città a causa della lega anti-francese formata da papa Giulio II e altri stati italiani.

Durante il suo breve regno, cercò di consolidare il suo potere e di stabilire una politica indipendente per il Ducato di Milano. Tuttavia, le pressioni esterne da parte di altri stati italiani e l'instabilità interna minarono i suoi sforzi.

Nel 1515, Francesco I di Francia invase nuovamente il Ducato di Milano. 

Questo evento è noto come la Battaglia di Marignano, e si svolse tra il 13 e il 14 settembre di quell'anno. La battaglia ebbe luogo durante la guerra della Lega di Cambrai, un conflitto che coinvolse molte potenze europee e che vide la Francia scontrarsi con la coalizione della Lega, che includeva tra gli altri il Sacro Romano Impero, la Spagna e il Papato.

La battaglia di Marignano fu uno scontro sanguinoso e brutale, combattuto tra le forze francesi guidate da Francesco I e le forze della Lega di Cambrai. Alla fine, le forze francesi riuscirono a ottenere una vittoria decisiva, consentendo a Francesco I di conquistare il Ducato di Milano e rafforzando così la sua posizione in Italia settentrionale.

Questa vittoria segnò un punto di svolta significativo nelle relazioni politiche e militari in Europa, confermando il crescente potere della Francia nella regione e indebolendo la coalizione anti-francese della Lega di Cambrai. 

La conquista del Ducato di Milano da parte di Francesco I mise fine al breve regno di Ercole Massimiliano Sforza e pose fine al dominio della famiglia Sforza su Milano.

Dopo la sua sconfitta, Ercole Massimiliano Sforza visse in esilio, principalmente a Parigi. 

Dopo che Francesco I di Francia prese il controllo del Ducato di Milano, Ercole Massimiliano Sforza fu esiliato e trovò rifugio presso la corte francese.

L'esilio di Ercole Massimiliano Sforza a Parigi sottolinea la natura turbolenta e politicamente instabile dell'Italia rinascimentale, in cui le famiglie nobiliari spesso trovavano rifugio e sostegno presso le corti straniere in caso di sconfitta o perdita del potere nelle loro terre di origine.

 

Nonostante il suo esilio, Ercole Massimiliano Sforza continuò a mantenere contatti politici e diplomatici, sperando di riconquistare il controllo del Ducato di Milano o di ottenere altri vantaggi politici in Europa.

Morì lì il 4 giugno 1530, all'età di 37 anni e la sua morte segnò la fine di una parte significativa della storia della famiglia Sforza e del Ducato di Milano. Anche se Ercole Massimiliano Sforza non riuscì a riconquistare il controllo del ducato durante la sua vita, il suo ruolo e la sua eredità rimangono importanti nella storia politica e militare dell'Italia rinascimentale. La sua morte pose fine alla sua partecipazione agli affari politici e alle lotte dinastiche del suo tempo.

 

Il regno di Ercole Massimiliano Sforza come Duca di Milano fu breve e segnato dalla turbolenza politica e dalla lotta per il controllo del ducato da parte delle potenze straniere. La sua sconfitta e la successiva occupazione francese sancirono la fine del suo dominio su Milano e l'inizio di un altro periodo di dominazione straniera nella regione.

ritratti dei duchi di Milano di Leonardo da Vinci

Ercole Massimiliano Sforza dipinto da Leonardo da Vinci

ritratti dei duchi di Milano di Leonardo da Vinci

Ritratto giovanile di Massimiliano Sforza di Giovanni Ambrogio de Predis, 1496-1499 circa

ritratti dei duchi di Milano di Leonardo da Vinci

Sforza Francesco II Sforza (Milano, 4 febbraio 1495 – Vigevano, 24 ottobre 1535) fu il nono e ultimo Duca di Milano indipendente dal 1521 al 1535. Duca di Bari, principe di Rossano e conte di Borrello, Longobucco e Rosarno dal 1497 alla morte. Era il figlio minore di Ludovico Sforza, detto il Moro, e di Beatrice d'Este.

 

Nel 1499 il ducato di Milano fu invaso dai francesi e Ludovico provvide a mettere al riparo i figli presso la corte imperiale ad Innsbruck, raggiungendoli subito dopo lungo la via. Si separò poi da loro nel gennaio successivo, quando decise di tentare la sorte in Italia per recuperare il ducato, e non li rivide mai più. La separazione fu certo traumatica, sia per il cinquenne Francesco che per il fratello maggiore, se lo storico milanese Bernardino Corio scrive a tal proposito: "questi fanciulli, accommiatandosi dall'amatissimo padre e baciandolo, di pietose lagrime gli bagnarono il volto, atto veramente d'incredibil dolore".

Milena Magnano, Leonardo, collana I Geni dell'arte, Mondadori Arte, Milano 2007, pag. 102. ISBN 978-88-370-6432-7

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