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Titolo dell'opera: San Girolamo
Data di produzione: 1480 - 1482
Dimensioni:103 x 75 cm
Conservata presso: Pinacoteca Vaticana, Roma
Soggetto: San Girolamo
Tecnica: monoscromo incompiuto
Attribuzione: Leonardo da Vinci
"San Girolamo penitente" è un dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, realizzato intorno al 1480-1482. Raffigura San Girolamo, uno dei Padri della Chiesa più importanti del IV secolo, in un momento di profonda contemplazione e penitenza.
La storia di questo dipinto è avvolta da alcune incertezze riguardo alla sua attribuzione diretta a Leonardo da Vinci. Molti studiosi ritengono che l'opera sia stata realizzata principalmente dalla bottega di Leonardo, con possibili interventi diretti del maestro. Tuttavia, la sua attribuzione è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi dell'arte.
Il dipinto raffigura San Girolamo come un anziano penitente, intento a compiere il suo atto di penitenza in un ambiente selvaggio e roccioso. San Girolamo è solitamente raffigurato con un teschio, un simbolo della mortalità umana e del distacco dal mondo materiale, e con un libro aperto, simbolo della sua erudizione e del suo lavoro di traduzione della Bibbia in latino (la Vulgata).
Il dipinto è noto per la sua profonda introspezione psicologica e per la resa dettagliata del paesaggio circostante, che mostra la maestria di Leonardo nell'uso della prospettiva e della luce. La figura di San Girolamo, con il suo corpo emaciato e la sua espressione concentrata, trasmette un senso di intensa devozione e meditazione.
"San Girolamo penitente" è considerato uno dei capolavori del primo periodo artistico di Leonardo da Vinci ed è apprezzato per la sua profondità emotiva e la sua straordinaria tecnica pittorica. Sebbene la sua attribuzione esatta possa essere oggetto di dibattito, il dipinto rimane una testimonianza significativa dell'influenza e del genio artistico di Leonardo durante il Rinascimento italiano.
Descrizione dell'opera
Deriva dal nome greco Ἱερώνυμος (Hieronymos) che, composto dai termini ἱερός (hierós, "sacro") e ὄνυμα (ónyma o ónuma, una forma dialettale di ὄνομᾰ, ónoma, "nome"), significa letteralmente "nome sacro".
San Girolamo, conosciuto anche come San Girolamo di Stridone, è stato uno dei Padri della Chiesa più importanti del IV secolo. Nacque intorno al 347 d.C. a Stridone, nell'attuale Slovenia, e visse fino al 420 d.C. È noto principalmente per il suo lavoro di traduzione della Bibbia in latino (la Vulgata) e per i suoi scritti teologici e spirituali.
Girolamo nacque in una famiglia cristiana e ricevette un'educazione eccellente. Studiò retorica e filosofia a Roma e viaggiò ampiamente in Europa e in Medio Oriente. Dopo un periodo di vita monastica e di ritiro, fu ordinato sacerdote nel 379.
Traduzione della Bibbia: Il suo lavoro più significativo fu la traduzione della Bibbia in latino, nota come la Vulgata. Questa traduzione divenne il testo biblico standard della Chiesa cattolica per molti secoli ed è ancora ampiamente utilizzata oggi. La Vulgata è stata fondamentale per la diffusione e l'interpretazione delle Sacre Scritture nel mondo cristiano occidentale.
Girolamo scrisse numerosi trattati teologici, commentari biblici, omelie e lettere. Le sue opere trattano una vasta gamma di argomenti, tra cui la teologia trinitaria, l'escatologia, la moralità cristiana e la vita monastica. Le sue lettere, in particolare, offrono un prezioso scorcio sulla vita e le preoccupazioni della Chiesa del IV secolo.
Condusse una vita ascetica e monastica, ritirandosi nel deserto per periodi di contemplazione e preghiera. Questa esperienza influenzò profondamente il suo pensiero e la sua spiritualità, e lo portò a sostenere una vita di semplicità e rinuncia ai beni materiali.
San Girolamo è stato uno dei più influenti Padri della Chiesa e ha esercitato una profonda influenza sulla teologia e la spiritualità cristiana occidentale. La sua figura è diventata leggendaria nel corso dei secoli, e è spesso raffigurato nelle arti e nella iconografia cristiana come un uomo dedito alla preghiera e allo studio delle Sacre Scritture.
In sintesi, San Girolamo è stato una figura fondamentale nella storia del cristianesimo, nota principalmente per il suo lavoro di traduzione della Bibbia e per i suoi scritti teologici e spirituali. La sua eredità continua a essere riconosciuta e celebrata nella Chiesa cattolica e nella tradizione cristiana in generale.
Esecuzione dell'opera
In particolare, prestando la dovuta attenzione, possiamo vedere l'esecuzione del muscolo grande pettorale che, essendo sotto sforzo e posto sotto la pelle, fa emergere la congiunzione tra le ossa dello sterno, la clavicola e l’omero. E la stessa considerazione si può fare riguardo al modo con cui è riprodotto il muscolo sterno-cleido-mastoideo, presentato con i suoi due capi di inserzione estremamente sviluppati e circoscriventi uno spazio triangolare sopraclavicolare dipinto con marcata evidenza. Il gioco di luce voluto, evidenzia ancora una volta i dettagli intramuscolari al fine di evidenziarne la trazione e la sofferenza
Tecnica e colori
Per la realizzazione dell'opera, indubbiamente Leonardo ha utilizzato il pennello, ma in molte parti della composizione il colore è steso direttamente dall'artista con le proprie dita per ammorbidire i contorni delle figure. L'opera è pertanto particolarmente significativa in quanto, nell'impasto fresco dei colori, sono chiaramente visibili le impronte del maestro fiorentino.
Aspetto:
L’identificazione con San Girolamo è basata sull’aspetto dell’uomo, visibilmente molto anziano, dal volto scavato. Il corpo è senza vesti, parzialmente racchiuso da un mantello essenziale, senza nessun riferimento ecclesiastico.
propria essenza. Egli è raffigurato anziano, con la barba e i capelli bianchi, con accanto il cappello cardinalizio; è accompagnato dal leone al quale secondo il racconto popolare il santo ha estratto una spina dalla zampa.
Assemblaggio
L’opera, su carta e solo successivamente incollata su tavola per essere trasformata in un’opera da collezione, era probabilmente lo studio preparatorio per un dipinto, forse la tavola con Cristo crocifisso fra i santi Girolamo e Antonio abate che si trovava nella chiesa di Santa Maria a Argiano, nei pressi di San Casciano Val di Pesa. E’ riferita, come pure il dipinto di Argiano, ad Andrea del Verrocchio, straordinario pittore e scultore fiorentino, nella cui bottega si formarono importanti artisti dei quali il più famoso è Leonardo da Vinci. Lo studio per San Girolamo è un significativo esempio della pratica pittorica nelle botteghe fiorentine rinascimentali, dove il disegno, arricchito anche da stesure pittoriche, era uno strumento fondamentale per lo studio dal vero e l’elaborazione delle composizioni. Nel dipinto della Galleria Palatina, la differenza che si nota fra la magistrale resa del modellato della testa e del collo rispetto a quella del busto ha fatto supporre che il disegno sia stato ingrandito e integrato in un secondo momento.
L’opera è presente nelle raccolte medicee fin dal XVII secolo.
Nel corso dei suoi studi sulla prospettiva, Leonardo si accorse che l’atmosfera, lo spazio d’aria che divide l’osservatore dal soggetto osservato, può deformare, sfumandole, le figure e la loro massa corporea. Per questo, soprattutto gli oggetti o gli sfondi in secondo piano, come in questo caso, Leonardo li sfuma leggermente, con i contorni non troppo netti e definiti. Ma le sorprese non finiscono qui, poiché proprio sullo sfondo pare riconoscere lo studio abbozzato di Santa Maria Novella, una delle chiese simbolo di Firenze. Rimane solo una suggestione, nulla più, ma ciò che è certo è che quest’opera, sebbene incompleta ci può raccontare tante cose.
Storia dell'opera
1482
l dipinto viene in genere datato agli ultimi anni del primo soggiorno fiorentino di Leonardo, per le stringenti affinità con l'Adorazione dei Magi. Non si conosce la destinazione originaria dell'opera e l'unica menzione avvicinabile al dipinto è quella di "cierti san Gerolami" elencati dall'artista nell'inventario personale prima della partenza per Milano nel 1482.
Il rocambolesco ritrovamento dell'opera è raccontato da Pietro D'Achiardi in una ricostruzione ritenuta oggi poco credibile: appartenuto ad Angelica Kauffmann, pittrice svizzera, specializzata nella ritrattistica e nei soggetti storici 81741 – 1807) .
il dipinto sarebbe poi andato perduto, per essere ritrovato dal cardinale Joseph Fesch, diplomatico, arcivescovo cattolico e collezionista d'arte francese di origine corsa; era fratello uterino di Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte.
Secondo quanto riportato da lui stesso, anche se la notizia non ha mai trovato alcun riscontro, sembrerebbe che trovò l'opera da un rigattiere di Trastevere che aveva usato una metà della tavola per creare un coperchio per una cassapanca, mentre l'altra metà restante, utilizzata come sgabello in uso ad un calzolaio di strada. Ad ogni modo è certo che il dipinto fu messo all'asta dagli eredi del cardinale 1845
Gli eredi del Cardinale entrarono in possesso delle tavole, non si sa se gia assemblate o meno, dopo la morte del Cardinale.
Cedettero l'opera ad un noto collezionista e antiquario della capitale, un certo con una valutazione di duemilacinquecento franchi e venne acquistato da Alessandro Aducci, ( ma anche qui manca la documentazione!) per una cifra che si aggirava intorno ai 2.500 Franchi.
1856
la figlia di Alessandro Aducci lo cedette a Pio IX e destinato da allora ai Musei Vaticani.
Biblografia
EN) Fabrizio Mancinelli, Leonardo da Vinci, Saint Jerome, in The Vatican Collections:The Papacy and Art, New York, Harry N. Abrams inc. publishers, 1982, pp. 156-157, n. 80.
Edoardo Villata, Leonardo, Milano 2005, p. 24
Milena Magnano, Leonardo, collana I Geni dell'arte, Mondadori Arte, Milano 2007, p. 58. ISBN 9788837064327
Carlo Pietrangeli, Un Leonardo in vendita a Roma (PDF), in Strenna dei romanisti, 1986, pp. 441-450, ISSN 0006-0941 (WC · ACNP).
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