.webp "cooltext447273776987562")
.jpeg "sistema-nervoso.jpeg")
PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
COOKYE POLICY
In collaborazione con:
leonardodavinci-italy.com - all right reserved 2024 - divisione cultura, Sede legale: Milano Piazza IV Novembre 4, cap 20124 -P.IVA 11463490968 – CCIAA MI 90266 REA 2604702
LEONARDO DA VINCI E L'AUTOMA CAVALIERE
L’Automa Cavaliere è un progetto ideato intorno al 1495.
In questo periodo Leonardo lavora presso la corte di Ludovico il Moro e si sta occupando per lui di diverse commesse, probabilmente a seguito degli studi di anatomia del grande inventore.
Perchè Leonardo costruisce il suo automa?
Vi sono state molte ipotesi negli anni e vi segnaliamo alcune di queste:
1^ ipotesi
Si trattava di un prototipo sperimentale per un progetto che avrebbe previsto un automa gigante, molto alto rispetto agli standard umani. Sarebbe stato posizionato all'ingresso del castello sforzesco di Milano quale monito a tutti coloro che intendevano rivoltarsi al potere degli Sforza.
2^ ipotesi
Leonardo costruì l'automa quale progetto per una festa, una delle tante che lo stesso Ludovico il Moro usava fare per deliziare i suoi prestigiosi ospiti.
3^ ipotesi
L'automa era semplicemente la realizzazione di un guerriero che sarebbe stato riprodotto in serie e destinato ad essere posizionato all'interno della piazza d'armi del castello e a guardia dei muri perimetrali; inoltre alcuni affermano che sarebbe stato utilizzato come guardia nei torrioni principali e in tutti i luoghi e nelle residenze di Ludovico il Moro per dare l'impressione ai suoi ospiti della sua potenza militare nonchè dell'impossibilità di arrivare a lui attentando alla sua vita, in quanto fortemente protetto dai suoi “soldati”.
1950 circa
In questo periodo vengono alla luce alcuni disegni e appunti raccolti in piccoli taccuini tascabili, successivamente dtatai nel periodo tra il 1495 e il 1497. Su questi taccuini sono visibili i disegni e le indicazioni sparse, senza un ordine logico, gli appunti di un cavaliere meccanizzato e, sempre secondo i suoi disegni, parrebbe che ricordi molto da vicino un soldato che indossa una armatura databile nel tardo medioevo, riconducibile ad uno stile del tardo XV secolo in stile italo-tedesco, che per lo studioso
Rosheim affermò che Leonardo rispettava perfettamente le proporzioni del corpo umano.
L'automa di Leonardo, che per Rosheim era il frutto delle ricerche precedenti compiute nei campi dell'anatomia e della cinetica, così come si trovano registrati nel Codice Huygens,
Cos'è il codice Huygens?
Il "Codice Huygens" è un importante manoscritto che contiene scritti di Leonardo da Vinci. Prende il nome da Christiaan Huygens, un celebre matematico e scienziato olandese del XVII secolo, che lo acquistò nel XVIII secolo. Il manoscritto contiene una vasta gamma di materiale, inclusi disegni, schizzi, appunti e scritti su varie materie, tra cui matematica, geometria, anatomia, botanica e ingegneria.
Il Codice Huygens è stato originariamente creato da Leonardo da Vinci intorno al 1505-1508 e si ritiene che sia stato parte della sua eredità personale. Il Codice Huygens conservato alla Pierpont Morgan Library di New York. Suddiviso in cinque libri, il quinto è dedicato alla prospettiva, mentre nel IV libro si parla delle teorie leonardiane.
È stato attribuito a Carlo Urbino
Descrizione dell'automa
Si trattava di una struttura in legno ricoperta da pellame essiccato e stirato sulle forme anatomiche del corpo a simulare la pelle umana. Alcune giunture degli arti inferiori e superiori, il collo e il bacino erano in metallo per dare equilibrio strutturale
ogni singola giuntura era collegata da perni e ingranaggi circolari collegati a fili metallici che muovevano parti della muscolatura, tendini e ossa, e lo stesso Rosheim i movimenti erano tra loro indipendenti.
Secondo testimonianze dell'epoca mai confermate, il copricapo dell'automa era molto simile ad un elmo da guerriero chiamato barbuta.
Si trattava di un tipo di elmo utilizzato principalmente durante il Rinascimento. Prende il nome dalla sua caratteristica più distintiva: una visiera che copre il viso e presenta una forma allungata e appuntita che ricorda la barba di un uomo. Questo tipo di elmo era comunemente indossato dai soldati italiani nel XV e XVI secolo.
L'elmo a barbuta era spesso associato ai fanti pesanti e ai cavalieri, offrendo una protezione considerevole al volto e al collo durante il combattimento. Tuttavia, a differenza di altri elmi più chiusi come il bacinetto, la visiera a barbuta consentiva una migliore ventilazione e una maggiore visibilità per il guerriero che lo indossava.
Secondo Rosheim l'automa sarebbe stato in grado di effettuare diversi movimenti come, ad esempio, alzarsi in piedi, muovere le braccia e muovere la testa, articolare correttamente la mascella.
1996
In questa data viene studiato nel dettaglio il probabile funzionamento dell'automa e della sua prima ricostruzione. Ad occuparsene fu Mark Rosheim.
Chi era Mark Rosheim?
Mark Rosheim è un ingegnere e ricercatore americano noto per il suo lavoro nel campo della robotica e dell'ingegneria. Si è specializzato nella ricostruzione e nella riproduzione di robot storici, in particolare dei disegni di Leonardo da Vinci. Rosheim ha scritto diversi libri e articoli sull'applicazione dei principi ingegneristici di Leonardo alla moderna robotica, ed è riconosciuto come un esperto nel campo. La sua ricerca e le sue opere hanno contribuito a portare maggiore consapevolezza e comprensione dell'ingegno di Leonardo anche nel campo della tecnologia contemporanea.
2002
L'emittente televisiva americana BBC, chiese a Rosheim di realizzare un modello reale dell'automa che sarebbe servito per un documentario sulla storia Leonardiana.
2007
Le nuove ricerche e gli studi approfonditi consentono una nuova realizzazione di un modello robotizzato nei laboratori di Leonardo3 a Milano, dove Mario Taddei dimostra che i manoscritti originali di Leonardo non si trovano solo sul foglio 579r del Codice Atlantico, ma sono reperibili anche sui fogli 1077r, 1021r e 1021v.
BIBIOGRAFIA:
Carlo Pedretti, 1957 foglio 579r; v, anche 1077r, 1021r e 1021v
Ladislao Reti (a cura di), Il Codice Madrid, 1974
Mark E. Rosheim, Il robot di Leonardo, su brunelleschi.imss.fi.it, Istituto e Museo di Storia della Scienza. URL consultato il 4 maggio 2010.
Fonte: www.leonardo3.net
The Collegian Online: Leonardo's lost robots: Rosheim speaks at TU Archiviato il 28 maggio 2010 in Internet Archive.
Carlo Pedretti, "Così rinasce il leone-robot di Leonardo. I Codici tradotti dal computer", pp. 30-31, in Corriere della Sera, Scienza&Tecnologia, 17 novembre 2007
Mario Taddei, I Robot di Leonardo da Vinci, Leonardo3, 2007 Mario Taddei, I ROBOT E L'ANDROIDE DI LEONARDO DA VINCI, Amazon, 2021, ISBN 979-8541060010
Per segnalazioni su questa pagina clicca qui
