PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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Introduzione
Le impronte digitali sono le impressioni uniche lasciate dalla pelle delle dita umane su una superficie quando toccano qualcosa. Queste impressioni sono formate principalmente dalle scanalature e dalle creste presenti sulla superficie della pelle. Le impronte digitali sono un metodo comunemente utilizzato per l'identificazione personale, poiché ogni individuo ha un pattern unico che è estremamente difficile da replicare o trovare in un'altra persona.
Le impronte digitali si formano durante lo sviluppo fetale e rimangono costanti per tutta la vita di una persona. Esistono tre tipi principali di pattern di impronte digitali: archi, cicli e delta. Gli archi sono caratterizzati da linee curve e non hanno delta (punti di partenza delle linee principali), i cicli hanno un singolo delta e le linee tendono a formare un cerchio o una spirale, mentre i delta hanno più di un punto di partenza e possono presentare linee che si biforcano.
Le impronte digitali sono ampiamente utilizzate in campo forense per identificare i sospetti o confermare l'identità delle vittime in casi di crimine. Sono anche utilizzate in ambito civile per il controllo degli accessi, il monitoraggio della presenza e altre forme di sicurezza. La tecnologia moderna ha reso più efficiente l'acquisizione e l'analisi delle impronte digitali attraverso scanner digitali e software specializzati.
Quali sono le tecniche di rilevamento?
Esistono diverse tecniche per rilevare le impronte digitali, sia sulle superfici che sulle persone stesse.
1). Polvere per impronte digitali
Questa è una delle tecniche più tradizionali e comuni. Si utilizza una polvere fine, di solito di colore nero o bianco, che viene applicata sulla superficie dove si sospetta siano presenti le impronte digitali. La polvere aderisce alle impronte, rendendole visibili.
2). Reattivi chimici
Questa tecnica coinvolge l'utilizzo di sostanze chimiche che reagiscono con i residui oleosi lasciati dalle impronte digitali.
Ad esempio, il reattivo ninidrina è comunemente usato per rilevare le impronte su superfici porose come la carta.
3). Luce laser
Questa tecnica utilizza la luce laser per illuminare una superficie e far risaltare le impronte digitali. Quando il laser colpisce la superficie, le impronte assorbono la luce in modo diverso rispetto al resto della superficie, rendendole visibili.
4). Scansioni ad ultrasuoni
Questa tecnica utilizza gli ultrasuoni per rilevare le impronte digitali sotto lo strato superficiale di una superficie. Le onde sonore vengono emesse sulla superficie e riflettono diversamente dalle impronte, consentendo di visualizzarle tramite un'apposita apparecchiatura.
5). Scansioni ad infrarossi
Questa tecnica sfrutta la differenza di riflessione tra le parti della superficie con impronte digitali e quelle senza. La superficie viene esaminata utilizzando una sorgente di luce infrarossa e una fotocamera sensibile a questo tipo di luce.
6). Scanner ottici
Questi dispositivi sono in grado di acquisire e memorizzare le impronte digitali attraverso un processo ottico. Sono comunemente utilizzati nei sistemi di sicurezza per il controllo degli accessi.
7). Tecniche di rilevamento biometrico
Queste tecniche utilizzano sensori che leggono direttamente le impronte digitali dalle dita delle persone. I sensori possono essere capacitivi, ottici o ultrasuonici.
LONDRA – L’impronta di Leonardo da Vinci è stata scoperta in un disegno anatomico raffigurante il sistema cardiovascolare e gli organi principali di una donna, datato intorno al 1509-10. In realtà sono due le impronte rilevate, una delle quali, quella di un pollice, è a detta del conservatore della Collezione Reale, Alan Donnithorne, “il candidato più convincente come autentica impronta digitale di Leonardo da Vinci”.
Al 2024 non si hanno ancora notizie certe sugli esami relativi per la attribuzione a Leonardo da Vinci
Royal Collection Trust / © Her Majesty Queen Elizabeth II 2019 - dettaglio con l'impronta
Questa immagine resa nota dall'Università di Chieti mostra le impronte digitali su un foglio che sarebbe stato toccato da Leonardo da Vinci. Gli antropologhi dicono di essere riusciti a ricostruire l'impronta digitale del suo dito sinistro: una scoperta che potrebbe aiutare a fare luce su alcune delle cose più disparate del genio del Rinascimento, dall'odio per un certo tipo di cibo o se sua madre fosse davvero di origine araba. La ricerca, durata tre anni, si è basata soprattutto su una serie di fotografie di alta qualità fatte a circa 52 fogli toccati da Leonardo nel corso della sua vita.
(Piero Lucco, Università di Chieti/Afp)
Trovata un'impronta del pollice di Leonardo da Vinci. La scoperta è avvenuta negli autografi custoditi nella Collezione Reale del Castello di Windsor, in Inghilterra.
Si tratta di due impronte digitali rilevate in un disegno anatomico che raffigura il sistema cardiovascolare e gli organi principali di una donna. L'opera è datata 1509/10.
Il pollice è l'impronta più importante perché secondo Alan Donnithorne, conservatore della collezione reale, sarebbe "il candidato più convincente come autentica impronta digitale di Leonardo da Vinci".
E adesso c’è anche l’impronta digitale. Per secoli gli studiosi si sono appassionati al “caso Leonardo da Vinci”, affascinati dalla vastità del suo ingegno (dall’ingegneria, all’arte fino – con livelli minori – alla letteratura), rapiti dall’idea di poter ottenere di lui qualcosa di più rispetto alle sue opere e ai suoi progetti. Ci hanno provato con il Dna, ma l’albero genealogico si è dimostrato piuttosto difficile da ricostruire. Hanno insistito con la ricerca del suo aspetto fisico (non fidandosi del presunto autoritratto) e, adesso, hanno una traccia quasi certa su cui lavorare: le sue impronti digitali.
Si trovano su uno dei disegni anatomici custoditi nel Royal Collection Trust del Castello di Windsor. L’opera, datata tra il 1509 e il 1510, rappresenta il sistema cardiovascolare e gli organi di una donna. E accanto al braccio sinistro, appare l’impronta del pollice di Leonardo.
Firenze, 29 gennaio 2019 -
E' stata scoperta un'impronta del pollice di Leonardo da Vinci (1452-1519) negli autografi custoditi nella Collezione Reale del Castello di Windsor, in Inghilterra. In un disegno anatomico che raffigura il sistema cardiovascolare e gli organi principali di una donna, datato intorno al 1509-10, sono state rilevate due impronte digitali. Particolarmente importante tra le due è quella del pollice che, secondo Alan Donnithorne, conservatore della collezione reale, sarebbe "il candidato più convincente come autentica impronta digitale di Leonardo da Vinci".
La scoperta sarà presentata al pubblico in occasione della grande mostra itinerante allestita per i 500 anni dalla morte dell'autore della "Gioconda", che porterà in 12 città della Gran Bretagna i 144 disegni della Royal Collection di Windsor.
Su questa tavola relativa al ritratto di Ginevra de Benci, vi sono le impronte digitali di Leonardo, lasciate nel tentativo di ammorbidire il colore, di stenderlo senza tracce di pennello. Potrebbero, è vero, essere di chiunque, ma ricompaiono nella Dama con l’ermellino.
Per concludere possiamo affermare che tutte queste scoperte, alcune ancora in fase di elaborazione ed esame, sarebbero riconducibili a Leonardo da Vinci ma, all'alba del 2024, non abbiamo documentazione certa ed inequivocabile che sia proprio cosi. Vi terremo aggiornati.
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