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Titolo dell'opera: Madonna Dreyfus
Data di produzione: 1469 -1480
Dimensioni: 15,7x 12,8 cm
Conservata presso: National Gallery of Art di Washington.
Soggetto: madonna con bambino dentro la stanza
Tecnica: ad olio e tempera grassa
Attribuzione: Andrea del Verrocchio, Lorenzo di Credi, Leonardo da Vinci
Descrizione dell'opera
Chiamata anche Madonna della melagrana, la Madonna Dreyfus è un tavola dipinta ad olio. Secondo gli ultimi studi l'inizio dell'pera potrebbe essere datata già prima del 1470 ad opera di Leonardo da Vinci.
La Madonna Dreyfus è il primo dipinto su tavola di Leonardo che sia giunto fino a noi. Le più antiche notizie documentate risalgono ai primi del Novecento, quando l’opera apparteneva a Gustave Dreyfus, grande collezionista parigino di arte rinascimentale.
Quest'opera è stata e lo è ancora, frutto di controversie circa la sua attribuzione. Esistono (o esistevano) due versioni del presente dipinto.
La madonna
Ricorda lo stile e la scuola del suo maestro Verrocchio in particolare per tratto, i contorni e per l'utilizzo cromatico deli sfumati, nel rosso e nel blu del vestito della Vergine e nel lembo di tessuto sotto il Bambino, la Madonna del Garofano. Il volto di Maria e il particolare dettagliato della capigliatura può evocare senza ombra di dubbio l'Annunciazione di Cristo dello stesso Leonardo.
Il bambino
Il figlio è disegnato abbandonando le forme corpulente che spesso accompagnano l'identificazione di Gesù, e questa volta viene rappresentato con un fisico dai tratti leggeri. E' tenuto dal braccio destro della mani o, quasi a proteggerlo da una eventuale caduta e lui, tenta di muovere un piccolo passo incerto verso la sua mamma, osservandola dritto negli occhi, alzano dil braccio destro vero il suo viso, quasi a chiederle un tocco d'amore.
La stanza
Qui ritornano i paesaggi in lontananza che caratterizzano molte opere religiose di leonardo: si vedono i monti, le strade sterrate, il piccolo laghetto alla sinisra di amria e molto verde. Il cielo è ripreso terso, senza contaminazioni di nuvole o luci intersecate, piuttosto un unico e disteso azzurro rilassante, quasi a sottolinearne lo stato di tranquillità generale del momento.
La spilla
La spilla riprodotta da Leonardo incastona un rubino dal colore sangue di piccione. Questa è una pietra legata alla nobiltà, tanto da essere considerata, già nel rinascimento, tra la più regale. Il rubino era una gemma davvero molto rara e molto costosa a tal punto che solo poche donne facenti parte della borghesia e delle Signorie potevano permettersi di sfoggiarlo.
Melograno
Dettaglio esclusivo della Madonna Dreyfus è invece la melagrana che Maria tiene in mano: simbolo di fertilità ma anche presagio del sangue della Passione, che il bimbo offre alla madre con i piccoli chicchi. La melograna o il melograno era un simbolo grafico e pittorico molto utilizzato nel Rinascimento espresso lo possiamo trovare abbinato a dipinti di riferimento cristiano. nasconde infatti tutta una serie di significati simbolici: è un simbolo di fertilità e abbondanza, dal momento che contiene moltissimi chicchi;
era un cibo di lusso, che quindi solo in pochi si potevano permettere, e questo suo grande valore si trasmette anche quando è utilizzato nelle arti figurative;la sua forma ricorda una testa coronata, quindi viene spesso utilizzato per indicare la regalità.
La storia
1469
Molti studiosi dell'arte convengono che sono certi che dio tratti dell'opera di Leonardo. Esiste però un'altra madonna che, secondo tratti pittorici e sfumati, riporterebbe alla mano di Lorenzo di Credi.
1480
Gli sudi continuano e portano alla conclusione che una delle madonne è realmente attribuibile a Lorenzo di Credi e viene identificata non una copia di quella prodotta da Leonardo, piuttosto una versione originale dell'originale che sembra andato smarrito. Lorenzo di Credi, dunque, avrebbe fato una copia della madonna di Leonardo.
L’opera viene per la prima volta documentata negli elenchi delle opere presenti nelle collezioni di Gustave Dreyfus (1837-1914) .
Dreyfus, uomo di grande cultura artistica, dotato di grandi capacità di relazioni a tal punto da divenire amico personale di diversi artisti quali Auguste Rodin, Gabriele D’Annunzio e Jules Massene e divenne ben presto un punto di riferimento in tutta la Francia. La sua collezione comprendeva circa millecinquecentocinquanta opere pittoriche vi erano opere del rinascimento europeo ed in particolare di quello francese e italiano, e tra queste le opere diBotticelli, Bellini e di Leonardo. , medaglie in oro e argento e statue di diversa grandezza, tutte raccolte all'interno di un grande appartamento in boulevard Malesherbes.
1914
Gustave Dreyfus muore
1930
Gli eredi Dreyfus decisero di venderla ai Duveen Brothers, Henry Joseph Duveen e Joseph, mercanti d'arte britannici, fondatori dell'azienda Duveen Brothers.
1951
La madonna arriva nelle mani di Samuel H. Kress è stato un imprenditore, collezionista d'arte e mecenate statunitense.
1952
Samuel H. Kress ne fece dono al museo di Washington.
1930
fu messa in vendita e passò di mano in mano, fino ad approdare alla National Gallery di Washington nel 1952 grazie a una donazione.
Bibiografia
rubino, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Piero Aloisi, RUBINO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
(EN) ruby, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Biografia riassuntiva di Gustave Dreyfus.
Catalogo della collezione Dreyfus pubblicato nel 1931. La Madonna Dreyfus .
Per una critica alle origini del patrimonio di Gustave Dreyfus.
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