PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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Da documentazione certa risulterebbe che Leonardo da Vinci sarebbe passato da Ivrea di ritorno dal suo viaggio in Francia nel 1515.
secondo le ricostruzioni storiche Leonardo era diretto nella città di Ginevra, che nel 1550 era conosciuta con il nome di "Genève" in francese e "Genf" in tedesco, nomi che sono ancora utilizzati oggi.
In quel periodo Ginevra attraversava un periodo di grandi cambiamenti e trasformazioni, specialmente legati alla Riforma Protestante.
Leonardo arrivò a Ginevra attraverso il Vallese raggiunse poi il colle del Gran San Bernardo.
Il Colle del Gran San Bernardo è un passo di montagna situato nelle Alpi occidentali, al confine tra l'Italia e la Svizzera. Con un'altitudine di circa 2.469 metri, è uno dei passi alpini più alti e storicamente più rilevanti.
Durante il Medioevo e il Rinascimento, il Colle del Gran San Bernardo continuò a essere una via di transito fondamentale. La strada attraverso il Vallese e il colle permetteva un collegamento diretto tra Ginevra e l'Italia settentrionale, facilitando il commercio e il movimento delle truppe.
La strada era utilizzata per il trasporto di merci come sale, spezie, tessuti e vino. I mercanti attraversavano il colle per portare le loro merci ai mercati di Ginevra, Milano e oltre.
La via era strategicamente importante per i movimenti militari per il controllo del colle era essenziale per il movimento delle truppe attraverso le Alpi.
E' molto probabile, che Leonardo abbia utilizzato la strada del Colle del Gran San Bernardo che alla sua epoca era una delle vie di transito più antiche e significative che collegavano Ginevra con il Vallese (Valais) e l'Italia.
Arrivato in Valle d’Aosta raggiungendo infine Ivrea da dove proseguì fino a Roma. La presenza di Leonardo da Vinci a Ivrea è documentata da un suo manoscritto presente sul Codice Atlantico al foglio 211 v.
Navilio d’Ivrea, facto dal fiume della Doira. Montagne d’Ivrea nella sua parte silvagia produce di verso tramontana (Codice Atlantico, foglio 211 v.).
Analizzando lo scritto di Leonardo possiamo cogliere che lui parla de "Montagne d’Ivrea nella sua parte silvagia produce di verso tramontana" .
Quando scrive della "Parte silvagia", si riferisce certamente alle aree più selvagge e incontaminate delle montagne, che potrebbero essere caratterizzate da fitti boschi, fauna selvatica e paesaggi naturali.
Prosegue citando "Di verso tramontana", ciò significa che indica la direzione nord. In un contesto geografico e storico, questo termine è spesso usato per descrivere ciò che si trova verso il nord. Nel caso delle montagne di Ivrea, questa frase descrive le caratteristiche e le risorse che si trovano sul lato settentrionale delle montagne.
Cosa sappiamo del naviglio di Ivrea?
Nel 1468, Jolanda di Valois, anche nota come Iolanda di Savoia, ordinò la costruzione del Naviglio di Ivrea. Questo canale fu progettato per collegare la città di Ivrea con la Dora Baltea, un fiume importante della regione. La sua realizzazione faceva parte di una serie di interventi volti a migliorare l'infrastruttura e l'economia del Ducato di Savoia.
Durante il Rinascimento, Ivrea e il Piemonte erano già noti per l'uso avanzato di canali e sistemi di irrigazione. Sebbene il Naviglio di Ivrea moderno non fosse ancora stato costruito, la regione beneficiava di numerose opere idrauliche progettate per migliorare la produttività agricola e fornire acqua per uso domestico e industriale.
Nel Rinascimento, l'ingegneria idraulica italiana era all'avanguardia in Europa. Numerosi ingegneri e architetti rinascimentali, tra cui Leonardo da Vinci, contribuirono a progetti di canalizzazione e gestione delle acque.
Le opere idrauliche del Rinascimento includevano la costruzione di canali, chiuse e sistemi di drenaggio per controllare il flusso delle acque e migliorare l'irrigazione delle terre agricole. Questo periodo vide un aumento dell'attenzione alla gestione sostenibile delle risorse idriche, che gettò le basi per future infrastrutture idrauliche come il Naviglio di Ivrea.
L'acqua era fondamentale per l'agricoltura, in particolare per la coltivazione del riso, che richiedeva sistemi di irrigazione efficienti. La gestione delle risorse idriche era quindi cruciale per il benessere economico e sociale della regione. Durante il Rinascimento, Ivrea e le aree circostanti videro un incremento della produzione agricola grazie a una migliore irrigazione, che portò a una maggiore prosperità.
Il Naviglio di Ivrea era un'opera ingegneristica avanzata per il suo tempo. Includeva chiuse e ponti per regolare il flusso dell'acqua e permettere il passaggio delle imbarcazioni. La costruzione richiese una notevole competenza tecnica e l'impiego di risorse significative.
Col passare del tempo, l'importanza del Naviglio di Ivrea come via navigabile diminuì a causa dello sviluppo di altre infrastrutture di trasporto, come le strade e, successivamente, le ferrovie. Tuttavia, il canale continuò a essere utilizzato per l'irrigazione e per la produzione di energia idroelettrica.
Per alcuni storici, sulla base del Codice Atlantico, il progetto è da attribuire proprio a Leonardo da Vinci.
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