PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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Titolo dell'opera: Madonna di Benois
Data di produzione: 1478 - 1482
Dimensioni: 48 x 31 cm
Conservata presso: Ermitage
Soggetto: Madonna col Bambino
Tecnica: olio su tavola trasportato su tela
Attribuzione: Leonardo da Vinci
Questa opera apre una nuova strada nel movimento pittorico fiorentino dell'epoca. Leonardo, dopo dieci anni di apprendistato presso la bottega del suo maestro il Verrocchio, decide di affrontare il tema religioso e delicato come la madonna con bambino, e lo fa rompendo i canoni estetici della rappresentazione classica della madonna; offre una sua interpretazione di una madre celeste più giovane, quasi ragazzina, cogliendo i dettagli del sorriso generoso e non austero delle madonne contemporanee.
Da questo momento Leonardo, inizierà un percorso di distacco dai suoi amici pittori contemporanei che prediligevano la tecnica del dettaglio, spostandosi sempre di più sulla rappresentazione essenziale di dettagli riguardanti la natura e l'ambiente.
Descrizione dell'opera
Madonna
Maria è seduta, avvolta dal vestito rinascimentale finemente particolareggiato dalla luce, offrendo meticolosi dettagli. Regge nella mano destra un fiore e tiene sulle ginocchia il bambino.
Rispetto alle madonne contemporanee proposte da altri pittori, Leonardo vuole rappresentare una giovane Madonna, sottolineando il passaggio tra la bambina e l'adolescente. infatti non rappresenta una donna che evoca i canonici standard religiosi e mistici, piuttosto la rende moderna e fuori dagli schemi, offrendole un sorriso marcato e giocoso, segno inequivocabile di “leggerezza e spensieratezza” che la grandezza della maternità da lui concepita, porta con sè nell'intimità tra madre e figlio piena di amorevole naturalezza.
I critici dell'arte rinascimentale, hanno avuto difficoltà ad accostarla ad un opera di Leonardo proprio per questo distacco da una raffigurazione ecclesiastica ma, in realtà, Leonardo prende una forma di “distacco creativo” con quest'opera, allontanandosi anche dallo stile del suo maestro con il quale ha appreso i segreti della pittura: il Verrocchio.
Con la Madonna di Benois, Leonardo da sfogo alla sua creatività di ventottenne, cimentandosi in una nuova strada di raffigurazione, abbandonando i canoni estetici e iconografici.
Stanza
Da una prima analisi Leonardo ci offre una scenografia austera, quasi rendendola inutile. Sullo sfondo di una stanza scura e apparentemente vuota, una bifora fa da contrasto al buio interno riversando luce nella stanza, luce che non sottolinea un panorama leonardesco, fatto di calanchi, monti e specchi d'acqua, un suo segno distintivo, piuttosto un cielo “anomalo”, scevro da nubi e tonalità gradienti, che sottolinea la staticità ambientale, senza creare nell'osservatore una particolare attenzione. Questo modo di lavorare la luce nell'ambiente, è da considerarsi proprio un “ non luogo”, cioè un dettaglio voluto da Leonardo affinchè l'osservatore si concentri solo sul soggetto dell'opera e non sui riferimenti che sono da lui ritenuti poco importanti. Ma Leonardo non vuol rendere del tutto inutile il conteso e per rendere maggiore un senso di profondità dimensionale, proprio sotto la bifora e, non a caso, al centro dell'aureola del bambino Gesù, inserisce uno" spessore" nel muro che misura i volumi, ridando un'attenzione maggiore all'ambiente.
Bambino
Maria prova ad afferrarlo, cercando di coordinare i movimenti e con lo sguardo concentrato, come tipico dei bambini piccoli. Secondo taluni, i quattro petali del fiore sarebbero un'allegoria della futura crocifissione. Il modello iconografico più immediato è la Madonna di Domenico Veneziano nella collezione Berenson. Maria è particolarmente giovane e, contrariamente alla tradizione iconografica, sorride guardando la tenera goffaggine del figlio e instaurando con lui un rapporto di serena familiarità. Il gruppo sacro mostra quindi una svolta stilistica nel soggetto, che evita di ricalcare gli schemi tradizionali affidandosi piuttosto a un accurato studio dal vero, particolarmente evidente nella realistica fisionomia del Bambino. Mancano gli abbellimenti delle proporzioni che ritraevano i fanciulli come uomini in miniatura ed estremamente naturale appare la gestualità o il tenero incarnato infantile.
Orecchie del bambino
Un dettaglio del dipinto che mette in dubbio la sua autenticità è il trattamento delle orecchie che da molti sono considerate non realistiche, un tratto incompatibile con il grande talento e abilità di Leonardo quando si trattava di dipingere l'anatomia. Un'altra critica riguarda il modo in cui il Bambino si siede goffamente in grembo della madre, facendo emergere visibilmente all'osservatore l'impressione innaturale che stia quasi fluttuando nell'aria.
La storia
1823
L'opera risulta essere in possesso di Aleksandr Aleksandrovič Sapožnikov, membro di una famiglia di principi, grandi collezionisti, considerata di antico lignaggio russo .
1824
i Benois, acquistano direttamente l'opera ( da qui il nome della Madonna di Benois) Aleksandr Aleksandrovič Sapožnikov che a sua volta l'aveva acquistata nel 1824 ad Astracan, da un mercante d'arte di nome Aleksandr Aleksandrovič Sapožnikov. Si trova nel museo russo dal 1914.
1886
L'opera arriva alla Alte Pinakothek di Monaco.
1890
Koopmann e Geymuller. Koopmann studiò più a fondo l’opera in esame ed escluse l’attribuzione ad altri allievi che frequentavano la bottega del Verrocchio, rilevando anche l’alterazione della stesura del colore. Reymond, nel suo “Verrocchio” del 1906, negava la presenza della mano di Leonardo nell’opera, concludendo con la netta attribuzione al Verrocchio. Parzialmente con Reymond era d’accordo il Seidiitz (1909) vedendo nel dipinto la “maniera” del Verrocchio, e non altro. A. Venturi nel 1911 classificava l’opera come una variante, da “originale di Leonardo disperso”, realizzata invece da uno ipotetico pittore fiammingo. Ma lo stesso Venturi, più tardi ci ripensò e ripropose (Storia …. 1925) con fermezza l’attribuzione a Leonardo. Lo seguirono Berenson, Suida, Clark, Caslelfranco, Heydenreich e altri ancora.
1914
Al museo di San Pietroburgo il dipinto arrivò nel 1914, ceduto dall’allora proprietaria Marija Aleksandrovna Benois, moglie dell’architetto Leontij Nikolaevic Benua (Benois). In realtà vengono messe in campo almeno altre tre ipotesi, cioè:
1^ ipotesi: sembra che in Russia fosse arrivato da un gruppo di artisti circensi per poi essere acquistato dal nonno della Benois in un mercato d’arte ad Astrachan, e donato alla ragazza da suo padre in occasione delle sue nozze, ma a tal proposito non vi è documentazione attendibile.
2^ ipotesi:
Secondo un’altra ipotesi, pare che il più antico proprietario sia stato il generale russo Aleksandr Michajlovič Rimskij-Korsakov, collezionista d’arte. Anche in questo caso, sembrerebbe una informazione non confermata.
3^ ipotesi: Vladimir Egorovič Makovskij, pittore, collezionista d'arte e insegnante russo, entrò in possesso dell'opera già dal 1910, dieci anni prima della sua morte, e lo tenne con sè sino al 1912 per poi donarlo ad un giovane allievo appassionato d'arte che lo cedette infine al museo di San Pietroburgo, attraverso una donazione. Per concludere possiamo affermare che si tratta di una soria suggestiva ma, purtroppo, priva di ogni fondamento.
BIBIOGRAFIA
Antonio de Beatis, Relazione del viaggio del cardinale Luigi d'Aragona Monna Lisa Gherardini
La scoperta - Dietro alla Vergine, tre disegni di Leonardo| Italia e mondo| Il SecoloXIX
Carl Gustav Jung, Gli archetipi e l'inconscio collettivo, Boringheri, 1980, p. 45.
Madonna Benois, su arte.it. URL consultato il 5 marzo 2023
(EN) Leonardo da Vinci’s Benois Madonna has returned to the permanent display, su Museo statale Ermitage, 21 marzo 2020.
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