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LEONARDO DA VINCI IN VALNERINA
La Valnerina, una valle situata in Umbria, ha avuto un'importanza significativa durante il Rinascimento, non solo per la sua bellezza naturale, ma anche per la sua posizione strategica e le sue risorse culturali ed economiche. Qui di seguito alcuni aspetti rilevanti della Valnerina nel Rinascimento:
La Valnerina, attraversata dal fiume Nera, fungeva da via di comunicazione tra il centro Italia e il mare Adriatico. Questo la rendeva un punto di passaggio cruciale per commercianti e viaggiatori.
La regione ospitava numerosi monasteri e abbazie, tra cui l'Abbazia di San Pietro in Valle, che fungevano da centri di spiritualità, cultura e conoscenza. Questi luoghi erano importanti per la copiatura e la preservazione di manoscritti antichi.
Durante il Rinascimento, la Valnerina vide la costruzione e il restauro di numerosi edifici religiosi e civili. Le chiese erano spesso decorate con affreschi e opere d'arte di artisti locali e itineranti.
L'economia della Valnerina si basava principalmente sull'agricoltura e l'allevamento. La valle era fertile e ben irrigata, rendendola ideale per la coltivazione di cereali, vite e ulivo.
Oltre all'agricoltura, la Valnerina aveva una fiorente industria della lana e della tessitura, con piccoli laboratori artigianali disseminati nella regione.
Anche se precede il Rinascimento, la figura di San Benedetto, nato a Norcia, un comune della Valnerina, ha avuto una duratura influenza sulla cultura monastica europea e, indirettamente, sulla vita religiosa e culturale del Rinascimento.
La presenza dei monasteri e delle abbazie creava un ambiente propizio per lo sviluppo intellettuale e spirituale. Molti manoscritti e opere filosofiche venivano copiati e studiati in questi centri.
Fino a pochi anni fa si pensava che il disegno di Leonardo ritraesse il Valdarno, in Toscana, oggetto di molte sue opere. In seguito, lo storico dell’arte Luca Tomio ha appurato che è ambientato in Umbria, dove l’artista si era diretto per cercare paesaggi inediti. Il risultato è una sorta di diario di viaggio: questo schizzo a penna e bistro è uno dei disegni che contiene, tra i primi esempi di paesaggio puro nell’arte occidentale. L’elemento principale del disegno è l’acqua, che affascina molto Leonardo:
Il Codice Leicester, noto anche come Codice Hammer (1504-1508), è uno dei famosi manoscritti di Leonardo da Vinci, scritto tra il 1504 e il 1508. Questo codice contiene una vasta gamma di osservazioni scientifiche, inclusi studi sull'acqua, l'idrodinamica, la geologia e l'astronomia. Descrive il ciclo dell'acqua, dalla pioggia alla formazione di fiumi e laghi, fino all'evaporazione e alla formazione delle nubi. Osserva come l'acqua erode le rocce e trasporta sedimenti, modellando il paesaggio terrestre.
Studia i vortici, le correnti e il flusso dell'acqua nei fiumi, nei laghi e nei mari, mostrando un'approfondita comprensione dell'idrodinamica. Tra i vari argomenti trattati, Leonardo utilizza l'espressione “acqua vetturale della natura”:
Cosa significa esattamente?
L'espressione "acqua vetturale della natura" si riferisce al ruolo fondamentale che l'acqua gioca nei processi naturali. Leonardo era affascinato dall'acqua e ne studiò i comportamenti in modo approfondito. Con questa espressione, egli intendeva l'acqua come un mezzo di trasporto per la natura, sottolineando come essa sia fondamentale per la vita e per i processi geologici e biologici. L'idea di "acqua vetturale della natura" riflette la visione di Leonardo dell'acqua come un agente dinamico che collega diversi elementi dell'ecosistema. Infatti, l'acqua, trasporta i sedimenti, contribuisce alla formazione delle montagne e delle valli e modella la superficie terrestre. E' un elemento essenziale per tutti gli organismi viventi, fungendo da vettore per i nutrienti e i rifiuti.
Il “Paesaggio con fiume” e la nuova identificazione del luogo
Leonardo si siede di fronte ad un paesaggio e dobbiamo immaginarlo mentre cerca di riportare sulla carta quello che vede davanti ai suoi occi: una brande vallata, un piccolo botgo in lontananza, una cascata e una grande valle all'orizzonte. Questi elementi ci hanno fatto pensare per molto tempo che si trattasse di una zona della toscana, sino a quando Luca Tomio, scrittore e studioso di Leonardo, decise di approfondire il paesaggio. In questo modo si rese conto che qualcosa non quadrava e che qul paesaggio ritratto da Leonardo non si trattava affatto di un angolo della toscana, piuttosto della valnerina. Questa teoria sembra la più credibile tra le tante ipotizzate a tal punto che anche Vittorio Sgarbi conferma la collocazione del luogo.
Leonardo alla fine del suo disegno, quasi a volerne ricordare il momento e il giorno scrive: “Era il 5 agosto del 1473, il giorno di Santa Maria della Neve”.
In questo viaggio Leonardo non lo fece da solo, ma sembrerebbe che con lui viaggiassero altri artisti. Tra le teorie più accreditate vi sembrerebbe stata la presenza del perugino e Piermatteo d'Amelia.
Il disegno raffigura in primo piano le rocce scoscese di una gola, in parte vegetate: dalla parete di destra scende la cascata delle Marmore, che si tuffa nella gola. Dietro le rocce si apre la valle di Terni, occupata dal fiume Nera, che forma dei meandri. Sulla valle si affaccia il borgo medievale di Papigno – di cui si distinguono il castello e le mura – arroccato su un rilievo, visibile sulla sinistra. La valle è caratterizzata dalla presenza di vegetazione arbustiva e campi coltivati, interrotti da rilievi come le colline di San Giovanni e i monti Martani, che si perdono in lontananza. Leonardo rappresenta la realtà attraverso una successione di piani che si allontanano gradualmente.
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