PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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La vigna di Leonardo da Vinci (o solo vigna di Leonardo) è un vigneto che Ludovico il Moro donò a Leonardo da Vinci nel 1498, mentre stava ancora lavorando all'Ultima Cena, come gesto di riconoscenza per «le svariate e mirabili opere da lui eseguite per il duca».
La Vigna di Leonardo, già citata nel 1498 e ampia circa 8300 metri quadri, è un antico vigneto, donato da Ludovico il Moro a Leonardo da Vinci come omaggio alle sue mirabili opere milanesi ed è dovuta al fatto che la famiglia di Leonardo possedeva molti vigneti in Toscana: ciò che Ludovico il Moro voleva suggerire con il suo regalo era di far sentire Leonardo "a casa" nella città di Milano, dove il maestro trascorse 18 anni della sua vita.
1499
Con l'invasione francese Leonardo abbandona Milano insieme all'amico e maestro Luca Pacioli,
1943
La vigna, sopravvissuta all'invasione francese, alle vicende di secoli e anche ai bombardamenti del 1943 è stata aperta al pubblico e reca gli interventi di Luca Beltrami e Piero Portaluppi: visitarla è un'esperienza unica, in cui si può accedere all'unica vigna al mondo ancora esistente in un centro metropolitano. Un viaggio tra storia, arte e Natura, per immergersi nel mondo di Leonardo che qui lavorò alla realizzazione del celeberrimo monumento equestre dedicato a Francesco Sforza.
La vigna era posta oltre il quartiere di Porta Vercellina a Milano, nei pressi del Borgo delle Grazie, sul terreno della vigna grande di San Vittore.
La donazione prevedeva un terreno di 16 pertiche senza indicarne i confini.
Nel Codice Atlantico e nel manoscritto I di Francia si trovano annotazioni di Leonardo per un terreno di dimensioni di 100 braccia milanesi (circa 59 metri) per 294 braccia (circa 175 metri) e la relativa corrispondenza a una superficie di pertiche milanesi 15 e tre quarti, cioè circa un ettaro; alcune di queste annotazioni sono accompagnate da riferimenti a confinanti della vigna.
Luca Beltrami nel 1920, architetto, storico dell'arte e politico italiano, sulla base dei documenti esistenti, descrisse la probabile posizione della vigna originaria, orientata secondo una direzione all'incirca parallela all'attuale via de Grassi; fotografò inoltre un vigneto ancora esistente sul posto, mentre si iniziava però a estirpare ogni coltivazione perché all'epoca era stata appena deliberata la suddivisione dei terreni della zona in lotti per nuove costruzioni.
1498, 2 ottobre
In questa data la vigna risulta indicata in un atto notarile.
1499, 26 aprile
la donazione da parte di Ludovico il Moro venne confermata da una lettera-patente ufficiale, datata 26 aprile 1499.
Quando i francesi invasero il Ducato di Milano, costringendo Ludovico il Moro a fuggire e a rifugiarsi a Innsbruck, anche Leonardo lasciò la città, diretto a Mantova.
1500, novembre
Prima di partire Leonardo affittò la vigna a messer Pietro di Giovanni da Oppreno, padre del suo allievo Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai.
1502
La nuova gestione della città da parte dei francesi occupanti, non riconobbe nessuna delle donazioni effettuate dal Moro e procedette con una serie innumerevole di confische, tra queste la vigna per assegnarla a tale Leonino Biglia, un funzionario sforzesco.
1507
Quando nel 1507 Carlo II d'Amboise chiese a Leonardo di tornare a Milano, da Firenze dov'era, per concludere alcune opere che aveva cominciato, lui gli fece presente la confisca, trovando immediata soddisfazione. La vigna venne restituita a Leonardo con regolare delibera e la precisazione che l'artista non avesse «a patire spesa pur de uno soldo».[8]
«Dilecti nostri. Tocando il caso de magistro Lionardo fiorentino ve dicemo et commettemo che lo remettiate nel primo stato, come esso era, de la vigna sua inante che la gli fusse tolta per la Camera, et non gli fareti chel ne habia a patire spesa pur de uno soldo.»
(Lettera del luogotenente generale di Luigi XII, Carlo d'Amboise, ai Maestri delle entrate straordinarie, 20 aprile 1507)
1513
Leonardo lascia Milano e parte per Roma per pii giungere ,nel suo ultimo viaggio, in Francia, dove morì. Nel suo testamento, redatto ad Amboise un mese prima della morte, ordinò che la vigna rettangolare venisse suddivisa in due lotti uguali, da assegnare l'uno al Salai, che su quel terreno aveva costruito una propria casa, e l'altro a Giovanbattista Villani, il servitore che l'aveva seguito in Francia.[9] Nell'ultimo atto documentato in vita, Leonardo si ricordò della sua vigna.
«Item epso Testatore dona et concede a sempre mai perpetuamente a Batista de Vilanis suo servitore la metà zoè medietà de uno iardino che ha fora a le mura de Milano, et l'altra metà de epso jardino ad Salay suo servitore, nel qual iardino il prefato Salay ha edificata et constructa una casa, la qual sarà e resterà similmente a sempremai perpetudine al dicto Salay, soi heredi et successori, et ciò in remuneratione di boni et grati servitii, che dicti de Vilanis et Salay dicti suoi servitori, lui hanno facto de qui inanzi.»
(Dal testamento di Leonardo in Cloux, 23 aprile 1519[9])
1534
Villani cedette il proprio lotto al vicino Monastero di San Gerolamo. Dell'altro lotto, quello più vicino all'attuale via Zenale, si sa che, dopo la morte di Salai (1524), passò in eredità alla sua famiglia.
1904, 25 dicembre
Luca Beltrami diffuse un appello per la costituzione di una Raccolta Vinciana presso il Castello Sforzesco, con tutte le pubblicazioni riguardanti Leonardo in vista del quarto centenario della sua morte nel 1919.
L'appello fu pubblicato dal Corriere della Serae dall'Archivio Storico Lombardo.
«Or dunque, non è da frapporre ulteriore indugio, quando si voglia attuare il proposito di adunare il ricco materiale di studio, e di ordinarlo in Raccolta Vinciana, mentre nessun altro centro si offre, più di Milano, propizio a tale compito. Qui, dove lo studioso può seguire le tracce materiali dell'opera sua, e ravvisare la profonda influenza esercitata, qui dove affermasi il proposito di raccogliere quanto venne scritto intorno a Leonardo, le memorie da lui lasciate, i ricordi della sua scuola, preparando così l'ambiente favorevole alle future indagini vinciane.»
(Estratto dall'appello del 25 dicembre 1904)
Per visitare la vigna di Leonardo: Corso Magenta, 65, 20123 Milano MI
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Breve riassunto…
La "Vigna di Leonardo" si riferisce a una piccola vigna situata vicino al Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, in Italia. Questo luogo è famoso per essere associato a Leonardo da Vinci. La vigna è nota anche come "Vigna di San Giuseppe" o "Vigna di Leonardo e San Giuseppe."
Ubicazione:
La Vigna di Leonardo si trova nel cortile interno del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, lo stesso luogo in cui è custodita l'opera più celebre di Leonardo, "L'Ultima Cena."
Storia:
La vigna risale al periodo in cui Leonardo da Vinci lavorava a Milano sotto il patrocinio di Ludovico il Moro. La tradizione vuole che Leonardo abbia contribuito a progettare il sistema di irrigazione della vigna.
Restauri:
Nel corso dei secoli, la Vigna di Leonardo ha subito vari cambiamenti e restauri. Nel 2015, è stata oggetto di un restauro sostenuto da un'azienda vinicola italiana. La vigna è stata riportata alle sue dimensioni originali e piantata con varietà di uva simili a quelle dell'epoca di Leonardo.
Apertura al pubblico:
La Vigna di Leonardo è aperta al pubblico durante eventi specifici o visite guidate. I visitatori possono esplorare la vigna e apprendere di più sulla sua storia e sulla connessione con Leonardo da Vinci.
La Vigna di Leonardo è un luogo che celebra la presenza storica di Leonardo a Milano e la sua affinità con l'arte, la scienza e la natura. È uno dei luoghi di interesse legati al genio rinascimentale che attira appassionati di storia, arte e cultura.
Ghilardotti Jacopo, Casa degli Atellani e Vigna di Leonardo, Milano 2015.
Luca Beltrami, La vigna di Leonardo da Vinci, Milano, Allegretti, 1920.
Gerolamo Biscaro, La vigna di Leonardo da Vinci fuori di Porta Vercellina, in Archivio Storico Lombardo, 1909, pp. 363-396.
Scienza Attilio, pubblicazione scientifica.
Maroni Luca, Milano È la Vigna di Leonardo, Sens, Roma 2015.
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