PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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1503, Gennaio e febbraio
In gennaio e febbraio Leonardo è ancora con Cesare Borgia che si reca a Roma presso suo padre, papa Alessandro VI.
Chi era Alessandro VI?
Alessandro VI, nato Rodrigo Borgia, fu un papa della Chiesa cattolica romana che servì come capo della Chiesa dal 1492 al 1503. Egli è spesso considerato uno dei papi più controversi della storia della Chiesa.
Nato nel 1431 a Xàtiva, nella Spagna orientale, Rodrigo Borgia salì al soglio pontificio nel 1492, dopo una serie di intrighi politici e manovre diplomatiche. Come papa, prese il nome di Alessandro VI.
Il pontificato di Alessandro VI fu caratterizzato da un marcato nepotismo, corruzione e scandali sessuali. Egli favorì i membri della sua famiglia, i Borgia, nominandoli a posizioni di potere nella Chiesa e nei territori pontifici. Questa pratica, insieme al suo stile di vita lussuoso e al suo coinvolgimento in intrighi politici, attirò molte critiche e condanne.
Alessandro VI è noto anche per aver patrocinato e sostenuto l'esplorazione del Nuovo Mondo da parte degli esploratori spagnoli, in particolare Cristoforo Colombo. La bolla pontificia Inter caetera, emessa nel 1493, assegnava le terre scoperte e da scoprire a ovest di una linea immaginaria nell'oceano Atlantico alla Spagna.
Il pontificato di Alessandro VI si concluse nel 1503 con la sua morte. La sua figura è stata oggetto di dibattito tra gli storici, alcuni dei quali lo ritengono un abile diplomatico e politico, mentre altri lo condannano per la sua corruzione e immoralità.
Progetta sistemi di artiglieria e fortificazioni, riprende i progetti per la canalizzazione dell'Arno da Firenze attraverso Prato e Pistoia.
Disegna la circumfolgore (macchina da guerra costituita da una piattaforma girevole con dodici bombarde radiali pensata per aumentare la velocità di tiro nelle battaglie navali), strumenti musicali, macchine escavatrici, i ritrecini, il mulino della Doccia e la chiusa per il lago di Vinci.
La biblioteca di Leonardo
La "Biblioteca Ideale di Leonardo" è un concetto che si riferisce alla vasta conoscenza e agli interessi multidisciplinari di Leonardo da Vinci. Leonardo non solo fu un genio artistico, ma anche uno studioso curioso e appassionato di una vasta gamma di argomenti, che spaziavano dalla scienza alla filosofia, dalla matematica all'anatomia, dall'ingegneria alla botanica e molto altro ancora.
Sebbene Leonardo non abbia mai avuto una biblioteca nel senso moderno del termine, egli mantenne una collezione di libri, manoscritti, appunti e schizzi che riflettevano i suoi interessi e la sua sete di conoscenza. Questi documenti, ora dispersi in varie collezioni e biblioteche in tutto il mondo, forniscono una preziosa testimonianza della mente poliedrica di Leonardo e della sua incessante ricerca di comprensione del mondo.
La "Biblioteca Ideale di Leonardo" rappresenta quindi non solo i testi e i libri fisici che potrebbe avere posseduto, ma anche l'ampia gamma di conoscenze, idee e pensieri che ha elaborato nel corso della sua vita. È un concetto che simboleggia la vastità e la profondità della sua mente e il suo desiderio incessante di scoprire e comprendere il mondo che lo circondava. Proprio in questa circostanza va annoverato quello che Leonardo riporta su un foglio del Manoscritto U del Codice di Madrid II, dove scrive di una cassa di legno ben fornita che conterrebbe 48 taccuini e molto fogli comprendenti idee, progetti e semplici riflessioni circa suoi lavori; vi sono anche 14 libri dove, sembrerebbe, raccogliesse altrettanti appunti sull'ingegneria , la botanica e la matematica tutti all'interno della cassa che lui definisce «al munistero» (monastero). In un'altra cassa di legno, vi lascia un elenco dove indica di suo pugno oltre 102 testi, anche qui si parla di progetti e disegni e , infine, quella che viene considerata l'ultima cassa. Ecco quindi che l'insieme delle re casse che Leonardo ha stipato, vengono considerate il suo testamento letterario, cioè la sua personale biblioteca, definita la Biblioteca di Leonardo".
1503, Marzo e Aprile
Leonardo lascia Cesare Borgia e rientra a Firenze. Probabilmente Leonardo aveva intuito che da li a poco il potente Borgia, che gradatamente si stava avvicinando sempre di più alla corrente della monarchia spagnola e, di conseguenza, una possibile minaccia dei suoi rapporti con i francesi.
Leonardo può sperimentare la costruzione del ponte di fortuna «salvatico», «senza ferri né corde», ovvero un ponte improvvisato o rudimentale, costruito utilizzando materiali naturali o disponibili in loco, come rami, tronchi o rocce. Questo tipo di ponte potrebbe essere stato utilizzato in situazioni di emergenza o in contesti in cui non fossero disponibili mezzi tradizionali di costruzione di ponti.
L'aggettivo "salvatico" suggerisce che il ponte sia stato realizzato utilizzando tecniche rudimentali o "selvagge", senza l'uso di strumenti sofisticati o materiali raffinati. Inoltre, l'assenza di "ferri né corde" indica che il ponte potrebbe essere stato costruito senza l'uso di chiodi, viti o cavi di metallo, che sono comunemente impiegati nella costruzione dei ponti.
Esegue studi di architetture militari e difese campali, cartografie di Toscana e Umbria, la mappa di Imola e il progetto di un ponte per Costantinopoli che il 3 luglio 1503 sarà trasmesso da Genova al Sultano Bajazet II.
Chi era il Sultano Bajazet II?
Bajazet II, noto anche come Bayezid II, fu uno dei sultani dell'Impero Ottomano. Salì al trono nel 1481, succedendo a suo padre, Maometto II, e rimase in carica fino al 1512, quando abdicò in favore di suo figlio, Selim I.
Il regno di Bajazet II fu caratterizzato da numerosi eventi significativi. Durante il suo mandato, l'Impero Ottomano consolidò il suo dominio sui Balcani e stabilì relazioni diplomatiche con vari stati europei, inclusa Venezia. Bajazet II cercò di mantenere la pace e la stabilità all'interno del suo impero, promuovendo la giustizia e la tolleranza religiosa.
Uno dei momenti più noti del suo regno fu la cacciata degli ebrei spagnoli dalla Spagna nel 1492. Bajazet II offrì loro rifugio e accolse migliaia di ebrei che fuggivano dalle persecuzioni in Europa, consentendo loro di stabilirsi nell'Impero Ottomano. Questo atto di accoglienza fu un momento significativo nella storia dell'Impero Ottomano e contribuì alla crescita della sua popolazione e della sua influenza culturale.
Bajazet II è anche ricordato per il suo mecenatismo e il suo sostegno alle arti e alla cultura. Durante il suo regno, l'Impero Ottomano vide uno sviluppo significativo nelle arti, nella letteratura e nell'architettura, con la costruzione di numerosi edifici e monumenti che ancora oggi sono testimonianza della grandezza dell'epoca ottomana.
1503, aprile
Ad aprile Pier Soderini gli affidò l'incarico di decorare una delle grandi pareti del nuovo Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, opera grandiosa per dimensioni e per ambizione, a cui avrebbe atteso nei mesi successivi. Leonardo cominciò i lavori verso la fine dell'anno.
Tornato in città, si dedicò allora al progetto in Palazzo Vecchio.
1503, luglio
A Firenze viene registrata la presenza di Leonardo presso il campo dell'esercito di Firenze che assedia Pisa, per progettare la deviazione dell'Arno mettendo in difficoltà la città nemica.
Leonardo da Vinci fu coinvolto in questo progetto per deviare il corso dell'Arno, il fiume che attraversa la città di Firenze. Leonardo ricevette quindi una commissione dal governo fiorentino per studiare la possibilità di deviare il fiume Arno al fine di migliorare la navigabilità e proteggere la città dalle frequenti inondazioni.
Leonardo condusse un'analisi approfondita del problema, realizzando studi topografici, idrografici e idraulici.
Lavorò su una serie di disegni e progetti per canalizzare il fiume, deviarne il corso e costruire nuove infrastrutture per ridurre il rischio di inondazioni.
Tuttavia, il progetto di deviazione dell'Arno non fu mai realizzato durante la vita di Leonardo. Le difficoltà tecniche e finanziarie, insieme alla mancanza di sostegno politico, ostacolarono l'implementazione del suo piano. Inoltre, le autorità fiorentine alla fine decisero di non intraprendere alcuna azione significativa per modificare il corso del fiume.
Nonostante il fallimento nell'attuazione pratica del progetto, gli studi e i disegni di Leonardo sulla deviazione dell'Arno testimoniano la sua straordinaria abilità nell'ingegneria idraulica e la sua costante ricerca di soluzioni innovative per risolvere i problemi tecnici e sociali della sua epoca.
1503, luglio
Nel luglio stesso, la Repubblica gli affidò un complesso progetto idraulico-militare per lo sbarramento dell'Arno in modo da farlo deviare contro la ribelle Pisa: Leonardo si recò nella città assediata dai fiorentini, insieme con Gerolamo da Filicaja e Alessandro degli Albizzi, ma il suo progetto fallì per un errore di calcolo, che mandò su tutte le furie il gonfaloniere Soderini.
Chi era Gerolamo da Filicaja?
Gerolamo da Filicaja (1642-1707) è stato un importante poeta italiano del XVII secolo, noto soprattutto per le sue poesie patriottiche e politiche.
Nato a Firenze, da Filicaja proveniva da una famiglia nobile e intraprese la carriera militare, servendo sotto i Medici. Tuttavia, la sua passione principale era la poesia, e divenne noto come uno dei più importanti poeti del suo tempo.
Le sue poesie sono spesso caratterizzate da un forte senso del patriottismo e dell'amore per la libertà. È particolarmente famoso per il suo componimento "In morte del gran duca di Toscana Ferdinando II", che celebra il duca Ferdinando II e il suo ruolo nella difesa della libertà e dell'indipendenza della Toscana.
Tra le altre opere importanti di da Filicaja vi sono le "Rime", una collezione di poesie che riflettono il suo impegno politico e sociale, e il suo ruolo come poeta di corte per i Medici.
La poesia di Gerolamo da Filicaja ha avuto un impatto duraturo sulla letteratura italiana, influenzando numerosi poeti successivi e diventando parte integrante del patrimonio culturale italiano.
Chi era Alessandro degli Albizzi?
Alessandro degli Albizzi fu un nobile fiorentino, membro della famiglia degli Albizzi, che ebbe un ruolo significativo nella politica fiorentina nel XIV secolo.
Nato intorno al 1370, Alessandro degli Albizzi apparteneva a una delle famiglie più potenti e influenti di Firenze durante il periodo della Repubblica fiorentina. Gli Albizzi erano in conflitto con un'altra importante famiglia fiorentina, i Medici, per il controllo politico della città.
Nel 1434, durante il periodo della Signoria di Cosimo de' Medici, Alessandro degli Albizzi partecipò a una congiura contro i Medici, che si concluse con il fallimento della congiura e l'esilio degli Albizzi da Firenze. Questo evento segnò la fine del potere politico degli Albizzi e il consolidamento del dominio dei Medici sulla città.
Dopo l'esilio, Alessandro degli Albizzi visse principalmente all'estero, in particolare a Napoli e in Francia, dove morì nel 1441.
La famiglia degli Albizzi ebbe un ruolo significativo nella storia politica di Firenze, contribuendo a plasmare gli eventi che portarono al consolidamento del potere dei Medici e alla trasformazione della Repubblica fiorentina in una forma di governo più oligarchica.
In questo periodo iniziò a lavorare alla Gioconda intorno al 1503 e continuò a lavorarci per diversi anni, portandola con sé durante i suoi viaggi. Il dipinto mostra una donna con un leggero sorriso enigmatico, che è diventato uno degli elementi più iconici e discussi del lavoro.
La Gioconda è rinomata non solo per la sua bellezza e per l'abilità tecnica di Leonardo, ma anche per il suo mistero. Il sorriso sfuggente della donna e lo sguardo penetrante hanno suscitato numerose interpretazioni e teorie nel corso dei secoli: la Gioconda.
1503, Ottobre
La Repubblica di Firenze commissionò a Leonardo da Vinci la realizzazione di un grande affresco che avrebbe dovuto decorare una delle pareti del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, sul tema della battaglia di Anghiari.
1503, Dicembre
Leonardo interrompe definitivamente la battaglia di Anghiari resosi conto del suo probabile fallimento nella tecnica dell'encausto.
Tra le migliori copie tratte dal cartone di Leonardo c'è quella di Pieter Paul Rubens, oggi al Louvre. Perduto anche il cartone, le ultime tracce dell'opera furono probabilmente coperte nel 1557 dagli affreschi del Vasari.
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