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Conosciuto con il soprannome di Bartolomeo della Gatta, pseudonimo di Pietro di Antonio Dei (Firenze, 1448 – Arezzo, 1502), è stato un pittore, miniatore, religioso e architetto italiano, primogenito della nota famiglia Dei, orafi in Arezzo e Firenze .
Venne mandato a bottega dal Verrocchio per apprendere l'arte della lavorazione dei metalli. dove conobbe Luca Signorelli, Perugino, Sandro Botticelli, Ghirlandaio, Leonardo da Vinci, Lorenzo di Credi.
In età adolescenziale riscosse come orafo ma anche come pittore, un notevole successo e il suo nome cominciò ad essere riconoscibile tra gli artisti emergenti della sua epoca.
Lavorò ad Arezzo e Firenze come pittore e minatore con importanti commesse di Signorie e presso Urbino ebbe modo di conoscere Piero della Francesca e Donato Bramante.
Conobbe molto bene Leonardo durante la sua frequentazione fiorentina e con lo stesso Leonardo divennero amici, frequentandosi quotidianamente per lavoro ma anche per amicizia. Nella sua arte pittorica sue pitture, Bartolomeo della Gatta intrecciava stili e tecniche diverse tra loro mescolandone ridando vita a nuove strade pittoriche e studi innovativi sulla luce.
Molto del suo stile si ispirava a Piero della Francesca, che nel tempo a venire, diventerà colui che porterà avanti, con la propria capacità originale ed espressiva, gli studi proprio di Piero della Francesca.
Per lui Leonardo nutriva molta stima professionale in quanto lo riteneva un pittore capace e attento.
Nonostante la sua vita monastica, Bartolomeo della Gatta sviluppò anche una carriera artistica significativa.
Fu allievo di Domenico Ghirlandaio e successivamente lavorò con il celebre pittore e architetto rinascimentale Filippino Lippi.
Figlio di un orafo, venne iscritto dal padre alla corporazione dei maestri orafi fiorentini alla sola età di cinque anni. La formazione da orafo e la frequentazione di una delle botteghe fiorentine più poliedriche lo ha reso uno degli artisti più versatili del suo tempo: oltre a pittore, fu infatti anche miniatore, architetto, e costruttore di organi.
Dopo aver lavorato su diversi progetti artistici, Bartolomeo della Gatta tornò alla vita monastica e divenne monaco dell'Ordine dei Camaldolesi.
e trascorse gli ultimi anni della sua vita nel Monastero di San Salvi a Firenze, dove morì nel 1502.
Bartolomeo della Gatta è conosciuto per il suo stile influenzato dai maestri rinascimentali del suo tempo e per il suo contributo alla pittura religiosa. La sua carriera unica, che combinava sia la vita monastica che l'attività artistica, rappresenta un aspetto interessante del contesto culturale del Rinascimento italiano.
bibiografia:
Grazia Vailati Schoenburg Waldenburg, Dei, Pietro, detto Bartolomeo della Gatta, in Dizionario biografico degli italiani, XXXVI, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1988
Nicoletta Baldini, “La bottega aretina di Bartolomeo della Gatta. Domenico Pecori e l’arte in terra d’Arezzo fra il XV e il XVI secolo”, Firenze, Leo S. Olschki 2004
Cecilia Martelli, Bartolomeo della Gatta. Pittore e miniatore tra Arezzo, Roma e Urbino, Firenze 2013. ISBN 978-88-7038-528-1
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