PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
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Titolo dell'opera: Battesimo di Cristo
Data di produzione: 1475 -1478
Dimensioni: 177 x 151 cm
Conservata presso: Galleria degli Uffizi a Firenze
Soggetto: battesimo
Tecnica: colori ad olio su tavola
Attribuzione: Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci
Cosa rappresenta il battesimo di Cristo?
Nel cristianesimo, il Battesimo di Gesù si riferisce al battesimo ricevuto da Gesù da parte di Giovanni Battista e narrato nei Vangeli sinottici (i tre Vangeli di Matteo, Marco e Luca).
Nel racconto dei Vangeli, Gesù si reca a Nazaret, in Galilea, sulle rive del Giordano, dove viene battezzato da Giovanni Battista. Uscendo dall’acqua, vede i cieli aprirsi e lo Spirito scendere su di lui sotto forma di colomba, mentre si ode una “voce dal cielo” che dice «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Così, Gesù dopo aver ricevuto il battesimo e pieno di Spirito Santo, si allontana dal Giordano e si ritira nel deserto per quaranta giorni in meditazione, prima di iniziare la sua vita pubblica in Galilea.
Nel Vangelo secondo Giovanni, invece, non si fa menzione del battesimo, ma solo della discesa dello Spirito Santo. Giovanni, infatti, racconta che colui il quale lo aveva mandato a battezzare gli aveva riferito che colui sul quale avrebbe visto scendere lo Spirito Santo, ossia Gesù, sarebbe stato battezzato non in acqua ma semplicemente nello Spirito.
L’iniziazione cristiana si compie attraverso l’insieme di tre sacramenti: il Battesimo, che è l’inizio della vita nuova, la Confermazione, che ne è il rafforzamento e l’Eucaristia, che nutre il fedele con il Corpo e il Sangue di Cristo in vista della sua trasformazione in lui.
Il Battesimo dunque costituisce per il fedele la nascita alla vita nuova in Cristo. Un sacramento necessario per ottenere la salvezza e la remissione dei peccati.
Nella chiesa cattolica cristiana, il rito del Battesimo consiste nell’immergere nell’acqua il candidato o nel versargli dell’acqua sul capo, mentre si pronuncia l’invocazione della Santissima Trinità, ossia del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
La grazia battesimale comporta così la remissione del peccato originale e di tutti gli altri peccati personali. Il fedele si prepara ad abbracciare una nuova vita, divenendo ufficialmente figlio di Dio Padre e membro della Chiesa.
Il simbolismo battesimale
L’acqua
è il simbolo del battesimo che significa vita e purificazione. Attraverso l’immersione, il fedele lava via tutti i suoi peccati permettendo al suo spirito di purificarsi. Ogni bambino immerso nell’acqua del fonte battesimale diventa allo stesso modo figlio di Dio ed il suo peccato originale viene cancellato.
La luce
è il simbolo del battesimo che rappresenta la volontà dei genitori, della madrina/padrino di mantenere viva la fiamma della fede nel bambino. É un impegno profondo ad educare il bambino secondo i valori di carità, misericordia, speranza e fede e di illuminarlo sempre con la luce di Dio.
L’olio
è il simbolo del battesimo che era anticamente usato dai lottatori durante i combattimenti. Allo stesso modo il bimbo tramite l’unzione diventa un paladino, un cavaliere e un combattente di Dio. L’olio sacro gli serve per poter sfuggire alle tentazioni di Satana. L’unzione con l’olio dei catecumeni viene effettuata sul petto del bambino e il sacerdote pronuncia le parole rituali: “Ti ungo con l’olio, segno di salvezza, ti fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore”.
La veste bianca
è il simbolo del battesimo che rappresenta l’ingresso nella nuova vita cristiana. É il simbolo dell’uomo nuovo creato da Dio, vestito di bianco e quindi privo ormai della macchia del peccato.
Descrizione dell'opera
L'angelo di Leonardo
L'opera fu realizzata per il monastero vallombrosano di San Salvi, La chiesa di San Michele in San Salvi è un luogo di culto cattolico di Firenze, una delle più importanti pievi antiche fuori dalle mura della città. L'attiguo Museo del Cenacolo di San Salvi ha sede nell'ex-refettorio del convento e contiene un grande affresco di Andrea del Sarto e una raccolta di opere d'arte, soprattutto incentrate sulla pittura del periodo del manierismo fiorentino, quando la bottega del Verrocchio era la più importante di Firenze.
monastero vallombrosano di San Salvi, La chiesa di San Michele in San Salvi
L'opera, dipinta a tempera e olio su tavola, raffigura Gesù che riceve il battesimo da San Giovanni sulle rive del Giordano. Due angeli inginocchiati assistono alla scena, mentre il Battista regge una croce e un cartiglio che annuncia l'avvento del Salvatore.
Gesù è in piedi al centro del dipinto con i piedi nudi immersi nell’acqua del fiume. Accanto a lui, a destra, San Giovanni solleva una ciotola e rovescia dell’acqua sul capo di Cristo. In alto si intravedono due braccia che si sporgono verso il basso e quindi una colomba in stallo nel cielo con le ali aperte. Dalla testa del volatile si espandono verso il basso alcuni raggi dorati. A sinistra due angeli inginocchiati assistono Gesù. Uno di loro sorregge un telo chiaro mentre l’altro prega con le mani giunte.
Sulla sinistra dell’opera, una palma fa da sfondo al gruppo degli angeli mentre a destra si intravede un alto sperone roccioso. Due volatili in picchiata scendono verso gli alberi che crescono in cima alle rocce.
Leonardo da Vinci fu l’autore dello sfumato presente sulle figure e della prospettiva aerea. Questa tecnica permette di realizzare la profondità spaziale con l’utilizzo del colore e della sfumatura. La profondità inoltre è resa con la prospettiva di definizione dei contorni, la diminuzione dei contrasti e della saturazione dei colori.
La prospettiva cromatica prevede di utilizzare toni caldi per il primo piano e freddi per lo sfondo. Infatti, i dipinti di Leonardo possiedono sfondi tendenti all’azzurro. Altro tipo di prospettiva è quella di nitidezza che consiste nel disegnare le figure con bordi molto sfumati in profondità. La saturazione viene meno in profondità e Leonardo dipinge i suoi paesaggi con colori molto meno saturi sullo sfondo.
Vasari raccontò nel dettaglio come fu creata l'opera.
Racconta sempre il Vasari che, in occasione della realizzazione del dipinto Il Battesimo di Cristo, il giovanissimo Leonardo collaborò col Verrocchio nella realizzazione di un angelo; il lavorò riuscì talmente bene
« ...che stava] facendo una tavola dove San Giovanni battezzava Cristo, Leonardo lavorò un Angelo, che teneva alcune vesti; e benché fosse giovanetto, lo condusse di tal maniera che molto meglio de le figure d'Andrea stava l'Angelo di Leonardo. Il che fu cagione ch'Andrea mai più non volle toccar colori,
sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui.»
Il maestro Verrocchio infatti impostò la composizione e dipinse in parte le due figure principali del Cristo e del Battista, con il suo stile lineare e nervoso derivato dalla specializzazione nell'oreficeria. Parteciparono all'opera molto probabilmente due giovani allievi di bottega amici di Leonardo. Uno, del quale non si può affermare con certezza, fu incaricato dal Verrocchio, di dipingere e armonizzare la palma posta sulla sinistra ma anche la profondità paesaggistica posta a sempre a sinistra. Per quanto riguarda gli angeli, in particolare quello che ha il viso di fronte all'osservatore con le mani vicine, sembrerebbe quasi certo l'intervento del giovane Alessandro di Filipedi, detto il Botticelli..
Il Cristo
Sulla sinistra dell'opera, una palma fa da sfondo al gruppo degli angeli mentre a destra si intravede un alto sperone roccioso. A sinistra due angeli inginocchiati assistono Gesù. Uno di loro sorregge un telo chiaro mentre l'altro prega con le mani giunte. L'intervento di Leonardo sul corpo di Cristo si riconosce bene in alcuni dettagli minuziosamente naturalistici, come i morbidi peli del pube, molto diversi ad esempio dal lucido e spigoloso perizoma rosso rigato. Gesù è in piedi al centro del dipinto con i piedi nudi immersi nell’acqua del fiume. La mano di Leonardo intervenne anche nelle acque del fiume in primo piano (che con il tempo hanno assunto una colorazione più rossiccia), estese fino a immergere i piedi di Gesù e del Battista.
La palma
Quasi giunto al termine dell'opera, il verrocchio chiese a Leonardo di ultimare il dipinto cercando di armonizzare il conteso cromatico dell'intera opera. Sulla sinistra dell’opera, una palma fa da sfondo al gruppo degli angeli mentre a destra si intravede un alto sperone roccioso. Due volatili in picchiata scendono verso gli alberi che crescono in cima alle rocce.
Il paesaggio a sinistra di Cristo
Vasari riporta nei suoi scritti che dopo l'intervento di Lonardo sul paesaggio e sull'angelo, il Verrocchio sorpreso da cosi tanta bellezza, decisa da quel momento di smettere per sempre di dipingere in quanto riteneva che il suo allievo, avesse di gran lunga superato lui, il suo maestro! Va detto che questo aneddoto spesso riportato nella descrizione e nelle curiosità di quest'opera, non trova fondamento documentale nè dal Vasari nè da altri documenti eventuali.
La menzione vasariana aveva inizialmente fatto ipotizzare una datazione più precoce del dipinto, ai primi anni settanta, ma la maturità di alcune parti, come il perfetto paesaggio, e l'accertamento radiografico dell'esecuzione a olio sulla preparazione a tempera dell'angelo leonardesco hanno confermato un'attribuzione al 1475-1478 circa, dopo opere dalla tecnica più incerta come l'Annunciazione e il Ritratto di Ginevra de' Benci.
Il paesaggio
Il paesaggio sullo sfondo è aperto su di un'ampia valle percorsa da un fiume ed è reso con valori atmosferici che ammorbidiscono e sfumano le forme, differenziandosi dalle rocce rozzamente squadrate. Vi sono due uccelli rappresentati: una colomba bianca e un uccello rapace nero che sono in netto contrasto, uno è simbolo della pace, l'altro rappresenta il male. Alcune figure a monocromo, pure attribuite a Leonardo, si trovano sul retro del dipinto. Sul lato posteriore si vede come la tavola sia stata composta da sei assi, escludendo l'ipotesi di uno scorcio sul lato dell'angelo Leonardiano. Inoltre vi si leggono alcune cifre in una grafia quattrocentesca.
L'angelo di profilo
In particolare gli venne chiesto di intervenire sull'angelo di profilo, che sorregge con la mano destra un lembo del suo vestito.
Leonardo interviene sul volto dell'angelo che, a differenza del primo, sembra essere maggiormente curato nella sua dimensionalità; una più attenta visione del particolare con un gioco preciso e elicato della tecnica dello sfumato che, con l'aggiunta di olio, rende più armoniosa la sua raffigurazione.
San Giovanni e il battesimo
E' rappresentato nel momento che solleva una ciotola e rovescia dell’acqua sul capo di Cristo.
Questo è l'atto di consacrazione più importante del cristianesimo, vediamo perchè:
Giovanni disse che il battesimo come segno di ravvedimento aveva l'obiettivo del perdono dei peccati. Il battesimo era quindi un simbolo di questo perdono, in quanto il lavaggio in acqua era visto in quella cultura come un tipo di purificazione (dal peccato o dall'impurità).
Nella Bibbia l'atto è descritto “In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni Battista nel Giordano” (Mc 1, 9). Il battesimo voluto da Gesù, conferito da Giovanni Battista, è la realizzazione del disegno della Bibbia: lo stesso Dio d’amore perdona, salva e ama, conosce cosa chiediamo, ma vuole che lo chiediamo non solo per noi e kla nostra salvezza, piuttosto lo vuole anche per Cristo.
La colomba
Nel vangelo si legge della presenza di una colomba che aleggia e si posa sul capo di Cristo, immediatamente dopo aver ricevuto il battesimo e, proprio dal capo del volatile, vengono irradiati verso il basso i raggi dorati.
Nel libro dei dodici profeti minori si parla di un certo Giona, Yônâ termine che in ebraico significa colomba. Egli è mandato a Ninive per annunciare il giudizio di Dio. Dopo un tentativo di fuga vi andrà, predicherà e come conseguenza gli abitanti della città si convertiranno e otterranno da Dio la salvezza. Le prime parole di Gesù saranno: «Convertitevi e credete al Vangelo».
Uccello nero
Osservando il dipinto in alto a destra, si può veder un uccello posto in secondo piano rispetto alla colomba, che sta volando e dirigendosi verso la parte meno luminosa del quadro; pare quindi che lo si voglia collocare a latere , non nella parte centrale, quasi fosse un elemento “di disturbo”, ma molto indicativo. Infatti, secondo l'iconografia religiosa, possiamo identificare l'uccello nero come il buio, il maligno, le tenebre, l'opposto del bene che rappresenta il male.
La storia dell'opera
Benché si abbiano pochissime informazioni certe riguardo alle origini di quest'opera, si ipotizza che si tratti di una delle primissime committenze, che Leonardo riuscì a guadagnarsi mentre era "a bottega" dal Verrocchio.
Negli anni l'attribuzione del dipinto è stato più volte contestato da Morelli, Cavalcaselle, Ragghianti, Calvi che non l'attribuirono a Leonardo, ma a Lorenzo di Credi in collaborazione con Leonardo o, probabilmente, anche al Ghirlandaio o suo figlio Ridolfo
Chi erano Morelli, Cavalcaselle, Ragghianti e Calvi?
Giovanni Morelli: è stato un influente critico critico d'arte italiano del XIX secolo. È famoso soprattutto per il suo metodo di attribuzione delle opere d'arte, noto come "metodo Morelli" o "metodo dell'attribuzione stilistica". Questo metodo si basava sull'analisi dei dettagli tecnici e stilistici delle opere d'arte, come ad esempio i tratti distintivi nella rappresentazione delle mani, delle orecchie o di altri particolari anatomici, piuttosto che sull'autografia o sulla provenienza dell'opera. Morelli riteneva che queste caratteristiche "involontarie" fossero più difficili da imitare o contraffare rispetto agli stili più generali dell'arte.
Il suo approccio rivoluzionario ha influenzato notevolmente il campo della critica d'arte e dell'attribuzione delle opere, aprendo la strada a una maggiore oggettività e scientificità nell'analisi delle opere d'arte. Morelli è noto anche per i suoi studi sulle opere di pittori rinascimentali italiani come Leonardo da Vinci, Raffaello e Michelangelo. La sua influenza si estende ancora oggi nel campo dell'attribuzione e dell'analisi delle opere d'arte.
Giovanni Battista Cavalcaselle:
Giovanni Battista Cavalcaselle (1819-1897) è stato uno storico dell'arte italiano, noto soprattutto per la sua collaborazione con Joseph Archer Crowe nella stesura della monumentale opera "A History of Painting in Italy" (Storia della pittura in Italia). Quest'opera, pubblicata in molti volumi tra il 1864 e il 1866, è considerata una delle prime storie complete della pittura italiana, coprendo un ampio arco temporale dalla preistoria fino al Rinascimento.
Cavalcaselle ha dedicato gran parte della sua vita allo studio della pittura italiana e alla ricerca sui vari periodi e stili artistici. Ha contribuito a far luce su molti aspetti meno conosciuti della storia dell'arte italiana e ha svolto un ruolo importante nella diffusione della conoscenza artistica nel XIX secolo.
Carlo Ludovico Ragghianti:
Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987) è stato un critico d'arte, storico e politico italiano. È noto per i suoi contributi alla critica d'arte e alla promozione dell'arte contemporanea in Italia.
Ragghianti ha svolto un ruolo significativo nella vita culturale italiana del XX secolo, lavorando come critico d'arte per diverse riviste e pubblicazioni, tra cui "Il Ponte" e "L'Approdo letterario". Ha anche insegnato storia dell'arte presso l'Università di Pisa e ha diretto il Museo Nazionale di San Matteo a Pisa.
Tra i suoi contributi più importanti ci sono le sue opere di critica d'arte e di analisi sulle tendenze artistiche del suo tempo, nonché la sua difesa e promozione dell'arte moderna e contemporanea. Ha scritto anche su temi legati alla politica culturale e alla gestione dei musei.
Adolfo Calvi:
Adolfo Calvi (1833-1898) è stato uno storico dell'arte italiano noto soprattutto per i suoi studi sulla pittura italiana del Rinascimento. Ha scritto diversi saggi e monografie su artisti rinascimentali italiani come Raffaello e Michelangelo.
Calvi è stato attivo durante un periodo di grande interesse per la storia dell'arte italiana, quando gli studiosi stavano riscoprendo e rivalutando molti aspetti della produzione artistica rinascimentale. Le sue opere hanno contribuito a fornire nuove prospettive e analisi sulla vita e sul lavoro di artisti rinascimentali di spicco.
Sebbene possa essere meno conosciuto rispetto ad altri storici dell'arte del suo tempo, Adolfo Calvi ha comunque lasciato un'impronta significativa nel campo della storia dell'arte rinascimentale italiana, contribuendo alla nostra comprensione e apprezzamento di questo periodo artistico fondamentale.
Collocazione originale dell'opera
L'opera si trovava nella chiesa di San Bartolomeo a Monteoliveto, sulle colline a sud di Firenze, dove restò fino al 1867, quando fu trasferita alla Galleria degli Uffizi. Non è detto che la chiesa di San Bartolomeo fosse la destinazione originaria dell'opera, infatti Vasari non la citò, pur avendo tra i monaci olivetani il corrispondente e amico don Miniato Pitti, che lo aveva informato minuziosamente sul corredo artistico del monastero.
1998 - 2000
L'opera è stata restaurata ripristinando una migliore luminosità e leggibilità dei dettagli, con una migliorata lettura della prospettiva grazie alla maggiore visibilità dello scorcio architettonico sulla destra e dello sfumare del paesaggio. Le radiografie hanno accertato che Leonardo rifinì a olio non solo l’angelo, ma anche l’incarnato di Cristo e alcune parti del paesaggio.
Milena Magnano, Leonardo, collana I Geni dell'arte, Mondadori Arte, Milano 2007, pag. 46. ISBN 978-88-370-6432-7
AA. VV., Galleria degli Uffizi, collana I Grandi Musei del Mondo, Roma 2003.
Carlo Pedretti, Domenico Laurenza, Paola Salvi, Leonardo. L’anatomia, 2006, Giunti Collana: Dossier d’art, ISBN: 9788809040861
Carlo Pedretti, Sara Taglialagamba, Leonardo, l’arte del disegno, Giunti, 2014; 2019, ISBN 978 88 09 78759 2
Pierluigi Panza, L’ultimo Leonardo. Storia, intrighi e misteri del quadro più costoso del mondo, UTET, (28 agosto 2018), ISBN-10: 885116620X ISBN-13: 978-8851166205
Carlo Pedretti, Leonardo. Il disegno, Giunti Collana: Dossier d’art, 2017, ISBN: 9788809994195
Ben Lewis, L’ultimo dipinto di Leonardo. Storia del Salvator Mundi, Mondadori, (3 settembre 2019), Collana: Le scie, ISBN-10: 8804715189 ISBN-13: 978-8804715184
Gloria Fossi, Uffizi, Giunti, Firenze 2004, pag. 286. ISBN 88-09-03675-1
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