PORTALE ITALIANO DI DIVULGAZIONE DELLA VITA E LE OPERE DI LEONARDO DA VINCI
COOKYE POLICY
In collaborazione con:
leonardodavinci-italy.com - all right reserved 2024 - divisione cultura, Sede legale: Milano Piazza IV Novembre 4, cap 20124 -P.IVA 11463490968 – CCIAA MI 90266 REA 2604702
1453
La madre naturale, Caterina, si sposò nel 1453, forse per commissione, con Piero del Vaccha da Vinci soprannominato l’Attaccabriga, un contadino della zona.
Cosa significava nel rinascimento sposarsi su commissione?
La vita di un contadino a Firenze nel 1450 era dura e spesso segnata da molte sfide.
Il contadino si alzava presto al mattino per iniziare a lavorare nei campi, dove coltivava principalmente grano, mais, uva e altri prodotti agricoli. Il lavoro nei campi era estenuante e richiedeva molta fatica fisica.
Le donne nel Rinascimento avevano poco controllo sulla propria vita matrimoniale. Spesso erano sottoposte alla volontà dei genitori o dei tutor maschi nella scelta del coniuge. Il matrimonio era visto anche come un mezzo attraverso il quale le donne potevano migliorare il proprio status sociale e garantire il proprio benessere economico.
La Chiesa cattolica giocava un ruolo centrale nella regolamentazione del matrimonio. Il matrimonio era considerato un sacramento e doveva essere approvato dalla Chiesa attraverso una cerimonia religiosa. La Chiesa stabiliva anche regole riguardanti la proclamazione dei matrimoni e le questioni di annullamento.
Per segnalazioni su questa pagina clicca qui